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BIOLOGIA - SOLUZIONI E COMMENTI «<br />
osso pieno, costituisce la porzione maggiore e rappresenta<br />
la parte che viene sottoposta a carico, e una<br />
parte posteriore, l’arco vertebrale, formato da due<br />
lamine ossee unite anteriormente tramite i peduncoli<br />
al corpo della vertebra e posteriormente tra di loro. Il<br />
corpo e l’arco delimitano un canale detto forame<br />
vertebrale; la sovrapposizione dei forami vertebrali<br />
forma il canale vertebrale, nel quale è contenuto il<br />
midollo spinale. Ai lati di ciascuna vertebra, nel<br />
punto di congiunzione di ogni peduncolo con la<br />
lamina, si trova una sporgenza, chiamata apofisi<br />
trasversa; all’angolo formato dalla congiunzione di<br />
due lamine dell’arco vi è un’altra sporgenza, denominata<br />
apofisi spinosa. Alla base dell’apofisi trasversa<br />
vi è una coppia di strutture, che si articolano con le<br />
vertebre adiacenti: una coppiasitrovasullasuperficie<br />
superiore e un’altra coppia su quella inferiore di<br />
ogni vertebra. Gli spazi tra le vertebre permettono il<br />
passaggio dei nervi spinali che sono collegati al<br />
midollo spinale. La caratteristica principale che contraddistingue<br />
le vertebre toraciche da quelle degli<br />
altri tratti è la presenza di faccette articolari per la<br />
testa delle coste nelle porzioni laterali del corpo, in<br />
particolare un’emifaccetta articolare a ridosso del<br />
margine superiore, destinata ad articolarsi alla costa<br />
dello stesso livello, e un’emifaccetta articolare a<br />
ridosso di quello inferiore, atta ad articolarsi con la<br />
costa del livello inferiore; le teste delle coste prendono<br />
inoltre contatto con il disco fibroso interposto<br />
tra i corpi vertebrali.<br />
376 Risposta: E. Continuando le ricerche condotte<br />
da Frederik Griffith nel 1928, Avery lavorò con<br />
MacLeod and McCarty sul mistero dell’ereditarietà.<br />
Erano a loro disposizione tecniche per rimuovere<br />
selettivamente dai batteri diversi composti organici:<br />
se i batteri della linea R fossero ancora stati in grado<br />
di trasformarsi, allora le sostanze rimosse non sarebbero<br />
potute essere quelle portatrici di geni. I batteri<br />
della linea S come prima cosa furono privati delle<br />
grandi strutture cellulari. Poi furono trattati con enzimi<br />
protesici, in grado di rimuovere le proteine dalle<br />
cellule prima che le rimanenti fossero piastrate insieme<br />
ai batteri della linea R. I batteri della linea R<br />
risultarono ugualmente trasformati, indicando che le<br />
proteine non potevano essere portatrici del gene che<br />
causava la mutazione. Allora i rimanenti batteri della<br />
linea R furono trattati con un enzima deossiribonucleasico,<br />
il quale rimuove selettivamente il DNA. In<br />
seguito a questo trattamento i batteri R non erano più<br />
in grado di trasformare e questo indicò che il DNA<br />
nelle cellule è il portatore dell’informazione genetica<br />
contenuta nei geni.<br />
377 Risposta: B. Gli pneumociti di II tipo sono<br />
cellule che sporgono dall’epitelio alveolare,<br />
la cui funzione è quella di secernere all’interno dell’alveolo<br />
una sostanza tensioattiva, la quale agisce<br />
sulla tensione superficiale presente in corrispondenza<br />
del sottile velo umido che riveste ogni alveolo,<br />
impedendo l’eccessiva distensione di esso durante<br />
l’inspirazione e il suo collasso durante l’espirazione.<br />
Se questa sostanza non viene prodotta o viene prodotta<br />
in ridotte quantità, la dilatazione del lume<br />
dell’alveolo non rimane costante e gli scambi gassosi<br />
ne risentono.<br />
378 Risposta: B. I ribosomi sono formati per due<br />
terzi da RNA e per un terzo da proteine; essi<br />
contengono l’rRNA (RNA ribosomico). Ogni ribosoma<br />
è composto da due subunità: lapiùpiccolahaun<br />
sito di legame per l’mRNA mentre la più grande ha<br />
due siti di legame per i tRNa con i loro amminoacidi<br />
attaccati.<br />
379 Risposta: E. L’emofilia è unagravemalattiadel<br />
sangue a impronta emorragica consistente essenzialmente<br />
in un forte ritardo della coagulazione<br />
del sangue stravasato per emorragia a causa della<br />
mancanza o carenza della sintesi del fattore VIII<br />
della coagulazione. La malattia è causatadaunallele<br />
recessivo difettoso del gene che codifica per la sintesi<br />
del fattore VIII della coagulazione, situato sul cromosoma<br />
sessuale X; l’allele difettoso (Xe) è trasmesso<br />
dalla madre portatrice sana (XeX) in cui la malattia<br />
non si manifesta o dalla madre malata (XeXe).<br />
Tutti gli individui maschi che ereditano il gene difettoso<br />
Xe diventeranno soggetti malati (XeY). In questo<br />
caso la femmina I-1 deve essere una portatrice<br />
sana, perché non manifesta la malattia, mentre il<br />
maschio I-2 deve essere sano poiché non ha sicuramente<br />
un cromosoma Xe (che manifesterebbe la malattia).<br />
Nella prole le due femmine (II-2 e II-3) non<br />
presentano la malattia, ma entrambi hanno una probabilità<br />
del 50% di portare un cromosoma Xe.<br />
380 Risposta: E. Tutti i batteri appartengono al<br />
regno procariote. I procarioti sono organismi<br />
unicellulari di cui fanno parte i batteri ma anche le<br />
alghe verdi e blu; queste ultime possiedono pigmenti<br />
fotosintetici oltre la clorofilla mentre i batteri sono<br />
privi di pigmenti fotosintetici e quindi indifferenti<br />
alla luce. Inoltre i batteri mancano di una membrana<br />
nucleare, dell’apparato del golgi, dei mitocondri e<br />
hanno dimensioni molto piccole (0,3-2 mm) rispetto<br />
una normale cellula eucariote (3-25 mm).<br />
381 Risposta: A. Nei pesci la fecondazione è esterna;<br />
essi liberano in ambiente acquatico i gameti<br />
maschili e femminili e in questa sede solo i<br />
gameti che si fondono, daranno vita a un nuovo<br />
individuo. Per ottenere la proliferazione della specie,<br />
la natura ha dotato i pesci della capacità di produrre e<br />
immettere in ambiente esterno un numero elevatissimo<br />
di gameti, soprattutto di cellule uovo in modo tale<br />
di aumentare le probabilità che esse vengano fecondate.<br />
Nel caso degli animali, la fecondazione è interna;<br />
quindi i gameti maschili e femminili si incontrano<br />
all’interno del corpo della femmina, in un ambiente<br />
protetto da qualsiasi stimolo esterno. Il van-<br />
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