Download del file - Gruppo Archeologico Salernitano
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Benevento.Veduta area <strong>del</strong>l’area <strong>del</strong> Duomo con in evidenza la zona a Ovest<br />
<strong>del</strong>l’Arco <strong>del</strong> Sacramento (1985).<br />
Benevento. Lavori di restauro per lo svuotamento <strong>del</strong> fornice <strong>del</strong>l’arco romano ad<br />
Ovest <strong>del</strong>l’Arco <strong>del</strong> Sacramento (2005).<br />
Può darsi che già al tempo <strong>del</strong>la guerra<br />
greco-gotica, o con l’arrivo dei Longobardi, per<br />
le vicende belliche o durante i saccheggi, l’Arco<br />
<strong>del</strong> Sacramento avesse perso la sua decorazione<br />
marmorea, visto che invece, quando si diede<br />
una prima sistemazione <strong>del</strong>la città, all’atto di<br />
divenire Port’Aurea, le sculture <strong>del</strong>l’Arco di<br />
Traiano furono accuratamente conservate integre.<br />
Diversamente, non credo che la dispersione<br />
<strong>del</strong> paramento decorativo sia da imputarsi ad<br />
uno stato di incuria e di abbandono, poiché la<br />
zona in questione non fu lasciata in disuso dalla<br />
nuova città longobarda, e anzi un episodio<br />
monumentale come l’Arco <strong>del</strong> Sacramento<br />
sarebbe risultato molto gradito ai Longobardi<br />
per nobilitare un ingresso cittadino, così come<br />
fu fatto con l’Arco di Traiano. C’è da considerare,<br />
inoltre, che probabilmente molte strutture<br />
romane siano giunte alle soglie <strong>del</strong> Medioevo<br />
già in stato di parziale degrado, incoraggiando-<br />
SALTERNUM<br />
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ne così l’adattamento a nuovi usi o lo sfruttamento<br />
quali cave di materiale da costruzione.<br />
Mentre il centro <strong>del</strong>la Benevento longobarda<br />
si andò spostando verso Oriente attorno al<br />
Piano di Corte, la zona <strong>del</strong>l’antico Foro e<br />
<strong>del</strong>l’Arco <strong>del</strong> Sacramento rimase comunque viva,<br />
caratterizzandosi per numerosi edifici religiosi.<br />
Qui, infatti, forse sulle strutture <strong>del</strong> Tempio di<br />
Iside, sorse la prima Cattedrale consacrata alla<br />
Vergine. E in questa zona in epoca medievale<br />
sono documentate l’ecclesia S. Jacobi a Foro e<br />
l’ecclesia S. Stephani de monialibus de Foro. 4<br />
Secondo l’uso consueto <strong>del</strong>l’epoca, probabilmente<br />
le chiese e gli edifici longobardi furono<br />
costruiti sfruttando anche le imponenti cave di<br />
ottimo materiale a buon mercato e già lavorato<br />
fornito dalle vestigia <strong>del</strong>le strutture romane:<br />
adattamenti a nuovi usi o reiterate spoliazioni.<br />
Ma oltre che una funzione meramente costruttiva,<br />
i pezzi provenienti dagli edifici romani potevano<br />
assolvere anche un altro ufficio. La pratica<br />
diffusa nel Medioevo di riutilizzare i marmi e le<br />
pietre già decorate e scolpite dei monumenti<br />
romani con funzioni di ornamento e di nobilitazione<br />
dei propri edifici, può anche aver giocato<br />
a favore <strong>del</strong>la perdita <strong>del</strong>le sculture <strong>del</strong>l’Arco <strong>del</strong><br />
Sacramento. In effetti sia nella cinta muraria, sia<br />
negli edifici religiosi, negli edifici di rappresentanza<br />
<strong>del</strong> potere longobardo come nelle case<br />
civili, si possono notare molti resti e frammenti<br />
d’arte classica. Nella peggiore <strong>del</strong>le ipotesi,<br />
sarebbe da considerare anche la possibilità che<br />
le sculture <strong>del</strong>l’Arco <strong>del</strong> Sacramento siano andate<br />
a finire nelle fornaci per produrre <strong>del</strong>la buona<br />
calce. La Port’Arsa che si trova nelle vicinanze,<br />
tra l’altro, era conosciuta anche con il nome di<br />
Porta <strong>del</strong>le Calcare 5 , appunto per la presenza in<br />
quel sito di tali attività produttive. Né, infine, è<br />
da sottovalutare l’eventualità che la perdita <strong>del</strong>la<br />
decorazione <strong>del</strong>l’Arco sia avvenuta in seguito ad<br />
uno dei tanti sismi che colpirono la città di<br />
Benevento a cominciare dal primo che ci è stato<br />
tramandato, nel 369 d.C., di cui ci informa<br />
Aurelio Simmaco, o quello violentissimo <strong>del</strong>l’11<br />
ottobre 1125, che, narra il cronista Falcone,<br />
rovesciò al suolo anche le mura <strong>del</strong>la città diroccando<br />
le torri e le case in modo da non sembrare<br />
più umane abitazioni. 6