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one e convivenza<br />
lla diversità<br />
ché “il fascino di tanti paesi, cittadine<br />
e villaggi dell’Istria viene dal candore<br />
della sua pietra…”.<br />
Ho conosciuto e incontrato Guido<br />
Miglia per la prima volta verso la<br />
metà degli anni Sessanta, con le prime<br />
assemblee studentesche e il Sessantotto<br />
a Trieste: Tra lui, bravo, serio<br />
e apprezzato insegnante di Lettere<br />
all’Istituto Tecnico Alessandro Volta<br />
di Trieste, e me, protagonista del movimento<br />
studentesco nonché presidente<br />
dell’Assemblea degli studenti<br />
medi di Trieste, nacque un’intesa immediata<br />
e naturale. Una condivisione<br />
di valori e di speranze e un’amicizia<br />
che dal 1966 a oggi, per oltre quarant’anni,<br />
nonostante la differenza di<br />
età, è rimasta intatta, anzi direi che si<br />
è consolidata.<br />
È stato Miglia a parlarmi<br />
di Fulvio Tomizza e a farmelo<br />
incontrare per la prima volta.<br />
Erano i giorni in cui Palach a<br />
Praga e Zacchigna al Giardino<br />
pubblico di Trieste mettevano<br />
in atto la loro terribile<br />
protesta, e di quell’incontro<br />
svoltosi al caffè San Marco,<br />
non lontano quindi dalla<br />
casa di Fulvio e dalla sede<br />
dell’Istituto Volta, ho ancora<br />
un ricordo nitidissimo.<br />
Come ricordo con gratitudine<br />
e riconoscenza l’articolo che<br />
Miglia scrisse, usando quasi<br />
le stesse parole e motivazioni<br />
che Pier Paolo Pasolini<br />
aveva usato per gli scontri tra<br />
studenti e poliziotti a Valle Giulia a<br />
Roma, per difendermi dagli attacchi<br />
di certi signorini di una sinistra salottiera<br />
e parolaia.<br />
E poi c’è il ricordo del lungo cammino<br />
fatto insieme: a partire dagli inizi<br />
degli anni Ottanta con il Circolo di<br />
Cultura istro-veneta Istria, poi le tante<br />
trasmissioni alla RAI (“Voci e volti<br />
dell’Istria” fu una sua splendida invenzione),<br />
e i nostri emozionati interventi<br />
e soprattutto la sua commozione<br />
e la grande gioia vissuta insieme in<br />
una giornata tiepida di febbraio agli<br />
inizi degli anni Novanta a Verudella<br />
al primo incontro della Dieta De-<br />
Stoia<br />
mocratica Istriana. A metà degli anni<br />
Novanta i viaggi in Istria compiuti<br />
spesso con amici carissimi per la presentazione<br />
del suo libro “L’Istria una<br />
quercia” e poi la solitudine e la fuga<br />
nella riservatezza.<br />
Guido Miglia è stato certamente<br />
un protagonista, mi viene da dire un<br />
“gigante”, per il modo in cui ha affrontato<br />
i temi della convivenza in<br />
queste nostre terre. Un uomo spesso<br />
Assieme a Fulvio Tomizza<br />
in una trasmissione radiofonica<br />
sofferente e tormentato, che sovente<br />
si faceva carico del male provocato<br />
da altri, come ad esempio delle colpe<br />
del fascismo e quindi dell’Italia in<br />
queste nostre terre plurali. Un uomo<br />
schivo, leale e mite, ma allo stesso<br />
tempo un uomo che seppe fare scelte<br />
decise e precise. Ricordo ancora una<br />
sua frase che nel corso degli anni mi<br />
è stata più volte ripetuta: “Dove (partiti,<br />
associazioni…) sono protagonisti<br />
gli stupidi, non possono starci gli<br />
intelligenti”. Uomo tutto di un pezzo<br />
potremmo dire, con grandi passioni<br />
e profondamente antifascista che<br />
ha dedicato la sua vita ad abbattere i<br />
Società<br />
muri delle divisioni, delle separatezze<br />
e delle reciproche ignoranze e ha<br />
cercato attraverso le reciproche conoscenze<br />
di costruire ponti per recuperare<br />
la reciproca fi ducia.<br />
Guido è stato per me un punto di<br />
riferimento irrinunciabile, perché se<br />
da una parte Fulvio Tomizza mi ha<br />
regalato l’orgoglio e la dignità di essere<br />
istriano, Miglia mi ha trasmesso<br />
l’amore per questa terra. In questi<br />
anni sono andato ripetute<br />
volte a rileggermi alcune sue<br />
rifl essioni contenute nei volumi<br />
“Bozzetti istriani” del<br />
1959, “Istria, sentieri della<br />
memoria”, “Istria una quercia”.<br />
Mi ha insegnato ad essere<br />
sempre serio e mai superfi -<br />
ciale, e soprattutto a svolgere<br />
con dedizione e serietà il mio<br />
lavoro. Ricordo che quando<br />
gli presentavo per la prima<br />
volta una persona, spesso con<br />
quel suo modo di fare un po’<br />
burbero, mi chiedeva a bruciapelo:<br />
che mestier el ga o el<br />
fa per viver?<br />
Infi ne due ricordi personali<br />
legati a mondi di cui anch’io<br />
sono innamorato, l’Istria e il<br />
Sud Tirolo-Alto Adige. Ricordi che<br />
risalgono a molti anni fa, quali i brevi<br />
incontri a Moso nel piccolo albergo<br />
“Kinigerhof”, che egli usualmente<br />
frequentava d’estate, gustando un eccellente<br />
kaisersmarren e bevendo un<br />
succo di sambuco o a Borosia dove si<br />
sorseggiava il caffè guardando il faro<br />
di Salvore, ospiti di una bella famiglia<br />
istriana, i Macovaz.<br />
Grazie per tutto quello che hai fatto<br />
per noi e per me caro professore, e<br />
scusa per quello che non sono riuscito<br />
a fare per Te.<br />
Mi mancherai, Guido. Ti sia lieve<br />
la terra. ●<br />
<strong>Panorama</strong> 19