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Tempio di Eracle<br />
É il più antico dei templi <strong>per</strong>ipteri presenti<br />
ad Agrigento. Il nome lo ricaviamo<br />
da un passo di Cicerone (Verr. II, 4,43)<br />
che par<strong>la</strong> di un tempio dedicato ad Ercole<br />
non longe a Foro. La datazione (fine VI<br />
secolo a.C.) è stata fatta in base a motivi<br />
stilistici in considerazione del carattere<br />
delle colonne, di alcuni elementi del<strong>la</strong> trabeazione,<br />
del<strong>la</strong> forma alquanto allungata<br />
del basamento (m 67,06 x 25,08 allo stilobate)<br />
e del rapporto tra le colonne delle<br />
fronti e quelle dei <strong>la</strong>ti lunghi (6 x 15). Il<br />
tempio è dorico, esastilo e <strong>per</strong>iptero. Poiché<br />
il terreno non risulta pianeggiante esso<br />
poggia su un basamento che è nullo<br />
sul <strong>la</strong>to sud e via via più alto procedendo<br />
verso Nord e verso Ovest. Il crepidoma<br />
presenta tre gradini sui <strong>la</strong>ti ad eccezione di quello orientale che ne presenta<br />
otto <strong>per</strong> rendere l’ingresso principale più monumentale.<br />
Fino a qualche decennio fa, a causa di un terremoto, era rimasta in<br />
piedi una so<strong>la</strong> colonna (<strong>la</strong> II da ovest sul <strong>la</strong>to nord), ma negli anni 1924-<br />
1931 furono risollevate otto delle colonne del <strong>la</strong>to meridionale. La cel<strong>la</strong>,<br />
di m 47,67 x 13,90, è ripartita in pronao, cel<strong>la</strong> ed opistodomo ed ha i vani<br />
estremi in antis. Una partico<strong>la</strong>rità di questo tempio sono i piloni <strong>per</strong> le<br />
scalette collocati tra cel<strong>la</strong> e pronao che servivano <strong>per</strong> <strong>la</strong> manutenzione<br />
del tetto. Dal tetto di questo tempio provengono delle cornici a sima in<br />
calcare, con doccioni a testa di leone - esposte al Museo Archeologico -<br />
che verso <strong>la</strong> metà del V secolo a.C. sostituirono quelle originarie in terracotta.<br />
Tempio del<strong>la</strong> Concordia<br />
É uno dei templi greci meglio conservato in città. Realizzato nel<strong>la</strong> pietra<br />
calcarenitica locale, si fa risalire agli anni 440-430 a.C. Su un crepidoma<br />
di quattro gradini si erge <strong>la</strong> <strong>per</strong>istasi di 6 x 13 colonne caratterizzate<br />
da 20 sca<strong>la</strong>nature ed un’armoniosa entasi; l’epistilio presenta un fregio<br />
di triglifi e metope e una cornice a mutuli; conservati in maniera integrale<br />
sono anche i timpani. Al<strong>la</strong> cel<strong>la</strong>, preceduta da pronao in antis (come<br />
nell’opistodomo), si accede attraverso un gradino; ben conservati<br />
sono anche i piloni con le scale di accesso al tetto e, sul<strong>la</strong> sommità delle<br />
pareti del<strong>la</strong> cel<strong>la</strong> e nei blocchi del<strong>la</strong> trabeazione del<strong>la</strong> <strong>per</strong>istasi, gli incassi<br />
<strong>per</strong> <strong>la</strong> travatura lignea di co<strong>per</strong>tura.<br />
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