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Cinema e sanità<br />
degli Apache), saranno proprio loro a dimostrare<br />
eroismo, abnegazione, capacità di prendersi cura<br />
di tutti gli altri. Due anni dopo, Ford trasferisce<br />
l’ambientazione d’un suo fi lm in un villaggio minerario<br />
del Galles. È la storia di una famiglia di<br />
minatori che rischiano ogni giorno la vita in galleria<br />
e di cui alla fi ne, per bisogno economico, fa<br />
parte anche il più giovane fi glio del padrone di<br />
casa, un ragazzino che il padre avrebbe voluto far<br />
studiare e diventare un dottore ossia uno di quegli<br />
uomini fortunati che invece di scendere in miniera<br />
“vanno in giro col calesse, e con giacca nera e<br />
camicia bianca e inamidata, di casa in casa, a visitare<br />
i propri pazienti”. Per salvare dalla morte in<br />
galleria gli abitanti del villaggio ci vorrebbero ben<br />
altri medici! La tragedia alfi ne si compie, mietendo<br />
vittime tra cui il padre del ragazzo, facendo sorgere<br />
aspri confl itti sociali, portando alla chiusura<br />
dell’impianto. Il giovane resta disoccupato, parte<br />
per la città, riprenderà a studiare e forse diventerà<br />
medico davvero, seppur senza calesse, giacca<br />
nera e camicia inamidata: forse saprà diventare<br />
un medico che sta dalla parte di chi rischia ogni<br />
giorno la morte sul lavoro.<br />
Passa qualche anno e Ford torna a girare nel<br />
West, mostrando di nuovo un medico in fuga dalla<br />
civiltà. È Doc Holliday (l’attore è Victor Mature)<br />
che ha ormai abbandonato la professione, è alcoolizato<br />
e tisico, è diventato un provetto pistolero<br />
pur restando un colto dandy che sputa sangue in<br />
candidi fazzoletti e recita Amleto nei saloon. Il<br />
fi lm è Sfi da infernale, del 1946. Doc Holliday riscatta<br />
il proprio passato combattendo a fi anco dello<br />
sceriffo Wyatt Earp nella celebre “sfi da all’OK<br />
Corrall”, durante la quale resta ucciso. È giusto,<br />
narratologicamente, che sia così, avendo mancato<br />
una precedente occasione di riscatto che gli si era<br />
presentata attraverso l’urgente necessità di operare<br />
la sua amante, ferita da un colpo di revolver.<br />
Doc cerca di richiamare alla mente una competenza<br />
da tempo abbandonata ma la donna gli muore<br />
sotto i ferri. Il suo degrado personale e professionale,<br />
non avendo trovato modo di essere redento<br />
da un ritrovato eroismo medico, deve lasciar posto<br />
al funebre eroismo del pistolere: egli è l’unico medico<br />
che Ford fa morire in un suo fi lm.<br />
52<br />
Toscana Medica 6/10<br />
E veniamo al maggiore medico Hank Kendall<br />
(William Golden), coprotagonista, con John Wayne,<br />
d’un fi lm ambientato durante la guerra di secessione:<br />
Soldati a cavallo, 1959. Uffi ciale medico<br />
dell’esercito unionista, egli ha un comportamento<br />
esemplare, per un medico operante su un fronte<br />
di guerra. Intanto, pur pienamente compartecipe<br />
degli ideali antischiavisti della propria parte e pur<br />
facendo pienamente il proprio dovere di medicosoldato,<br />
è offeso dalla complessiva crudeltà della<br />
guerra, scandalizzato da quanti morti e feriti essa<br />
produce, per nulla al mondo è disposto ad abbandonarli,<br />
a qualunque delle due parti belligeranti appartengano.<br />
Quando alla fi ne, incalzato dall’esercito<br />
sudista, il suo reggimento decide, abbandonando<br />
alcuni feriti che non sono in grado di muoversi, di<br />
fuggire a gran galoppo, egli sceglie di restare per<br />
curarli, pur sapendo che ciò signifi cherà una dura<br />
prigionia nelle mani del nemico. Il dovere è dovere,<br />
soprattutto quando non è costrittivo bensì eticamente,<br />
personalmente motivato e sentito.<br />
Un’altra, non banale, fi gura di medico fordiano<br />
il dottor William Dedham che compare in<br />
I tre della croce del Sud, 1963. Uffi ciale della<br />
marina americana, durante la guerra nel Pacifi co<br />
era naufragato con un gruppo di suoi marinai su<br />
un’isoletta dei mari del Sud, Haleakaloa, ove la<br />
giovane principessa Manulali guidava la resistenza<br />
dei suoi sudditi contro i giapponesi. Il gruppo<br />
di americani, guidati da Deedham, aveva combattuto<br />
a fi anco degli isolani e, a guerra fi nita, egli<br />
aveva deciso, nonostante in America avesse una<br />
fi glia, di restare lì, a fare il medico di quella brava<br />
gente che di medici non ne aveva mai visti. Aveva<br />
sposato la principessa, avuto tre fi gli da lei, fondato<br />
un piccolo, lindo ospedale, l’unico dell’arcipelago.<br />
Manolali era morta precocemente ma la scelta<br />
di Deedham ormai era fatta: sarebbe rimasto per<br />
tutta la vita a fare il medico di Haleakaloa. Poche<br />
volte, al cinema, si è visto un medico così bravo,<br />
simpatico, modesto e un ospedale così pieno, a un<br />
tempo, di umanità e di effi cienza. Con la sua solita,<br />
seppur intrisa di accorato sentimentalismo,<br />
ironia par quasi che Ford voglia dirci che medici<br />
simili esistono però occorre andarli a cercare ad<br />
Haleakaloa, un isola che non c’è.<br />
L’ULTIMO FILM DI FORD<br />
E LA DOTTORESSA CARTWRIGHT<br />
John Ford girò il suo ultimo fi lm nel 1966 (morì<br />
nel 1973, senza più tornare su un set cinematografi<br />
co). Si intitola Seven Women ma chissà perché<br />
in <strong>It</strong>alia ha circolato come Missione in Manciuria.<br />
Protagonista di questo suo estremo, fi lmico<br />
testamento è ancora un medico, in tal caso un medico-donna,<br />
la dottoressa Cartwright, impersonata<br />
da una bravissima e bellissima Anne Bancroft.<br />
È ambientato, negli anni Trenta, in una missione<br />
protestante, fatta quasi unicamente di donne<br />
(c’è un solo uomo, marito d’una delle missionarie<br />
e missionario a sua volta: sua moglie è incinta),