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L’esterno e l’interno del tempio erano rivestiti di stucco con la necessaria policromia; la sima mostrava gronde con protomi leonine e la copertura prevedeva tegole marmoree. Nel VI secolo, per volontà del Vescovo Gregorio, il tempio fu trasformato in chiesa cristiana. Ciò comportò, innanzitutto, un rovesciamento dell’orientamento antico, per cui si abbattè il muro di fondo della cella, si chiusero gli intercolumni e si praticarono dodici aperture arcuate nelle pareti della cella, onde costituire le tre navate canoniche, le due laterali nella peristasi e quella centrale coincidente con la cella; distrutto l’altare di epoca classica e sistemate negli angoli ad est le sacrestie, l’edificio divenne una basilica. La restituzione dell’aspetto originario sarebbe avvenuta nel 1743. Il ritrovamento di un’iscrizione romana, menzionante la Concordia Agrigentinorum, fece ipotizzare erroneamente al Fazello la dedica alla Concordia. Dopo il periodo arabo, con l’età normanna la chiesa e la piana a sud furono dedicate a San Gregorio “delle Rape”, dal nome di uno dei due idoli pagani – Ebert e Raps – che secondo la tradizione il Vescovo avrebbe scacciato dal tempio. Da questo si è ipotizzato che i nomi fossero la corruzione delle antiche divinità Ermes ed Eracle o, trattandosi di due divinità, che il tempio fosse dedicato ai gemelli Castore e Polluce. Chiesa di Santa Maria dei Greci La Chiesa di Santa Maria dei Greci si trova nella parte nord-orientale della città di Agrigento, in prossimità della Cattedrale, in quella che viene denominata Collina di Girgenti. Quest’ultima, insieme alla Rupe Atenea, forse da identificarsi con l’acropoli della città greca, costituiva il limite settentrionale della polis. In questa chiesa, di età medievale, sono inglobati i resti di un tempio dorico della prima metà del V secolo a.C. L’ edificio, ancor prima di essere trasformato in Chiesa per il culto cristiano, già nella tarda antichità era stato utilizzato come cava 41
di materiale per la costruzione degli edifici circostanti. Fino a qualche anno fa, di questo tempio si conoscevano soltanto undici colonne, rispettivamente sei della peristasi settentrionale e cinque della peristasi meridionale, che si presentavano scanalate verso l’ esterno e sezionate a metà nella parte rivolta verso l’interno. Erano inoltre visibili tre gradini del crepidoma settentrionale. In questi ultimissimi anni, nuove indagini archeologiche hanno riportato alla luce altri particolari relativi, soprattutto, alle fondazioni del tempio che sono oggi in larga parte visibili. 42
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