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Geologia & Salute - AGMItalia

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MINERALI UTILIZZATI A SCOPI TERAPEUTICI, DALLA TRADIZIONE<br />

ANCESTRALE ALLA FARMACOLOGIA MODERNA<br />

Fabio Tateo 1, Luca Medici 2 e Vito Summa 2<br />

1 Istituto di Geoscienze e Georisorse CNR, c/o Dip. <strong>Geologia</strong>, Paleontologia e Geofisica, Via<br />

Giotto 1 - 35137 Padova; E-mail: tateo@igg.cnr.it<br />

2 Istituto di Metodologie per l'Analisi Ambientale CNR, zona industriale - 85050 Tito scalo (PZ)<br />

Introduzione<br />

I minerali utilizzati a scopi terapeutici sono<br />

numerosi e certamente il loro uso era più sviluppato<br />

prima che l'industria farmaceutica<br />

raggiungesse lo sviluppo odierno. Verranno<br />

presi in considerazione tre fasi o modalità di<br />

assunzione dei "geo-farmaci": una fase "ancestrale",<br />

intendendo con questo termine un<br />

uso molto antico (ma non per questo abbandonato)<br />

e non basato su motivazioni razionali<br />

e su controllo scientifico degli effetti; una<br />

fase storica, ossia documentata con criteri<br />

moderni, in cui l'effetto terapeutico è legato<br />

ad un meccanismo di azione spiegato o almeno<br />

ipotizzato; una fase di sviluppo futuro,<br />

cioè alcuni spunti di ricerca. Volendo prendere<br />

in considerazione l'uso dei minerali in contesti<br />

di tempo e di situazioni molto distanti, risulta<br />

inevitabile restringere il campo solo ad<br />

un gruppo di minerali. I minerali argillosi si<br />

prestano molto bene allo scopo per vari motivi:<br />

a) sono ampiamente disponibili in moltissimi<br />

ambienti naturali; b) sono adattabili a diverse<br />

esigenze terapeutiche; c) sono stati<br />

utilizzati nelle tre fasi temporali che verranno<br />

prese in considerazione.<br />

La fase ancestrale<br />

In questa nota la fase ancestrale si identifica<br />

in pratica con la geofagia, ossia l'ingestione<br />

volontaria e regolare di quello che nel linguaggio<br />

comune si identifica come "terra". Si<br />

tratta di suoli o di argille estratte appositamente,<br />

ma anche di materiali di altra natura<br />

(per esempio accumuli legati ai termitai). La<br />

geofagia è praticata dall'uomo (ancora oggi)<br />

e da diversi animali. Per quanto riguarda gli<br />

esseri umani costituisce un campo di studio<br />

antropologico e sanitario molto aperto e di-<br />

battuto. Alcune categorie sembrano più propense<br />

alla geofagia: bambini, adolescenti<br />

(soprattutto le femmine) e donne durante la<br />

gravidanza. Alcuni dati sono decisamente<br />

sorprendenti, per esempio Geissler et al.<br />

(1997) intervistando 285 scolari kenioti, hanno<br />

evidenziato che il 73% di loro praticava la<br />

geofagia, con percentuali molto alte fra i<br />

bambini sotto gli 8 anni (circa 90%) e più<br />

basse fra 15 e 18 anni (circa 30% fra i maschi<br />

e circa 80% fra le femmine). Oltre a diverse<br />

segnalazioni in Africa, in Asia e in<br />

America centrale e meridionale, non può non<br />

stupire che anche per gli Stati Uniti ci siano<br />

documentazioni di geofagia (Grigsby et al.,<br />

1999).<br />

Molti autori hanno indagato le motivazioni<br />

che portano uomini e animali a praticare la<br />

geofagia. Per quanto riguarda i primati si ritiene<br />

che la geofagia rappresenti un adattamento<br />

funzionale, mentre per gli esseri umani<br />

i pareri sono discordi. Senza entrare nel<br />

merito antropologico delle varie posizioni, si<br />

possono individuare alcune motivazioni riportate<br />

da varie fonti recenti: ricordo di paleonutrizione;<br />

impulso istintivo in risposta a<br />

necessità fisiologiche; retaggio culturale; rimedio<br />

naturale contro diverse affezioni;<br />

aberrazione psicologica (picacismo = attitudine<br />

a cibarsi di materiale non nutriente). La<br />

varietà di cause mostra quanto sia complesso<br />

il fenomeno e in quante direzioni sia comunque<br />

possibile rintracciare una motivazione<br />

plausibile. Definire la causa che porta a<br />

ingerire "terra" è uno dei due punti cardine<br />

della questione, l'altro riguarda gli effetti della<br />

geofagia sull'organismo. In una recente revisione<br />

Wilson (2003) ha individuato alcuni<br />

effetti significativi: a) detossificazione di alcu-<br />

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