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Geologia & Salute - AGMItalia

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ANOMALIE E BIODISPONIBILITÀ DI METALLI IN SEDIMENTI<br />

SUPERFICIALI DELLA PIANA COSTIERA EMILIANO-ROMAGNOLA<br />

Irene Sammartino e Alessandro Amorosi<br />

Dipartimento di Scienze della Terra e Geologico-Ambientali, Università di Bologna, Piazza di<br />

Porta San Donato 1, 40126 Bologna; E-mail: irene@geomin.unibo.it<br />

Introduzione<br />

E' comunemente riconosciuto che la concentrazione<br />

naturale degli elementi chimici nell'ambiente<br />

superficiale possa variare anche<br />

di alcuni ordini di grandezza, principalmente<br />

in relazione alle caratteristiche geologiche<br />

dei sedimenti e alle aree fonte di questi (Tarvainen<br />

& Kallio, 2002). In alcune zone le concentrazioni<br />

naturali di elementi potenzialmente<br />

tossici possono persino eccedere i<br />

valori limite designati per le aree contaminate.<br />

Nonostante sia oggi riconosciuto che in<br />

terreni non consolidati la distribuzione dei<br />

valori di background di elementi potenzialmente<br />

tossici dipenda essenzialmente dalla<br />

composizione del sedimento (a sua volta,<br />

funzione dell'area di provenienza) e dalla<br />

sua granulometria e che quindi la piena<br />

comprensione della variabilità dei parametri<br />

geochimici non possa prescindere da uno<br />

studio delle caratteristiche geologiche di un<br />

territorio condotto parallelamente a quello<br />

geochimico, pochi lavori si sono occupati in<br />

maniera approfondita delle relazioni tra caratteristiche<br />

geologiche del territorio e composizione<br />

chimica del sedimento.<br />

Grazie alla notevole varietà di facies affioranti<br />

e all'abbondanza di dati geologici recenti<br />

disponibili, sia a livello cartografico (vedi<br />

i numerosi fogli della Carta Geologica d'Italia<br />

in scala 1:50.000 a cura della Regione<br />

Emilia-Romagna) che stratigrafico-sedimentologico<br />

(Amorosi & Colalongo, 2005, con riferimenti<br />

bibliografici), la porzione sud-orientale<br />

della Pianura Padana, corrispondente<br />

alla piana costiera ferrarese (Foglio 205 -<br />

Comacchio) e ravennate (Foglio 223 - Ravenna)<br />

si presenta come un'area particolarmente<br />

adatta ad indagare in quale misura la<br />

composizione del bacino di drenaggio e i<br />

processi sedimentari operanti negli ultimi<br />

duemila anni abbiano influenzato la distribuzione<br />

degli elementi chimici nel territorio.<br />

Gli studi geochimici condotti in un vasto settore<br />

di sottosuolo dell'area padana (Amorosi<br />

et al., 2002) e nella pianura ferrarese (Bianchini<br />

et al. 2002) hanno evidenziato anomalie<br />

naturali nel tenore in alcuni metalli, quali<br />

nichel e cromo, presenti in concentrazioni<br />

maggiori dei tenori massimi ammessi dalla<br />

legge nelle aree destinate all'uso di verde<br />

pubblico e residenziale. Tenori naturali di Cr<br />

e Ni così elevati sono stati interpretati come<br />

il risultato dello smantellamento dei complessi<br />

ofiolitici dell'Appennino emiliano e delle Alpi<br />

Occidentali e del successivo trasporto ad<br />

opera del Fiume Po. Al contrario, i depositi<br />

attribuiti ad aree fonte localizzate nell'Appennino<br />

romagnolo sono caratterizzati da un<br />

contenuto in Cr e Ni notevolmente inferiore.<br />

Questi risultati hanno recentemente trovato<br />

conferma nella distribuzione di Cr nei sedimenti<br />

della piana costiera ferrarese e ravennate<br />

(Amorosi & Sammartino, in stampa -<br />

Fig. 1). L'effetto della variabilità composizionale<br />

dei sedimenti associato al contributo<br />

antropico in metalli si riflette direttamente<br />

sulla vegetazione e sugli organismi viventi a<br />

stretto contatto con il substrato. Questi possono<br />

infatti adsorbire i metalli e incrementare<br />

quindi il potenziale di questi ultimi ad entrare<br />

nella catena alimentare (Liaghati et al.,<br />

2003). Con il termine di biodisponibilità viene<br />

definita la quantità totale di metallo che può<br />

essere assimilata dagli esseri viventi (Plant<br />

et al., 2001). Nella maggioranza dei casi si<br />

osserva che la quantità di metallo biodisponibile<br />

non corrisponde alla concentrazione<br />

totale dello stesso, ma ne rappresenta solamente<br />

una frazione. La fase critica durante la<br />

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