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Download del file - Gruppo Archeologico Salernitano

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tombali e dei segni dei riti di deposizione: un<br />

corredo più o meno ricco non traduce la sincerità<br />

degli affetti feriti, né questi vengono<br />

espressi da un cordoglio manifestato con maggiore<br />

o minore pompa, spesso inserita in un<br />

contesto socio-economico che la richiede 7 .<br />

E’ di particolare interesse, pertanto, indagare<br />

in che modo gli antichi vivevano il loro rapporto<br />

con l’ineluttabilità di questo evento finale,<br />

come lo traducevano a livello di espressioni<br />

esteriori che, oltre ad assolvere alla più elementare<br />

funzione memorativa o quella più<br />

complessa <strong>del</strong>la commemorazione, potevano<br />

anche essere strumenti in qualche modo ‘catartici’:<br />

l’esternazione <strong>del</strong> dolore e <strong>del</strong> cordoglio<br />

permette di alleggerirsi, condividendolo con<br />

altri, da un peso interiore troppo profondo, di<br />

liberarsi dalla sua componente negativa e di<br />

recuperare la carica vitale 8 .<br />

Da questo punto di vista, i testi <strong>del</strong>le epigrafi<br />

funerarie <strong>del</strong>la tarda antichità e <strong>del</strong>l’altomedioevo<br />

rappresentano una sorta di osservatorio<br />

privilegiato per la storia <strong>del</strong>le mentalità, con<br />

straordinari punti di tangenza con il mondo<br />

contemporaneo, che trovano giustificazione<br />

proprio nell’universalità dei messaggi e <strong>del</strong>le<br />

aspettative che essi trasmettono.<br />

Nel caso specifico <strong>del</strong>le morti premature, tali<br />

considerazioni sembrano accentuarsi ulteriormente:<br />

il dolore di fronte ad una vita che appare<br />

umanamente violata, inspiegabilmente strappata<br />

(un dono sottratto a chi lo ha ricevuto – i<br />

genitori – e rubato a chi ne è portatore – il neonato<br />

o il bambino in tenera età), non sembra<br />

trovare alcuna spiegazione adeguata. E al concetto<br />

<strong>del</strong> distacco si associa, inevitabilmente, il<br />

dolore che ne deriva.<br />

Fig. 1 - Mortalità<br />

infantile nella<br />

Campania<br />

tardoantica<br />

(IV-VII sec. d.C.).<br />

Istogramma di<br />

distribuzione per<br />

Province attuali.<br />

SALTERNUM<br />

- 4 -<br />

Quale che sia l’età nella quale essa sopravviene,<br />

la morte di una persona cara, e soprattutto<br />

quella di un figlio, è sempre ‘prematura’, tuttavia<br />

da un punto di vista strettamente biometrico,<br />

nonché sotto il profilo giuridico, per immmaturae<br />

mortes si intendono quelle circoscritte nella<br />

fascia di età che va dagli 0 ai 12 anni. La documentazione<br />

in questo senso è discretamente<br />

ricca per il mondo antico, in cui la mortalità fetale,<br />

perinatale, infantile era – per tutta una serie<br />

di ragioni sociali e igienico-comportamentali<br />

ben note - piuttosto alta 9 . Nel territorio <strong>del</strong>l’attuale<br />

Campania, gli elementi relativi al periodo<br />

qui preso in considerazione - la tarda antichità e<br />

l’altomedioevo, con i secoli dal IV all’VIII d.C. -<br />

sono tuttavia relativamente esigui da un punto<br />

di vista quantitativo; nella loro valutazione si<br />

deve comunque tenere presente che le testimonianze<br />

epigrafiche pervenute sono spesso occasionali<br />

e non rappresentano che una percentuale<br />

minima di quanto originariamente prodotto.<br />

Diversamente da altri tipi di fonti, inoltre, quasi<br />

mai esse nascono con la consapevole finalità di<br />

divenire documento storico da tramandare alla<br />

posterità 10 .<br />

Su un campione verificato di 338 iscrizioni, di<br />

cui una minima percentuale intestata a due individui,<br />

quelle di bambini al di sotto dei 12 anni<br />

sono in numero di 44, ripartiti in 26 maschi e 18<br />

femmine 11 (fig. 1). I decessi risultano relativamente<br />

più alti nei primi 4 anni di vita; più bassi tra i<br />

5 ed i 6 anni; scarsamente o per nulla attestati tra<br />

i 7 ed i 9, per poi risalire leggermente tra i 10 ed<br />

i 12 12 (fig. 2). Questi dati, pur con i limiti segnalati,<br />

sembrano sostanzialmente allineati con quelli<br />

di altre aree e dalla valutazione generale se ne<br />

evince che la soglia media di mortalità per i bam-<br />

Fig. 2 - Mortalità<br />

infantile nella<br />

Campania<br />

tardoantica<br />

(IV-VII sec. d.C.).<br />

Istogramma di<br />

distribuzione<br />

per fasce di età.

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