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nomico. Cinquecento anni fa i mercanti di Venezia<br />

percorrevano il mondo e i banchieri milanesi<br />

e genovesi finanziavano le guerre del Re<br />

di Spagna. <strong>La</strong> Padania, area di sviluppo economico<br />

omogeneo, possiede ancora oggi un ruolo<br />

potenzialmente centrale in Europa, grazie<br />

alla sua favorevole posizione, alla sua realtà fisica<br />

e culturale, al suo dinamismo economico e<br />

imprenditoriale. Gli economisti la considerano<br />

come un “sistema territoriale ed economico<br />

completo”, molto simile ad altre regioni europee<br />

ad alto tasso di sviluppo economico: come<br />

quella Reno-Ruhr e il Randstad-Holland (con<br />

le quattro citta di Amsterdam, Rotterdam, L’Aia.,<br />

Utrecht, fortemente collegate e integrate fra<br />

loro). Nell’area padana si ha una profonda interdipendenza<br />

economica fra regioni, un legame<br />

molto stretto fra centri urbani e centri produttivi,<br />

un sistema economico unico ed un’unica<br />

cultura dello sviluppo.<br />

Ma quel che più conta è che i soggetti economici<br />

padani sono fortemente orientati all’apertura<br />

e alla cooperazione con altre regioni e la<br />

forte integrazione economica della Padania<br />

coincide con la necessità di una sua massima<br />

apertura verso l’esterno, superando le barriere<br />

imposte dallo Stato nazionale italiano ( 4 ).<br />

Soprattutto le regioni del Nord-Est della Padania<br />

(Friuli, Veneto), ma occorre parlare di tutto<br />

l’asse lombardo-veneto (soprattutto l’asse Milano-Padova),<br />

che traina lo sviluppo padano,<br />

hanno raggiunto livelli e potenzialità economiche<br />

di carattere “giapponese”, con una crescita<br />

costante e ritmi lavorativi molto al di sopra non<br />

solo di quelli tedeschi, ma anche della media<br />

europea. <strong>La</strong> Padania è oggi un sistema integrato<br />

altamente competitivo in Europa. Le province<br />

venete (Treviso, Vicenza, Padova, Verona) e del<br />

Friuli (Pordenone e Gorizia) sono centri di sviluppo<br />

crescente e di internazionalizzazione dell’economia<br />

padana e convergono sempre più<br />

verso la struttura lombarda, creando un “sistema<br />

economico-territoriale” fortemente integrato,<br />

che nega l’invenzione del Nord-Est come<br />

entità autonoma.<br />

<strong>La</strong> Padania, con al suo centro Milano, si trova<br />

geograficamente all’incrocio dei due maggiori<br />

assi di sviluppo europeo: quello longitudinale<br />

( 4 ) Sono recentissime, per il caso della integrazione fra Padania<br />

e Croazia, le aperture di nuovi canali di comunicazione e di collaborazione<br />

fra piccole e medie imprese dell’Isontino e imprese<br />

private slovene e croate. <strong>La</strong> cooperazione transfrontaliera attualmente<br />

serve a ridurre in prospettiva i costi dell’industria ad<br />

dello sviluppo Nord-Sud, che attraversa il cuore<br />

dell’Europa, e il nuovo asse di sviluppo Est-<br />

Ovest, che congiunge dopo il 1989 il dinamismo<br />

spagnolo con le regioni ad alto tasso di sviluppo<br />

dell’Est europeo, soprattutto quelle derivanti<br />

(come la Croazia) dalla formazione di nuovi<br />

Stati indipendenti ( 5 ). Questa situazione fa sì<br />

che la Padania diventi un elemento di riequilibrio<br />

in Europa e impedisca che lo spostamento<br />

verso il Nord crei differenziali di sviluppo fra<br />

l’Europa settentrionale e quella meridionale. <strong>La</strong><br />

Padania ha oggi un importante ruolo europeo,<br />

riconosciuto dalla Francia Meridionale e dalla<br />

Spagna in rapida crescita, mentre si pone come<br />

punto di riferimento per Repubbliche quali la<br />

Croazia e la Slovenia, l’area dell’Europa Centrale<br />

e Orientale. D’altra parte, la Padania stessa<br />

sta ottenendo notevoli vantaggi dalla rapida<br />

apertura verso l’esterno dei nuovi Paesi dell’Est<br />

europeo. <strong>La</strong> regione del Friuli e la zona di Trieste,<br />

che sono la porta orientale della Padania<br />

verso l’Europa Orientale, si aprono sempre più<br />

verso Oriente e permettono un collegamento<br />

crescente della Padania con questa parte d’Europa,<br />

la moltiplicazione delle reti di scambio e<br />

il loro rafforzamento. Le regioni Nord-orientali<br />

hanno ormai superato le difficoltà degli anni<br />

Settanta e hanno acquisito una sempre maggiore<br />

competitività internazionale. Una crescente<br />

espansione delle esportazioni e l’ampliamento<br />

delle relazioni commerciali con l’estero e in particolare<br />

con l’area danubiana, sta trasformando<br />

la Padania in una regione centrale d’Europa.<br />

Se però la Padania è oggi una grande regione<br />

con un’industrializzazione fra le più elevate<br />

d’Europa, è anche penalizzata da strutture organizzative<br />

deboli, da infrastrutture carenti, da<br />

una struttura politica diretta da lontano, incontrollabile.<br />

Perché possano svilupparsi le potenzialità<br />

della regione padana, oggi sono necessari<br />

una migliore organizzazione interna, una<br />

politica più centrata sull’autogoverno dell’economia,<br />

un serio progetto di risanamento ambientale,<br />

un livello più alto degli scambi internazionali,<br />

una maggiore apertura delle frontiere,<br />

un aumento dei traffici con le regioni confinanti,<br />

un’apertura soprattutto ad Est (cosa che<br />

la Germania ha compreso da molto tempo per<br />

esempio mobiliera. I progetti transfrontalieri prevedono anche<br />

da parte croata assistenza tecnica, formazione manageriale e di<br />

quadri intermedi, supporti alla struttura produttiva e logistica.<br />

( 5 ) Si veda Fondazione Agnelli (Ed) <strong>La</strong> Padania, una regione<br />

italiana in Europa. Torino 1992.<br />

Anno III, N. 9 - Gennaio-Febbraio 1997 Quaderni Padani - 23

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