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Le copertine di Toscana Medica<br />
Toscana Medica 6/10<br />
Caravaggio e i suoi discepoli<br />
Un pittore mai passato da <strong>Firenze</strong> si affaccia<br />
in città con le sue opere, tramite<br />
collezionisti di importanza quale il<br />
granduca<br />
Cosimo II<br />
de’ <strong>Medici</strong> o le famiglie<br />
Gerini, Corsini, Guicciardini,<br />
Martelli: ed è subito successo. Michelangelo<br />
Merisi detto Caravaggio trova, infatti, acquirenti e<br />
velocemente i suoi epigoni: si chiamano Gerrit von<br />
Honthorst, Battistello, Artemisia Gentileschi, Bartolommeo<br />
Manfredi, Jusepe Ribera. Perché la città accoglie<br />
le novità luministiche, drammatiche, teatrali<br />
di questi autori, grazie anche al loro concettualismo<br />
così vicino a quello sottinteso nella Maniera.<br />
È il cardinale Del Monte, ambasciatore a Roma<br />
del Granducato fi orentino tra la fi ne del XVI e l’inizio<br />
del XVII, a qualifi carsi come protettore di nuovi personaggi<br />
– ad esempio di Vincenzo Galilei promotore<br />
della musica barocca –, ma anche deciso avversario<br />
del malcostume dilagante presso la curia romana.<br />
Così, si fa protettore del giovane Merisi, ponendolo<br />
al proprio servizio (artistico). La predilezione per la<br />
realtà, la povertà delle composizioni per altri aspetti<br />
4<br />
pur così complesse, la scelta di scene di vita quotidiana,<br />
la riconoscibilità di quanto ritratto, il sentimento<br />
che si affaccia prepotente alla ribalta dell’arte, l’intensa<br />
religiosità persona-<br />
le di Caravaggio, trovano<br />
FEDERICO NAPOLI<br />
presso il cardinale una<br />
precisa rispondenza con<br />
la sua personale volontà di rinnovamento e la sua<br />
certezza nei valori del quotidiano vissuto e non immaginato;<br />
con il suo desiderio di capire e fare capire;<br />
infi ne, con il suo desiderio di riforma. A <strong>Firenze</strong>, una<br />
serie di opere (complessivamente, circa un centinaio)<br />
degli autori sopra nominati, illustrano in una mostra<br />
questo periodo di rinnovamento, in aperto contrasto<br />
con le allora imperanti forme controriformiste.<br />
Di particolare interesse – vista la precedente scarsa<br />
documentazione in merito – la vicenda della decorazione<br />
della Cappella Guicciardini presso la chiesa<br />
di Santa Felicita, mai approdata alla sua realizzazione<br />
che avrebbe dovuto essere curata dai caravaggeschi<br />
Cecco del Caravaggio, Gerrit von Honthorst e<br />
Spadarino. D’altro canto, la Galleria Palatina e gli<br />
Uffi zi hanno una vasta documentazione pittorica del<br />
Seicento: ora lo hanno strutturato in una mostra dal<br />
titolo Caravaggio e i caravaggeschi a <strong>Firenze</strong>,<br />
esposizione che occupa sia la Sala Bianca presso<br />
Pitti, sia i locali adibiti a mostre temporanee presso<br />
la Galleria degli Uffi zi. Inoltre, nella villa Bardini,<br />
che si affaccia alta sul colle sopra una <strong>Firenze</strong> che<br />
pare potersi toccare nella prospettiva ravvicinata, è<br />
allestita una mostra dal titolo Caravaggio e la modernità.<br />
I dipinti della Fondazione Longhi stretta<br />
attorno al quadro di Caravaggio Ragazzo morso dal<br />
ramarro posseduto dalla stessa Fondazione.<br />
In questo anno in cui si celebra il quarto centenario<br />
della morte di Michelangelo Merisi, battezzato a Milano<br />
(come recentemente confermato dal ritrovamento<br />
del certifi cato relativo) e trasferito in giovane età presso<br />
la non lontana cittadina di Caravaggio, le mostre<br />
fi orentine parallelamente alle due romane (Galleria<br />
Borghese e Scuderie del Quirinale) richiamano l’attenzione<br />
degli interessati sulla perdurante attualità<br />
di Caravaggio, inquieto, dinamico, drammatico, anche<br />
violento, alla costante ricerca di una certezza.<br />
D’altro canto, da tempo le mostre sul pittore lombardo<br />
superano come richiamo presso un più largo<br />
pubblico personaggi quali Michelangelo, Leonardo e<br />
gli Impressionisti. La mostra è stata ideata e curata da<br />
Gianni Papi; per la mostra al Bardini, da Mina Gregori;<br />
i cataloghi sono editi da Giunti Editore - Sillabe; le<br />
esposizioni sono aperte fi no al 17 ottobre.<br />
TM