Geologia & Salute - AGMItalia
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fenomeno che permette di ridurre la dispersione<br />
nell'ambiente circostante, sia buone<br />
capacità di estrarre il ferro. Le fibre dopo incubazione<br />
con tali funghi sono meno reattive<br />
nella generazione di radicali liberi e nel danneggiare<br />
il DNA misurati in test acellulari<br />
(Daghino et al., 2005).<br />
Un differente approccio è stato seguito nello<br />
studio condotto su i licheni. I licheni sono microrganismi<br />
vegetali noti per la capacità di<br />
colonizzare substrati poveri di materiale nutritivo<br />
ed ostili alla maggior parte degli altri<br />
organismi vegetali. Grazie ai loro prodotti di<br />
secrezione, esercitano un'azione disgregatrice<br />
nei confronti dei substrati che li ospitano.<br />
Si può quindi ipotizzare che un'azione del<br />
genere attuata su fibre di amianto, induca alterazioni<br />
strutturali tali da modificarne la reattività.<br />
Dalle analisi effettuate, le fibre raccolte<br />
in situ su cui si sono sviluppati licheni mostrano<br />
una ridotta quantità di magnesio rispetto<br />
alle fibre che non sono venute a contatto<br />
con questi microrganismi. Tuttavia, a<br />
causa delle difficoltà incontrate nel separare<br />
le fibre dal lichene per ottenere quantità di<br />
campione apprezzabili per effettuare ulteriori<br />
studi, si è cercato di riprodurre in laboratorio,<br />
secondo un approccio biomimetico, un processo<br />
di degrado geochimico simile a quello<br />
osservato in natura utilizzando alcuni metaboliti<br />
(acido ossalico ed acido norstictico)<br />
prodotti dai licheni. Nelle fibre trattate in laboratorio<br />
si è osservata: una riduzione del tenore<br />
in magnesio simile a quella osservata in<br />
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natura e proporzionale alla quantità di acidi<br />
usati, una profonda alterazione della struttura<br />
per i campioni trattati con la soluzione<br />
concentrazione elevate, ed una variazione<br />
della reattività delle fibre dipendente dalla<br />
concentrazione di metabolici lichenici utilizzati.<br />
Fattori che possono far ipotizzare che,<br />
su periodi molto lunghi, i licheni possano<br />
esercitare un'azione positiva per la riduzione<br />
della tossicità delle fibre.<br />
Ringraziamenti<br />
Gli autori ringraziano per la preziosa collaborazione<br />
ed il totale supporto economico la<br />
Regione Piemonte ed in particolare la<br />
dott.ssa Laura Bruna, il dott. Paolo Piazzano<br />
e l'ing. Giorgio Schellino dell'Assessorato all'Ambiente.<br />
Bibliografia<br />
Daghino S., Martino E., Fenoglio I., Tomatis<br />
M., Perotto S., & Fubini B., 2005. Inorganic<br />
materials and living organisms: surface modifications<br />
and fungal responses to various<br />
asbestos forms. Chemistry, A European<br />
Journal , 11, 5611-5618.<br />
Fubini B. & Otero-Aréan C., 1999. Chemical<br />
aspects of the toxicity of inhaled mineral<br />
dusts. Chemical Society Review, 28, 373-<br />
381.<br />
Gazzano E., Riganti C., Tomatis M., Turci F.,<br />
Bosia A., Fubini B. & Ghigo D., 2005. Potential<br />
toxicity of non-regulated asbestiform minerals:<br />
balangeroite from Western Alps. Part<br />
3: depletion of antioxidant defences. Journal<br />
Fig. 4. A) Licheni cresciuti su fibre di crisotilo (campione prelevate all'interno dell'ex cava di amianto di Balangero.<br />
B) Fotografia al microscopio elettronico a scansione di fibre di crisotilo avvolte dalle ife licheniche.