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Qualità e professione Toscana Medica 6/10<br />
Un cardiologo in<br />
cardiochirurgia<br />
Esperienze e consigli per la pratica quotidiana<br />
La cardiochirurgia nel corso dell’ultimo<br />
decennio è andata incontro ad enormi<br />
progressi, grazie all’adozione di tecnicheinnovati-<br />
ve e di tecnologie<br />
sempre più sofi sticate.<br />
Solo per accennare<br />
a qualche esempio si è<br />
assistito al sopravvento, laddove possibile, di una<br />
strategia riparativa nelle valvulopatie, la proposizione<br />
di tecniche di accesso chirurgico meno invasive,<br />
all’adozione di tecniche combinate chirurgiche<br />
ed endovascolari per il trattamento della patologia<br />
aortica o, infi ne, all’adozione di procedure<br />
elettrofi siologiche per il trattamento della fi brillazione<br />
atriale in corso di interventi associati o, più<br />
raramente, in forme isolate non responsive alla<br />
terapia medica. Parallelamente, e forse ancora<br />
più rapida, è stata l’evoluzione delle tecniche di<br />
cardiologia interventistica che in alcune situazioni<br />
cliniche si pongono già ora come possibile alternativa<br />
alla terapia cardiochirurgica tradizionale,<br />
prima fra tutte ad esempio l’impianto di protesi<br />
valvolari aortiche per via percutanea. La particolare<br />
organizzazione della Cardiochirurgia dell’AOU<br />
di Careggi nell’ambito del Dipartimento<br />
cardiologico e dei vasi, nella quale da circa 10 anni<br />
è stata affi data al cardiologo la conduzione clinica<br />
del paziente nel periodo perioperatorio, rappresenta<br />
un privilegiato punto di osservazione da cui<br />
potere apprezzare e divulgare, facendone dominio<br />
pubblico dei cardiologi di base e dei medici di medicina<br />
generale, le applicazioni cliniche della pratica<br />
quotidiana.<br />
PATOLOGIA VALVOLARE MITRALICA<br />
La chirurgia riparativa che si avvale di tecniche<br />
sempre più complesse per potere ottenere<br />
risultati emodinamici ottimali (impiego di corde<br />
tendinee artifi ciali, tecniche di “riposizionamento<br />
dei muscoli papillari-sliding”, anelli protesici<br />
di forma e rigidità diversa etc…) è attualmente<br />
la tecnica di scelta nella correzione della insuffi -<br />
cienza valvolare mitralica, sia degenerativa che<br />
ischemica. I fondamentali studi del gruppo della<br />
Mayo Clinic hanno dimostrato che in pazienti con<br />
malattia coronarica un’insuffi cienza mitralica cronica<br />
anche di entità lieve-moderata si associa ad<br />
20<br />
una più elevata incidenza di scompenso cardiaco<br />
e una più elevata mortalità evidenziabili già ad 1<br />
anno di follow-up. La correzione dell’insuffi cienza<br />
valvolare in concomi-<br />
CARLO ROSTAGNO<br />
tanza con l’intervento di<br />
rivascolarizzazione è in<br />
Dipartimento Area Critica, Università di <strong>Firenze</strong><br />
grado di migliorare sensibilmente<br />
la prognosi.<br />
La accurata valutazione dell’entità e dei meccanismi<br />
fi siopatologici della insuffi cienza mitralica<br />
sono di fondamentale importanza nella scelta della<br />
strategia chirurgica ideale. Nei pazienti in cui<br />
l’insuffi cienza valvolare si manifesta su base funzionale<br />
durante ischemia miocardica transitoria,<br />
riproducibile in laboratorio durante eco stress da<br />
sforzo o farmacologico, è indicato il solo intervento<br />
di rivascolarizzazione miocardica. Qualora invece<br />
l’insuffi cienza valvolare sia dovuta ad un’alterazione<br />
dell’apparato valvolare per una deformazione<br />
geometrica del ventricolo, per una riduzione<br />
della motilità del lembo posteriore della valvola<br />
dovuta ad un’alterazione della cinetica della parete<br />
posteriore o del muscolo papillare posteromediale<br />
quale esito di infarto miocardico, ovvero<br />
di una dilatazione dell’anulus mitralico per una<br />
cardiomiopatia dilatativa ischemica, si pone indicazione<br />
alla riparazione valvolare mediante anuloplastica<br />
riduttiva. Del tutto recentemente, oltre<br />
ad accessi mini invasivi in toracotomia, è stata<br />
proposta per l’impiego in casi selezionati di una<br />
tecnica di “valvuloplastica” per via percutanea. La<br />
procedura, eseguita inserendo il device dalla vena<br />
femorale, viene eseguita per approccio transettale<br />
sotto guida ecocardiografi ca transesofagea. Il dispositivo,<br />
costituito da una clip metallica, viene<br />
posizionato unendo i due lembi valvolari mitralici<br />
creando una sorta di “doppio orifi zio” e viene agganciato<br />
quando, sulla base dei dati ecocardiografi<br />
ci ed emodinamici, si ottiene il migliore risultato<br />
funzionale. Sono in corso studi preliminari per valutare<br />
l’effi cacia del posizionamento, anche questa<br />
per via per cutanea, di una protesi metallica in<br />
seno coronarico che, una volta rilasciata, spingendo<br />
meccanicamente l’anulus mitralico permette di<br />
migliorare l’allineamento delle strutture valvolari<br />
e mima gli effetti di una valvuloplastica chirurgica<br />
riducendo l’entità del rigurgito valvolare.