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Geologia & Salute - AGMItalia

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che possono costituire un pericolo per la salute<br />

umana (l'area vulsina, la provincia di Roma,<br />

l'area dei Colli Albani e la fascia costiera<br />

da Pomezia ad Anzio. Nel settembre del<br />

1999 in seguito alla morte per anossia di<br />

trenta capi di bestiame, causata da emanazioni<br />

di anidride carbonica in località Cava<br />

dei Selci (Comune di Marino, settore occidentale<br />

dei Colli Albani), la Regione Lazio ha<br />

ritenuto opportuno ed urgente effettuare delle<br />

indagini nel territorio regionale al fine di ottenere<br />

una cartografia tematica delle aree<br />

soggette a maggior rischio ambientale a breve<br />

termine, per CO 2 e H 2S, ed a lungo termine<br />

in relazione agli aspetti epidemiologici<br />

connessi al rischio radon. A tale riguardo la<br />

Regione Lazio ha proposto una legge, attualmente<br />

sottoposta al Consiglio Regionale,<br />

in cui sono stati individuati i valori limite di radon<br />

indoor per edifici esistenti o di nuova costruzione.<br />

Questo lavoro intende fornire alcune informazioni<br />

sullo studio delle aree ad alta pericolosità<br />

da radon attraverso alcuni dei principali<br />

risultati ottenuti in 30 anni di attività durante<br />

la quale sono stati prelevati circa<br />

30000 campioni di gas del suolo di cui circa<br />

15000 hanno riguardato la misura dell'attività<br />

di radon. I risultati ottenuti mediante l'applicazione<br />

di alcune tecniche statistiche di<br />

base hanno fornito informazioni fondamentali<br />

per la comprensione di quei fenomeni naturali<br />

che legano la presenza del radon a differenti<br />

scenari geologici e in differenti litotipi.<br />

Il radon nei diversi scenari geologici<br />

Il radon è stato scoperto all'inizio del 1900 e<br />

indica l'elemento con la massa atomica 222<br />

ed il numero atomico 86, cioè l'isotopo 222Rn.<br />

In totale esistono 26 isotopi del radon ma solo<br />

tre di questi si riscontrano in natura: l'attinon<br />

( 219Rn) della serie dell'uranio ( 235U), il toron<br />

( 220Rn) della serie di decadimento del torio<br />

( 232Th) ed il radon ( 222Rn) della serie di<br />

decadimento dell'uranio ( 238U). A differenza<br />

degli altri prodotti di questa serie, il radon è<br />

l'unico gassoso e, nonostante il suo breve<br />

tempo di dimezzamento (3.82 giorni), può<br />

spostarsi facilmente dal punto d'origine ri-<br />

24<br />

spetto agli altri radionuclidi prodotti dalla<br />

stessa catena radioattiva che sono solidi<br />

(Fig. 1). Chimicamente il radon è un gas nobile,<br />

incolore, inodore, insapore e quasi inerte.<br />

Esso è solo moderatamente solubile nell'acqua<br />

(a 20 °C il coefficiente di solubilità è<br />

di 0.25), ciò significa che il radon preferisce<br />

distribuirsi in aria piuttosto che in acqua, e<br />

per tale motivo il radon esolve facilmente<br />

dall'acqua anche mediante una semplice<br />

agitazione, ad esempio, in corrispondenza<br />

delle sorgenti la maggiore parte del radon si<br />

volatilizza velocemente. Dal punto di vista<br />

geochimico il 222Rn è un elemento in traccia<br />

e la sua distribuzione nei diversi scenari geologici<br />

dipende dall'abbondanza del suo capostipite,<br />

l' 238U, e/o del diretto genitore, il 226Ra.<br />

La concentrazione media dell'uranio sulla<br />

crosta terrestre è di circa 3 ppm (parti per milione)<br />

(quella del radio è di circa 1-2 pCi/g<br />

=1-2 ppt, parti per trilione), essa varia sensibilmente<br />

nei diversi tipi di rocce ed è più alta<br />

nelle rocce ignee acide (nei graniti in particolare<br />

è circa 4 ppm) e relativamente bassa<br />

nelle rocce ignee basiche (circa 0.5 ppm) ed<br />

in quelle sedimentarie (circa 1 ppm nei calcari).<br />

Il radio, al contrario dell'uranio, ha una<br />

bassa mobilità in ambienti ossidanti e può<br />

dare origine ad accumuli secondari composti<br />

principalmente da carbonati insolubili. La<br />

Fig. 1. Catena di decadimento dell'Uranio-238.

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