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OMELIE CONTRO GLI EBREI - TerraSantaLibera.org

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Lo stesso fece Paolo con quell’uomo che aveva commesso lo stupro; dopo quel<br />

peccato che è sconosciuto anche presso i Gentili (I Cor. 5), non lo abbandonò,<br />

e condusse alla salvezza quest’uomo che dissoluto e ostinato rifiutava ogni<br />

freno, non voleva medicine; così lo congiunse di nuovo al corpo della Chiesa.<br />

Paolo non disse a se stesso: "A che serve? Quale utile ne verrà? Ha commesso<br />

uno stupro, ha peccato e non vuol desistere dall’oscenità, al contrario è pieno<br />

di <strong>org</strong>oglio e se ne compiace; la sua ferita è inguaribile, lasciamolo dunque e<br />

abbandoniamolo". Paolo non disse nulla di simile, ma proprio per questo ebbe<br />

per lui ancora maggior sollecitudine; vedendolo precipitare nelle nefande<br />

malvagità non cessò di spaventarlo, minacciarlo, punirlo, lui in persona o per<br />

mezzo di altri. Nulla tralasciò di fare o tentare finché non lo condusse a<br />

riconoscere il peccato e la sua malvagità e fino a liberarlo da ogni macchia.<br />

Fai anche tu così: imita quel samaritano di cui parla il Vangelo (Luca X, 30)<br />

che diede prova di tanta sollecitudine per il ferito; infatti era passato prima di<br />

lì un Levita, poi un Fariseo, e né l’uno né l’altro si erano chinati sul ferito, ma<br />

senza umanità e crudelmente si erano allontanati, abbandonandolo. Invece il<br />

samaritano che non aveva con costui alcun legame, non passò oltre, ma mosso<br />

da compassione si fermò, unse le ferite con olio e vino, lo pose sull’asino e lo<br />

portò ad un albergo, dove diede del denaro promettendone dell’altro per le<br />

cure da prestarsi a quest’uomo con cui egli non aveva nulla in comune. E non<br />

disse a se stesso: "Perché mi devo prendere cura di costui? Io sono<br />

samaritano, non c’è nulla tra noi, sono lontano dalla città e costui non può<br />

camminare. E poi se non potrà resistere alla lunghezza della strada lo porterò<br />

morto? E se sarò catturato per l’uccisione sarò forse punito per omicidio?"<br />

Sovente per queste ragioni molti passano oltre e vedendo uomini feriti e<br />

agitati non si fermano, non perché sia loro gravoso il trasportarli o perché non<br />

vogliono versare del denaro, ma perché temono di essere trascinati in giudizio<br />

come colpevoli di omicidio. Invece quell’uomo buono e caritatevole non ebbe<br />

timore di tutto questo, ma disprezzate queste cose, collocò il ferito sull’asino e<br />

lo portò all’albergo; non ebbe paura di tutte quelle considerazioni: né del<br />

pericolo, né della spesa e neppure di quello che poteva capitare in seguito.<br />

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