OMELIE CONTRO GLI EBREI - TerraSantaLibera.org
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6 - Ma che mi rispondi? Ti affligge e ti opprime un male del corpo? Non hai<br />
ancora sofferto tanto quanto il beato Giobbe, anzi neppure una piccola parte<br />
dei suoi mali. Perché dopo aver perso insieme greggi ed armenti, e tutti gli<br />
altri suoi beni, fu privato dei suoi figli, e tutto questo accadde in un solo<br />
giorno, cosicché non solo la natura delle disgrazie, ma invero anche il loro<br />
susseguirsi potevano far cadere questo atleta. Dopo queste disgrazie una piaga<br />
mortale coprì le sue membra ed egli vide i vermi uscire in gran numero da<br />
ogni parte del suo corpo, ed egli sedette, nudo, nel letamaio, pubblico<br />
spettacolo di rovina per quelli che lo vedevano: quel giusto, quel sincero, quel<br />
pio, quell’uomo che non commetteva mai azioni cattive. Né i suoi mali<br />
finivano qui, ma le sofferenze lo tormentavano giorno e notte e lo assaliva una<br />
strana fame nuova ed inattesa. "Il fetore, disse, è diventato il mio cibo"<br />
(Giobbe VI, 7) e anche i quotidiani insulti, le smorfie di scherno, i sarcasmi, e<br />
le derisioni. Infatti, dice ancora Giobbe, i miei servi e i figli delle mie<br />
concubine si sono rivoltati contro di me e nel sonno sono atterrito e agitato da<br />
continui pensieri. Per essere liberato da tutti questi mali, la moglie gli diede<br />
questo consiglio: "Dì qualche parola contro Dio e morirai" (Giobbe II, 9).<br />
Cioè disse a Giobbe: dì una bestemmia e sarai immediatamente liberato. E<br />
allora? Forse il consiglio della moglie fece cambiare quel sant’uomo? Niente<br />
affatto, anzi avvenne il contrario e divenne più fermo nel suo proposito, tanto<br />
da rimproverare la moglie. Egli infatti, avrebbe sopportato maggiori tormenti,<br />
sofferto le più gravi afflizioni, resistito pazientemente a innumerevoli mali<br />
piuttosto che ottenere con la bestemmia il sollievo a tanti dolori. Similmente si<br />
comportò quell’uomo (Giov. V) che fu infermo per trentott’anni e che ogni<br />
anno si recava alla piscina e, ogni anno, non riusciva ad avvicinarsi e a<br />
ritrovare la salute: per di più ogni anno vedeva che altri erano risanati perché<br />
avevano molti che si occupavano di loro, mentre egli che mancava di aiuto<br />
rimaneva sempre paralizzato. Tuttavia mai fece ricorso agli indovini, né andò<br />
a cercare gli incantatori, e non si appese gli amuleti, ma attese l’operato<br />
divino. E finalmente ottenne quella meravigliosa e straordinaria guarigione.<br />
Anche Lazzaro (Luca XVI) lottò tutta la vita con la fame, con la malatia, con la<br />
solitudine, non soltanto per trentotto anni, ma in ogni momento della sua vita<br />
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