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Le radici della cultura letteraria padana<br />
P<br />
arlare di lettere per un processo che è di<br />
natura eminentemente politica può sembrare<br />
uno sforzo un po’ ozioso e retorico.<br />
Eppure, a nostro giudizio, finché non si prende<br />
in considerazione il problema dell’identità letteraria<br />
della Padania non si arriva finalmente a<br />
dimostrare la legittimità culturale della voglia<br />
di autonomia della nostra terra.<br />
Si è sempre parlato di “letteratura italiana” e<br />
la vasta congerie di opere di varia origine geografica<br />
che passa sotto questo titolo è diventata<br />
motivo di vanto per i cittadini appartenenti allo<br />
stato italiano; l’Italia è conosciuta nel mondo<br />
anche per la grandezza di un Dante o di un Manzoni.<br />
Ma - chiediamoci - è mai esistita una vera e<br />
propria letteratura italiana? E qual è il rapporto<br />
di idee e forze tra essa e una non ancora ben<br />
identificata letteratura padana?<br />
Va chiarito preliminarmente che chi scrive,<br />
docente di Lettere alle Superiori, si è formato<br />
in un clima culturale che lo ha indotto a convincersi<br />
della accezione vastissima del termine<br />
“letteratura”. A questa impostazione si è poi attenuto<br />
nel suo insegnamento, cercando di dimostrare<br />
ai suoi allievi che la cultura letteraria<br />
non è costituita solo dalla produzione dei grandi<br />
poeti e romanzieri ma anche dalla letteratura<br />
popolare, dalle opere di saggistica (che ancora<br />
stampa e scuola di regime considerano inferiori<br />
alla fiction), dal giornalismo extraquotidiano,<br />
dalla letteratura filosofica e dalla stessa<br />
ricerca scientifica, la quale, volente o nolente,<br />
deve passare attraverso l’espressione letteraria<br />
per venire seguita e accettata (e quindi adottare<br />
anch’essa al meglio il codice linguistico riconosciuto<br />
dalle varie comunità nazionali o regionali<br />
alle quali appartengono studiosi e scienziati<br />
stessi).<br />
<strong>La</strong> cultura letteraria, vista sotto questa prospettiva,<br />
rappresenta la maggiore espressione<br />
dell’identità di un popolo, la conferma definitiva<br />
della sua esistenza autonoma e della sua continua<br />
vitalità.<br />
L’identikit di una cultura letteraria non può<br />
di Andrea Rognoni<br />
ovviamente prescindere da una chiara classificazione<br />
del codice linguistico col quale è stata<br />
prodotta e coltivata, in riferimento sia al cosiddetto<br />
“idioletto” (parte del codice che dipende<br />
dalle caratteristiche etniche e geografiche) che<br />
al cosiddetto “socioletto” (parte del codice che<br />
dipende dai requisiti di ordine economico-sociale<br />
e sociopolitico): ciònondimeno, il sistema<br />
letterario di un popolo finisce coll’acquisire caratteri<br />
autonomi rispetto agli altri impieghi della<br />
lingua, in funzione prevalentemente<br />
espressionistica, diventando cioè l’espressione<br />
più profonda del modo di pensare, vedere il<br />
mondo (Weltanschaung) e comunicare, col risultato<br />
quindi di costituire un potente mezzo<br />
per cementare l’idem sentire di un popolo, idealizzare<br />
i suoi stessi sentimenti, celebrare in<br />
qualche modo la sua esistenza istituzionale, pur<br />
tenendo conto della pluralità delle sue componenti.<br />
Se quest’ultimo fenomeno non si è verificato<br />
in forma esplicita per il popolo padano ciò è dovuto<br />
unicamente ad una serie di circostanze politiche<br />
e culturali che hanno impedito la sua<br />
emersione o la sua legittimazione. Il paradosso<br />
della storia “italiana” è dato dal fatto che non è<br />
avvenuto un passaggio graduale dalla galassia<br />
dei microstaterelli prerisorgimentali all’istituzione<br />
statuale del regno; se tutto fosse stato più<br />
lento e meditato, si sarebbe scoperto con più<br />
chiarezza il diverso approccio alla cultura tra<br />
l’entità geografica padana e quella italica, a partire<br />
da un sentimento della lingua e della letteratura<br />
italiana che era sì fiorito già in epoca<br />
rinascimentale ed illuministica ma aveva ricevuto<br />
un’interpretazione assai differente a seconda<br />
dell’origine geografica ed etnica degli autori<br />
e degli studiosi interessati al problema.<br />
Quando poi è stata inaugurata la macchina<br />
burocratica dello stato sabaudo il potere è stato<br />
assunto da noti “plantigradi” che hanno avuto<br />
tutto l’interesse di dare un tono nettamente coercitivo<br />
al processo unitario della cultura cosiddetta<br />
italiana. Fu avviato precipitosamente<br />
da una parte l’iter romanocentrico, che non a<br />
Anno III, N. 9 - Gennaio-Febbraio 1997 Quaderni Padani - 27