03.06.2013 Views

parte ii - circuiti elettrici ed elementi ideali - Fisica

parte ii - circuiti elettrici ed elementi ideali - Fisica

parte ii - circuiti elettrici ed elementi ideali - Fisica

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

quali non sono rappresentate 13 nel modello stesso. Questi modelli, pertanto, rendono conto soltanto<br />

delle relazioni fra le variazioni delle grandezze elettriche alle due porte (variazioni intese rispetto ai<br />

valori, costanti, associati a un determinato punto di lavoro).<br />

Notiamo poi che il modello differenziale di un "componente attivo" è certamente attivo, ma<br />

il componente reale modellizzato non lo è, quando ad esso si applichi la definizione (7)<br />

considerando le grandezze elettriche in toto e non soltanto le loro variazioni. L'energia che il<br />

modello differenziale di un dispositivo attivo può fornire al circuito esterno (per esempio il carico<br />

collegato alla porta d'uscita) non deriva infatti dal dispositivo stesso, ma dal generatore che<br />

provv<strong>ed</strong>e all'alimentazione del circuito. Chiariamo questo punto specifico attraverso un esempio,<br />

considerando un transistore bipolare inserito in un circuito nella connessione a emettitore comune.<br />

18. Circuito comprendente un transistore bipolare: circuito equivalente per piccoli segnali<br />

L'elettrodo di<br />

base (B) del transistore<br />

in figura è polarizzato<br />

da un apposito circuito,<br />

che schematizziamo<br />

con un generatore ideale di corrente costante IB = 60 µA; l'elettrodo di collettore (C), è polarizzato<br />

dall'alimentatore (un generatore di tensione con vo = VCC = 12 volt) attraverso il resistore<br />

R = 1 k. Se il guadagno di corrente del transistore, in queste condizioni, è pari a 100, la corrente<br />

continua che scorre nel collettore è IC = 6 mA e la corrispondente tensione del collettore, rispetto al<br />

riferimento comune di massa, è VC = VCC - ICR = 6 volt. Calcolando la potenza assorbita dai vari<br />

<strong>elementi</strong>, si ottiene: per il generatore di alimentazione pA = -72 mW (esso, cioè, fornisce potenza),<br />

per il resistore pR = 36 mW, per il transistore pT = 36 mW, avendo trascurato la potenza dissipata nel<br />

circuito di base del transistore.<br />

Quando all'ingresso del circuito viene applicato il generatore di corrente variabile ib(t),<br />

questa corrente scorre nella base del transistore, sovrapponendosi a quella di polarizzazione. Se<br />

l'eccitazione segue la legge ib(t) = Ibsenot, con ampiezza Ib = 102 µA, la corrente totale nella base<br />

del transistore sarà iB(t) = IB + Ibsenot; e quella totale nel collettore sarà iC(t) = IC + Icsenot, con<br />

ampiezza Ic=2 mA se il guadagno in corrente rispetto alle variazioni è uguale anch'esso a 100. La<br />

tensione del collettore sarà allora: vC(t) = VCC iC(t)R = VCC ICR IcRsenot.<br />

13 Dalle condizioni di polarizzazione, tuttavia, dipendono i valori del parametro di controllo e delle altre costanti che<br />

figurano eventualmente nel modello del dispositivo.<br />

G. V. Pallottino – Aprile 2011 Appunti di Elettronica - Parte II pag. 28<br />

Università di Roma Sapienza - Dipartimento di <strong>Fisica</strong>

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!