Geologia & Salute - AGMItalia
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ESISTE CONTAMINAZIONE ORIGINATA DALLE MINIERE DI ZOLFO<br />
ABBANDONATE DI MARCHE E ROMAGNA?<br />
Introduzione<br />
La mobilità di elementi chimici in area di miniera<br />
rappresenta un problema importante<br />
per la salute umana e degli ecosistemi naturali<br />
perché gli organismi vengono esposti a<br />
elevate concentrazioni di elementi potenzialmente<br />
tossici per tempi lunghi (Davies,<br />
1983). Problemi importanti sono presenti<br />
quando le attività estrattive sono in atto (ad<br />
es.: dipersione di fluidi e polveri contaminati,<br />
utilizzo di sostanze chimiche potenzialmente<br />
pericolose) ma problemi di contaminazione<br />
ambientale, e quindi per la salute, molto<br />
spesso permangono anche oltre il termine<br />
delle attività estrattive. Infatti quasi tutte le<br />
aree minerarie sono caratterizzate da cumuli<br />
di materiale "sterile", residuo delle lavorazioni,<br />
che possono rappresentare un problema<br />
ambientale significativo in quanto sorgente<br />
di elementi per le varie matrici ambientali<br />
con cui i metalli possono interagire.<br />
Queste fonti secondarie di contaminazione<br />
rappresentano sorgenti localizzate, ma persistenti,<br />
di sostanze dannose per la qualità<br />
ambientale. Infatti la granulometria fine, la<br />
porosità degli accumuli, la presenza di fasi<br />
reattive sono fattori che favoriscono le interazioni<br />
acqua/solido e possono condizionare<br />
fortemente il chimismo di acque e sedimenti<br />
e quindi la qualità degli ambienti circostanti<br />
queste aree.<br />
Un problema che in Italia può rappresentare<br />
un aspetto marginale e ristretto ad alcune<br />
aree geografiche dove le attività minerarie<br />
sono state intense, diffuse e con importante<br />
impatto ambientale: Sardegna (Caboi et al.,<br />
1993; Cidu & Fanfani, 2002; Frau and Ardau,<br />
2003), Toscana (Benvenuti et al., 1997;<br />
2000; Baroni et al., 2000), Appennino setten-<br />
Enrico Dinelli<br />
CIRSA (Centro Interdipartimentale di Ricerca per le Scienze Ambientali), Università di Bologna,<br />
sede di Ravenna; Dipartimento di Scienze della Terra e Geologico-Ambientali, Università<br />
di Bologna; E-mail: dinelli@ambra.unibo.it<br />
trionale (Dinelli et al., 1998, 2001; Dinelli and<br />
Tateo, 2001a, 2001b, 2002), Alpi (Rascio,<br />
1977; Leita et al., 1988). Attività estrattive di<br />
minore estensione ed importanza sono diffuse<br />
sull'intero territorio nazionale e in questo<br />
caso verranno presentati i risultati relativi<br />
a indagini svolte a carico di discariche abbandonate<br />
di miniere di zolfo tra Romagna e<br />
Montefeltro.<br />
Miniere e attività estrattive<br />
Le discariche investigate (le miniere abbandonate<br />
di Formignano, Boratella e le miniere<br />
di Perticara) sono localizzate nella zona di<br />
confine tra le regioni Emilia-Romagna e Marche,<br />
a cavallo tra le valli dei fiumi Savio e<br />
Marecchia. Le miniere sfruttavano mineralizzazioni<br />
a zolfo associate alla Formazione<br />
Gessoso-solfifera. Si tratta di una mineralizzazione<br />
di tipo sedimentario, prodotta dalla<br />
riduzione in fase di diagenesi dello zolfo presente<br />
in altra forma alla base della Formazione<br />
Gessoso-solfifera gli elementi ad essa<br />
associati sono tipicamente quelli arricchiti in<br />
ambiente evaporitico mentre sono state valutate<br />
le distribuzioni di altri elementi potenzialmente<br />
tossici (Pb, V, As, Se, Cu, Co) leggermente<br />
arricchiti nei depositi argillosi ricchi<br />
in sostanza organica intercalati agli orizzonti<br />
mineralizzati.<br />
Il materiale estratto, grezzo, con minerale e<br />
sterile, veniva generalmente lavorato sul posto<br />
per l'estrazione dello Zolfo. La tecnica di<br />
lavorazione era particolare: tutto il materiale<br />
veniva accumulato in grandi pile su una superficie<br />
leggermente inclinata (i cosiddetti<br />
"calcaroni"), con il materiale più grossolano e<br />
ricco in minerale a nucleo ed un copertura di<br />
inerti, generalmente rocce sterili, per evitare<br />
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