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Qualità e professione Toscana Medica 6/10<br />

Figura 5 - Single port access.<br />

ni-invasivo” cioè gli interventi in laparoscopia utilizzando<br />

un solo accesso: l’ombelico. Non consideriamo<br />

invece la chirurgia NOTES (Natural Orifi ce<br />

Transluminal Surgery) perché, fatta eccezione per<br />

la via transvaginale, non è realizzata ancora in<br />

<strong>It</strong>alia in quanto non valutata positivamente dalle<br />

comunità scientifi che e dai comitati etici.<br />

La chirurgia laparoscopica eseguita con un solo<br />

accesso ombelicale (Single-port access, Single incision<br />

laparoscopic surgery) (Figura 5) consiste in un<br />

intervento eseguito attraverso un’unica incisione<br />

cutanea, utilizzando un trocar a tre o quattro vie e<br />

speciali strumenti fl essibili o con doppia angolatura<br />

che consentono di ottenere una giusta angolazione<br />

con l’ottica in modo da realizzare una dissezione<br />

dell’organo da rimuovere. Tale tecnica, in fase di<br />

evoluzione, potrebbe rappresentare un’evoluzione<br />

ulteriore della chirurgia mininvasiva se l’industria<br />

coadiuverà il chirurgo con un miglioramento degli<br />

strumenti. Tecnica innovativa e poco invasiva, è<br />

utilizzata, per adesso, in pazienti selezionati prevalentemente<br />

con patologie benigne.<br />

Per tale metodica si stanno eseguendo studi in<br />

vari centri come anche il nostro per valutare la<br />

performance e la “quality of life” rispetto al paziente<br />

operato con la metodica laparoscopica tradizionale<br />

e nei prossimi anni potrebbe diventare il<br />

gold standard per la cura di alcune patologie come<br />

lo è diventata la chirurgia laparoscopica classica<br />

nel corso dell’ultimo ventennio.<br />

Questi progressi della chirurgia sono stati possibili<br />

grazie anche allo sviluppo delle nuove tecniche<br />

di anestesia, che vengono attuate con metodiche<br />

innovative sia dal punto di vista farmacologico<br />

che strumentale. Gli obiettivi che la moderna<br />

anestesia deve raggiungere sono il mantenimento<br />

della stabilità dei parametri fi siologici (respiratori,<br />

cardiaci e metabolici) ed il controllo totale<br />

del dolore postoperatorio. Il primo obiettivo viene<br />

raggiunto grazie all’utilizzazione di nuovi farmaci<br />

che sono in grado di interferire minimamente<br />

con i parametri vitali grazie a nuove formulazioni<br />

16<br />

che nascono dalla farmacologia dei cosiddetti “soft<br />

drugs”, che sono molto effi caci e facilmente pilotabili<br />

durante la loro somministrazione. Classici<br />

esempi di queste nuove formulazioni sono gli analgesici<br />

potenti come il remifentanil ed i beta bloccanti<br />

come l’esmololo. L’approccio multimodale<br />

anestesiologico-analgesico permette di anestetizzare<br />

praticamente qualsiasi paziente indipendentemente<br />

dalle sue malattie coesistenti e dall’età,<br />

cosa impossibile fi no a pochi decenni or sono. Questo<br />

tipo di tecnica prevede l’uso in premedicazione<br />

di farmaci analgesici (morfi na) ed ansiolitici<br />

(midazolam) somministrati per via orale (al fi ne<br />

di sfruttare i principi dell’analgesia preventiva),<br />

mentre lo svolgimento della procedura anestesiologica<br />

deve basarsi su un intervento multimodale<br />

anestesiologico/analgesico con la somministrazione<br />

bilanciata di anestetici (inalatori o endovenosi),<br />

di analgesici potenti (remifentanil in infusione<br />

endovenosa continua) e/o di tecniche combinate di<br />

anestesia loco regionale (peridurale toracica). Il<br />

periodo postoperatorio dovrà svolgersi, nei limiti<br />

del possibile, in assenza di dolore. Per raggiungere<br />

questo obiettivo è possibile somministrare farmaci<br />

oppioidi in infusione endovenosa continua<br />

(con la metodica patient controlled analgesia) e<br />

farmaci antiemetici per il controllo della nausea e<br />

del vomito postoperatori. La disponibilità di nuovi<br />

sistemi di monitoraggio e di nuove tecniche di ventilazione<br />

artifi ciale ha permesso lo svolgimento di<br />

interventi chirurgici in laparoscopia mantenendo<br />

il paziente in posizioni particolari (basti pensare<br />

al Trendelenburg “spinto” usato nella chirurgia<br />

laparoscopica avanzata del colon). In questi casi,<br />

gli effetti collaterali determinati dall’insuffl azione<br />

di CO2 intraperitoneale (necessaria per permettere<br />

la visualizzazione del campo operatorio in<br />

laparoscopia), vengono aggravati dalle variazioni<br />

di posizione del paziente e provocano alterazioni<br />

della funzione cardio-respiratoria, in particolare<br />

nei pazienti anziani con patologie coesistenti.<br />

Da alcuni anni sono stati introdotti numerosi si-

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