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Geologia & Salute - AGMItalia

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che al Pb possono risultare in un aumento<br />

delle carie dentarie nei bambini, degli aborti<br />

e dei nati morti.<br />

EIT tossici ed anomalie morfologiche nei<br />

microrganismi marini: implicazioni per lo<br />

stato di salute dell'ambiente marino<br />

I foraminiferi, protozoi delle dimensioni dell'ordine<br />

di qualche centinaia di micron, sono<br />

comunemente utilizzati nelle ricerche di tipo<br />

ambientale per una serie di motivi: 1) sono<br />

organismi capaci di registrare nel loro guscio<br />

le fondamentali variazioni ambientali; 2) sono<br />

ampiamente distribuiti in tutti gli ambienti<br />

marini; 3) le loro ridotte dimensioni e la loro<br />

abbondanza consentono di ottenere associazioni<br />

statisticamente significative anche<br />

da campioni non particolarmente abbondanti;<br />

4) hanno un ciclo vitale talmente breve<br />

(generalmente solo alcuni mesi) da consentire<br />

di valutare accuratamente le variazioni<br />

ambientali che si verificano in un ristretto intervallo<br />

di tempo; 5) sono molto sensibili allo<br />

stress ambientale.<br />

I foraminiferi bentonici in particolare, vivendo<br />

in corrispondenza o appena al di sotto dell'interfaccia<br />

acqua-sedimento, possono fornire<br />

utili informazioni sulle condizioni di fondo.<br />

Ricerche condotte su sedimenti antichi ed attuali<br />

e perfino in laboratorio hanno dimostrato<br />

che in ambienti particolarmente stressati<br />

quali quelli arricchiti in inquinanti come gli<br />

EIT, alcune specie sviluppano diversi tipi di<br />

anomalie morfologiche (Fig. 5) oppure - come<br />

forme opportuniste e quindi più resistenti<br />

- dominano le associazioni (Coccioni,<br />

2000; Coccioni et al., 2003, 2004, 2005a,b;<br />

con referenze).<br />

Queste ricerche si inquadrano nell'ottica dello<br />

sviluppo di nuove metodologie per il monitoraggio<br />

biologico dei differenti tipi di contaminazione<br />

negli ambienti di transizione e<br />

marino-costieri.<br />

I foraminiferi bentonici risultano essere ottime<br />

centraline dell'inquinamento in ambiente<br />

marino. Tra i bioindicatori essi rappresentano<br />

un gruppo molto importante e particolarmente<br />

economico per monitorare e valutare lo<br />

stato di salute dell'ambiente marino ed evi-<br />

40<br />

denziare gli effetti biologici di sostanze inquinanti<br />

come gli EIT.<br />

La consistente presenza di esemplari morfologicamente<br />

anormali può, quindi, essere un<br />

segnale che allerta i ricercatori che si occupano<br />

di inquinamento, così come è possibile<br />

stabilire quando tali fenomeni abbiano iniziato<br />

a manifestarsi e se sono limitati all'epoca<br />

post-industriale. Sembra trovare conferma<br />

anche la possibilità di utilizzare la percentuale<br />

di esemplari anormali come un possibile<br />

"indice" di stress ambientale.<br />

Osservazioni conclusive<br />

L'esposizione e l'ingestione di EIT tossici<br />

possono provocare negli organismi viventi<br />

una vasta gamma di effetti biologici a seconda<br />

del livello e della durata di esposizione e<br />

della quantità di materiale ingerito. Alcuni EIT<br />

sono perfino teratogeni, esercitando i loro effetti<br />

tossici con lo sviluppo di anomalie e deformazioni<br />

morfologiche e di malformazioni<br />

congenite che indubbiamente rappresentano<br />

un problema di salute pubblica rilevante e ad<br />

alto impatto sociale. Le corrispondenze tra<br />

EIT e manifestazioni teratologiche possono<br />

variare geograficamente e in maniera non lineare<br />

e non sono sempre chiari meccanismi<br />

e correlazioni univoche. Lo sviluppo di anomalie<br />

morfologiche in alcuni microrganismi<br />

marini possono comunque aiutarci a definire<br />

lo stato di salute dell'ambiente marino.<br />

Fig. 5. Foraminiferi bentonici normali (sopra) e anormali<br />

(sotto). Scala: 100 micron.

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