parte ii - circuiti elettrici ed elementi ideali - Fisica
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tempo, è che le forme d'onda delle tensioni (delle correnti) alle due porte sono identiche fra loro, a<br />
<strong>parte</strong> il fattore di scala n.<br />
Calcolando la potenza totale assorbita dal trasformatore ideale p(t) = v1(t)i1(t) + v2(t)i2(t), si<br />
conclude che è identicamente nulla a ogni istante di tempo. Si tratta dunque di un elemento non<br />
energetico, che non assorbe nè c<strong>ed</strong>e energia, ma la trasferisce integralmente da una porta all'altra.<br />
La funzione del trasformatore ideale quella di alterare, secondo i rapporti n e 1/n, le<br />
grandezze elettriche tensione e corrente alle due porte e quindi, secondo il rapporto n 2 , i livelli<br />
d'imp<strong>ed</strong>enza alle porte. Ciò ha conseguenze di grande importanza. Esaminiamo, in particolare,<br />
quanto accade quando colleghiamo una porta del trasformatore, per esempio la porta 2, a un<br />
resistore di resistenza R. Si ha i2 = -v2/R, da cui i1 = v2/nR. Poichè v2 = v1/n, si conclude che la<br />
corrente che fluisce nella porta 1 ha intensità: i1 = v1/n²R ossia il resistore viene visto, attraverso il<br />
trasformatore, come se avesse resistenza n²R. Analogo discorso vale per un induttore L, che sarà<br />
visto come se avesse induttanza n²L, e per un condensatore, che sarà<br />
visto come se avesse capacità C/n².<br />
v1 = n 2 R i1<br />
Ricordiamo qui come la possibilità di alterare a piacimento il<br />
rapporto fra tensione e corrente, idealmente senza perdite di energia (con dissipazioni relativamente<br />
modeste nei trasformatori reali 12 ), abbia condotto alla fine dell’Ottocento, dopo l'invenzione del<br />
trasformatore, a scegliere le correnti alternate, invece delle correnti continue, per la trasmissione a<br />
distanza e la distribuzione dell'energia elettrica. Infatti, quando si collega un generatore a un carico<br />
attraverso un linea di resistenza R, la potenza dissipata nella linea per effetto Joule è Ieff 2 R.<br />
Disponendo un trasformatore elevatore fra il generatore e la linea (e uno riduttore fra la linea e il<br />
carico), la corrente sulla linea si riduce di un fattore n e la potenza dissipata in R di n², a parità di<br />
potenza trasmessa (la tensione sulla linea, invece, aumenta dello stesso fattore n, rendendo<br />
necessario affrontare i conseguenti problemi di isolamento, per evitare scariche indesiderate).<br />
Il modello ideale rappresentato dalle (28) conduce a una evidente incongruenza: l'elemento<br />
ideale trasferisce anche segnali in continua, oltre che in alternata (sappiamo, invece, che le correnti<br />
indotte nascono soltanto da variazioni di flusso magnetico). Per risolvere questa incongruenza,<br />
occorre fare riferimento a un modello più realistico, basato sul comportamento fisico del<br />
trasformatore reale: per questo si introduce un induttore di valore opportuno in parallelo alla porta 1<br />
(oppure alla porta 2) dell'elemento ideale. L'induttanza di questo induttore rappresenta quella<br />
12 I trasformatori usati nelle applicazioni di potenza possono presentare rendimenti di oltre il 99%.<br />
G. V. Pallottino – Aprile 2011 Appunti di Elettronica - Parte II pag. 23<br />
Università di Roma Sapienza - Dipartimento di <strong>Fisica</strong>