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Intervista<br />

La riforma degli studi deve andare avanti<br />

Nella sua veste di preside e docente di etica alla<br />

Facoltà di Lettere e Filosofi a di Fiume, è a stretto<br />

contatto con il mondo dei giovani. Quanto è infl<br />

uenzato dalla subcultura l’ambiente studentesco?<br />

”Non so che cosa si possa considerare oggi subcultura,<br />

perché ogni fenomeno così etichettato molto presto<br />

diventa moda e cessa di essere subcultura. Esiste una capacità<br />

industriale grandissima di assorbire qualsiasi prodotto<br />

e di trasformarlo in moda. Comunque, nella natura<br />

delle università, e così pure nella mia Facoltà di Lettere<br />

e Filosofi a, esiste una notevole tradizione di pensiero indipendente,<br />

che preferisco defi nire così invece di qualifi<br />

carlo come subcultura. Sotto questo aspetto c’è una<br />

tradizione che si è mantenuta anche tra le nuove generazioni<br />

di universitari. La vivacità di pensiero si manifesta<br />

in forme di reazione, di prese di posizione o di critica di<br />

fronte alle più diverse articolazioni della vita sociale, ai<br />

fenomeni più eclatanti, più interessanti, più coinvolgenti<br />

per la popolazione giovanile”.<br />

La protesta studentesca è ancora d’attualità: crede<br />

che abbia raggiunto l’intensità massima oppure<br />

possiamo attenderci nuove manifestazioni, con risvolti<br />

più seri? In che cosa hanno ragione e che cosa<br />

potrebbe cambiare nel mondo universitario?<br />

Elvio Baccarini con la consorte Andrea Blagojević (a<br />

destra), attrice del Teatro “Ivan de Zajc” di Fiume<br />

”La protesta studentesca interessa tutta l’Europa e la<br />

Croazia non ne poteva restare fuori. Credo che sostanzialmente<br />

siano tre i motivi scatenanti. Il primo, specifi -<br />

co, è legato alla riforma del sistema universitario in corso<br />

in Europa, un processo senza dubbio positivo. Come<br />

ogni riorganizzazione ha bisogno di un consolidamento<br />

e come ogni novità è accolta con diffi denza, contrarietà,<br />

obiezioni, sia tra i docenti, sia tra gli studenti. Rispetto a<br />

qualche anno fa è cambiato il metodo di insegnamento<br />

e si è creata una situazione nuova alla quale qualcuno si<br />

adatta prima, qualcuno più lentamente. Per molti è diffi -<br />

cile capire che nel processo di insegnamento va abbandonato<br />

l’accumulo indistinto di nozioni, per procedere<br />

all’acquisizione più ragionata dei contenuti e per favorire<br />

un processo di apprendimento basato maggiormente sulla<br />

qualità, l’approfondimento, e sulla necessità di mantenere<br />

la continuità dello studio anche a laurea già conseguita.<br />

Dobbiamo capire che l’antica prassi di far leggere<br />

tante cose per una conoscenza enciclopedica, anche ragionata<br />

- non dico solo enciclopedica, nozionistica - è<br />

ormai superata. Praticamente siamo destinati a studiare<br />

per tutta la vita e se una volta la laurea voleva dire la<br />

fi ne degli studi, oggi è soltanto una tappa importante nel<br />

lungo processo di apprendimento. Tutto ciò crea problemi<br />

nello studio, nell’insegnamento e anche nella verifi ca<br />

del sapere. Ora si sta tentando di ottimizzare il sistema,<br />

nel senso che ogni riforma va fatta, quindi anche questa,<br />

fi ssando un obiettivo. Poi, se strada facendo ci si accorge<br />

che ci sono degli ostacoli, il progetto va rivisto e corretto<br />

con nuove norme, fi no ad arrivare a una stesura defi -<br />

nitiva soddisfacente. È comprensibile che durante il periodo<br />

di transizione si debbano affrontare tanti imprevisti.<br />

Ad esempio, attualmente nella nostra Università per<br />

tre generazioni diverse di studenti sono in uso altrettanti<br />

modelli di regolamento degli studi, e ciò crea una situazione<br />

di disagio sia tra il corpo docente, sia tra gli studenti.<br />

La riforma è sicuramente giustifi cata e credo che<br />

la direzione intrapresa per portarla a termine sia quella<br />

giusta. Molto è già stato fatto, ma altrettanto resta ancora<br />

da fare”.<br />

Ma il mondo universitario è chiamato a far fronte<br />

anche ad altre diffi coltà, che appartengono piuttosto<br />

alla sfera esistenziale, quella del privato...<br />

“Esiste un problema generale, ed è di natura fi nanziaria,<br />

presente in tutta Europa. C’è la minaccia di un taglio<br />

dei fondi per l’università. La riforma, inoltre, prevede più<br />

insegnanti rispetto al passato, perché il lavoro con gli allievi<br />

dei singoli corsi deve essere più individualizzato.<br />

Inoltre, non va trascurato il fatto che il numero degli anni<br />

di studio è salito da quattro a cinque e sappiamo che pochi<br />

studenti si accontenteranno della laurea del triennio.<br />

Quello dei fi nanziamenti è un problema che investe sia i<br />

professori, sia gli studenti, con la differenza che quest’ultimi<br />

si fanno sentire di più in pubblico con l’ondata di<br />

protesta. Ma il malessere è avvertito, eccome, anche dal<br />

corpo docente. Il Ministero ci sta supportando abbastanza<br />

bene ed ha concesso l’apertura di un buon numero di<br />

nuovi posti di lavoro. Comunque, siamo di fronte a un<br />

processo che è ancora nella sua fase evolutiva.<br />

Al terzo posto tra le ragioni della contestazione studentesca,<br />

ma certamente non ultimo per importanza,<br />

metterei l’accentuarsi dell’indigenza sociale, risultato<br />

della crisi economica di cui abbiamo già parlato e che<br />

contribuisce ad accentuare le diseguaglianze già presenti<br />

nella nostra realtà”.●<br />

<strong>Panorama</strong> 13

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