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Geologia & Salute - AGMItalia

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RISCHIO AMIANTO NELLE ALPI OCCIDENTALI:<br />

UN APPROCCIO INTEGRATO<br />

Maura Tomatis 1a, Stefania Daghino 2a, Sergio E. Favero-Longo 2a,<br />

Elisa Fornero 3a, Elena Gazzano 4a, Chiara Groppo 3a, Francesco Turci 1a,<br />

Roberto Compagnoni 3a, Dario Ghigo 4a e Bice Fubini 1a<br />

a Centro Interdipartimentale "G. Scansetti" per lo Studio degli Amianti e di altri Particolati Nocivi<br />

- Università di Torino<br />

www.centroscansetti.unito.it<br />

1Dipartimento di Chimica Inorganica, Fisica e dei Materiali; 2Dipartimento di Biologia Vegetale;<br />

3Dipartimento di Scienze Mineralogiche e Petrologiche; 4Dipartimento di Genetica, Biologia<br />

e Biochimica - Università di Torino<br />

Corresponding author: E-mail: bice.fubini@unito.it<br />

In seguito alla messa al bando, nel 1992,<br />

della loro estrazione, commercializzazione<br />

ed utilizzo, gli amianti da problema principalmente<br />

occupazionale si sono trasformati in<br />

un problema di tipo ambientale.<br />

Infatti, sia i numerosi manufatti contenenti<br />

amianto ancora in opera (ad es. coperture di<br />

cemento-amianto) che le aree naturali ricche<br />

di rocce serpentinitiche possono essere fonte<br />

di dispersione di fibre nell'ambiente. In<br />

quest'ultimo caso tale dispersione può essere<br />

indotta sia dagli agenti atmosferici che<br />

dalle attività antropiche.<br />

Esistono perciò delle necessità immediate<br />

quali:<br />

- valutare il rischio per la salute<br />

umana associato alla movimentazione di<br />

rocce serpentinitiche<br />

- individuare il modo di limitare la<br />

dispersione di fibre nell'aria<br />

- gestire i suoli contaminati e le superfici<br />

rocciose esposte<br />

Il Centro "G. Scansetti" è un centro interdipartimentale<br />

dell'Università di Torino, nato<br />

nel 2000 dalla necessità di un approccio multidisciplinare<br />

ai problemi connessi alla tossicità<br />

delle polveri aerodisperse quali amianti e<br />

fibre artificiali sostitutive, silici cristalline, particolato<br />

atmosferico, nanoparticelle, polveri<br />

metalliche, ecc. Dal 2002 il Centro, grazie alla<br />

collaborazione ad al supporto economico<br />

della regione Piemonte, sta portando avanti<br />

un progetto di ricerca multidisciplinare sul ri-<br />

schio amianto in due vallate piemontesi, progetto<br />

a cui partecipano tutti i dipartimenti afferenti<br />

al Centro (Chimica IFM; Genetica,<br />

Biologia e Biochimica; Scienze Mineralogiche<br />

e Petrologiche; Traumatologia, Ortopedia<br />

e Medicina del Lavoro; Scienze Biomediche<br />

ed Oncologia Umana; Biologia Vegetale).<br />

Gli obiettivi sono:<br />

- identificare le fibre presenti sul territorio<br />

e realizzare una mappa della distribuzione<br />

dei minerali asbestiformi<br />

- valutare l'esposizione degli animali<br />

e della popolazione alle fibre asbestiformi e<br />

verificare l'esistenza di un'eventuale eccesso<br />

di mesotelioma (tumore tipicamente indotto<br />

dall'amianto)<br />

- effettuare una valutazione comparativa<br />

della tossicità dei vari tipi di fibre<br />

- fornire indicazioni su come inattivare<br />

le fibre disperse nel suolo<br />

Il progetto, che si suddivide in cinque sottoprogetti,<br />

viene svolto nell'ambito di altrettanti<br />

dottorati di ricerca.<br />

La prima parte, strettamente geologica, risponde<br />

all'esigenza di effettuare una mappatura<br />

dei principali affioramenti di serpentiniti<br />

e di identificare e determinare presenza, abbondanza<br />

e distribuzione dei minerali asbestiformi<br />

(fig.1). Altro obiettivo è mettere a<br />

punto una tecnica che consenta di valutare<br />

la quantità di amianti presenti nei suoli e nelle<br />

rocce.<br />

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