Qualità e professione Toscana Medica 6/10 50
PREMESSA Parleremo di John Ford, l’Omero del cinema, e del fatto che c’è una folta presenza di medici nei suoi fi lm. Essi, di solito, conducono un’esistenza marginale, posta tra norma sociale e vita trasgressiva e proprio perciò ricevono lo sguardo benevolo del grande cineasta. Egli ama i medici quando sono, e nel suo cinema lo sono sempre, persone socialmente irrequiete, anticonformiste, moralisticamente contestate ed emarginate. Il medico di Ford è colui che ha scelto di lavorare, pensare, vivere su periglioso confi ne che unisce e separa, a un tempo, la vita e la morte e proprio perciò è una fi gura a rischio, sia di scoramento e di fuga sia di sospetto e persecuzione sociale. Perciò i medici fordiani, quando non hanno abbandonato la professione, la esercitano in situazioni diffi cili, lontane dalla società di provenienza: nel selvaggio West, in carcere, in isole sperdute nel Pacifi co, nella Manciuria affl itta dal colera e dal banditismo, risultando alla fi ne eroi senza retorica, quasi che per loro l’eroismo fosse semplicemente, passati i fumi dell’alcool o quelli della disperazione personale, ricordarsi del giuramento d’Ippocrate e metterlo in pratica. Non ci sono mai medici corrotti, assetati di denaro e di potere, votati al carrierismo e al successo sociale nel cinema di John Ford. ALCUNI FILM Il primo personaggio che, in un fi lm fordiano, fa di professione il medico è il dottor Samuel Mudd (l’attore è Werner Baxter) nel fi lm Il prigioniero dell’isola degli squali, 1936. Nel curare, senza domandargli chi fosse e perché fosse ferito, un uomo che poi risulterà l’assassino di Lincoln, egli era convinto di fare il proprio dovere (come farebbe il medico che, nell’<strong>It</strong>alia odierna, curasse un immigrato clandestino senza denunciarlo). Ritenuto complice dell’attentato e rinchiuso in un carcere situato su un’isola sperduta, in mezzo a un mare infestato da squali, quando vi scoppia un’epidemia di febbre gialla si prodiga instancabilmente nel soccorrere sia il personale carcerario che i propri compagni di prigionia. Viene perciò, alla fi ne, graziato. Mudd appare già quale il prototipo del Cinema e sanità Toscana Medica 6/10 I medici nel cinema di John Ford 51 medico fordiano: rifi utato dalla società e costretto ad allontanarsene. In un fi lm dell’anno successivo, Uragano, il dottor Kensaints è anch’egli un medico in fuga dalla civiltà, convinto che gli indigeni dell’isola polinesia- STEFANO BECCASTRINI na in cui vive e svogliatamente opera siano “gli Medico del lavoro di Arezzo, esperto di cinema ultimi rappresentanti dell’affl itta razza umana a sapere cosa sia la libertà”. Egli ha fi nito col diventare un alcolizzato ma l’uragano che si scatena sull’isola gli offre la possibilità di ritrovare un dimenticato orgoglio professionale e personale. Nel 1939, Ford sposta il suo set in quella che diventerà la localizzazione preferita dei suoi western: la Monument Valley. Il primo fi lm che, in quell’anno, vi girò fu Ombre rosse, fi lm profondo, di forti ascendenti letterari (il racconto da cui fu tratto era di Guy De Maupassant), vero inno alla libertà dell’amore e della tollerante solidarietà sociale, urlo d’indignazione contro ogni moralismo e conformismo. La vicenda ha i propri protagonisti più eroici, e non ipocriti, in un giovane ricercato dalla legge, una prostituta e un medico ubriacone (impersonato dallo stesso Thomas Mitchell che era stato il dottor Kensaints nel fi lm precedente). Tutti e tre sono emarginati sociali, vittime del moralismo, “gloriosi rottami della città” com’egli stesso afferma orgoglioso. Viaggiano su una diligenza con altri personaggi che, alquanto borghesemente, li trattano con alterigia e riprovazione. Però, quando il gruppo andrà incontro a pericoli di vario genere (dal parto lungo la strada d’una signora, pienamente riuscito grazie alla bravura del dottore per una volta sobrio, all’assalto da parte