Geologia & Salute - AGMItalia
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Fig. 2. Pazienti affetti da labiopalatoschisi di severa entità.<br />
le zone che controllano la vista, l'udito e l'equilibrio.<br />
I sali inorganici e i composti organici<br />
di Hg sono invece assorbiti dal tratto gastrointestinale<br />
e, attraverso il sangue, si distribuiscono<br />
ai vari tessuti; tali composti sono<br />
inoltre in grado di attraversare la placenta<br />
producendo effetti teratogeni. In generale l'esposizione<br />
cronica al Hg provoca una forma<br />
di tossicità di carattere prevalentemente<br />
neurologico manifestazione nota come sindrome<br />
vegetativa astenica.<br />
Gli effetti tossici del Hg furono rivelati clamo-<br />
38<br />
rosamente nel 1953, quando numerose persone<br />
nei pressi di Minamata, nell'Isola di<br />
Kyushu, in Giappone, manifestarono strani<br />
sintomi, a carattere cronico e grave, tra cui<br />
barcollamenti, andatura a scatti, perdita di<br />
destrezza manuale, difficoltà di parola, cecità,<br />
e sordità. Si introdusse allora il termine di<br />
"sindrome di Minamata" (Fig. 3). Tra le famiglie<br />
che dipendevano dal mare per l'approvvigionamento<br />
di cibo, ci furono 121 casi di intossicazione<br />
con 46 morti e 25 neonati deformati<br />
e ritardati tra gli anni 1955 e 1959 su<br />
un totale di 400 nascite. I neonati di Minamata<br />
svilupparono paralisi cerebrale e altri<br />
sintomi neurologici quali la "Corea di Huntington"<br />
(continui, rapidi ed involontari movimenti<br />
a scatti), tremori e ritardi mentali. Si<br />
scoprì che quelle persone avevano mangiato<br />
pesci e molluschi contenenti elevate concentrazioni<br />
di Hg e provenienti della baia di<br />
Minamata, dove una fabbrica di plastica scaricava<br />
ingenti quantità di composti contenenti<br />
questo elemento. Gli studi di epidemiologia<br />
ambientale evidenziarono la capacità di bioaccumulo<br />
del metallo, la capacità cioè del<br />
mercurio, di concentrarsi in maniera cre-<br />
Fig. 3. La "sindrome di Minamata" in una celebre immagine del fotografo americano W. Eugene Smith (1918-1978).