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A cura della<br />
Direzione Generale<br />
del diritto alla salute<br />
e delle politiche<br />
di solidarietà<br />
REGIONE<br />
TOSCANA<br />
dall’utenza pubblica.<br />
Esiste, infatti, una pressione costante da parte<br />
dell’opinione pubblica e dei singoli cittadini per la<br />
crescita di qualità dei servizi vitali o di pubblica<br />
rilevanza, per i quali l’utente non può esercitare<br />
direttamente azioni di selezione. Tale pressione<br />
ha determinato nella nostra Regione un’azione<br />
regolatoria di programmazione e indirizzo che ha<br />
portato a una vera e propria riprogettazione del<br />
sistema di donazione e trapianto, orientandola<br />
ai principi della qualità, dell’effi cienza, dell’effi -<br />
cacia e appropriatezza clinica. Un ulteriore stimolo<br />
all’applicazione di una metodologia TQM<br />
alla riorganizzazione dei sistemi sanitari trapiantologici<br />
deriva dalla complessità stessa della<br />
trapiantologia, che rende impossibile controllare<br />
tutti i fattori che contribuiscono alla qualità del<br />
servizio, se non con metodi e tecniche di gestione<br />
che assicurino un approccio di sistema, globale ed<br />
integrato, che sia in grado di soddisfare esigenze<br />
molteplici e spesso diversifi cate.<br />
Per raggiungere tali obiettivi, rispondere alle<br />
esigenze di sicurezza e qualità espresse implicitamente<br />
od esplicitamente dall’utenza, abbiamo<br />
adottato un modello di gestione del sistema trapianti<br />
assai nuovo rispetto a quanto attualmente<br />
presente sul territorio nazionale.<br />
Tale modello d’impresa ha assunto la qualità<br />
come fattore strategico, proponendosi il miglioramento<br />
continuo di tutti gli elementi del sistema,<br />
assicurando fl essibilità e rapidità di risposta ai<br />
cambiamenti dettati dall’ambiente esterno e dallo<br />
sviluppo del patrimonio tecnico-scientifi co, mediante<br />
la capacità di progettare a lungo termine<br />
obiettivi di eccellenza. In tal senso, i risultati conseguiti<br />
dall’Organizzazione Toscana Trapianti non<br />
sono consistiti semplicemente in un incremento<br />
dei livelli donativi regionali, ma nella diffusione<br />
36<br />
Toscana Medica 6/10<br />
di una coscienza trapiantologica regionale presso<br />
gli operatori sanitari, gli interlocutori sociali e<br />
l’utenza pubblica. Tale coscienza trapiantologica<br />
trova espressione nell’azione regolatoria regionale<br />
svolta dall’Organizzazione Toscana Trapianti<br />
e rappresenta un esempio – unico nel panorama<br />
nazionale – di raccordo effi ciente ed effi cace tra<br />
gli amministratori, i legislatori e gli operatori socio-sanitari.<br />
L’intensa attività compiuta dall’Organizzazione<br />
Toscana Trapianti sin dalla sua<br />
istituzione ha interessato tutti i settori del sistema<br />
donazione-trapianto, dall’individuazione del<br />
fabbisogno di trapianto presso le strutture territoriali<br />
di I e II livello, alla gestione dei percorsi<br />
assistenziali ed al reintegro sociale del paziente<br />
trapiantato. A tale scopo, la mappatura pre-OTT<br />
del contesto organizzativo regionale mediante la<br />
metodica SWOT si è rivelata uno strumento assai<br />
effi cace nell’indirizzare tale azione, sulla scorta<br />
dei punti deboli emersi dall’analisi stessa e delle<br />
minacce risultanti dal perdurare del sistema<br />
preesistente.<br />
In conclusione, l’esperienza della Regione Toscana<br />
dimostra il valore aggiunto di un sistema<br />
di governo clinico nella organizzazione e controllo<br />
qualitativo della rete della donazione e trapianto.<br />
I risultati fi no ad oggi conseguiti, in termini di incremento<br />
dei livelli donativi, crescita del volume<br />
e della tipologia di trapianti, e – soprattutto – in<br />
termini di diffusione di una coscienza trapiantologica,<br />
permettono di guardare con ottimismo alle<br />
sfi de future: ossia, assicurare la sostenibilità delle<br />
attività di donazione e trapianto mediante un<br />
sapiente utilizzo delle risorse donative, strutturali,<br />
professionali ed economiche a disposizione,<br />
nell’ottica di garantire un costante incremento<br />
degli standard di qualità e di sicurezza.<br />
Tratto dal libro: 1999/2009 - Il Consiglio Sanitario Regionale. Dieci anni di Governo Clinico in Toscana. Regione Toscana