15.06.2013 Views

n.7 2007 - Alpesagia

n.7 2007 - Alpesagia

n.7 2007 - Alpesagia

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Luglio <strong>2007</strong> Alpes 31<br />

L’esplosione… del “bikini”<br />

In Italia fino all’inizio della Prima<br />

Guerra Mondiale (1914), sulle<br />

spiagge marine la separazione<br />

fra gli uomini e le donne era la<br />

regola.<br />

Nella maggior parte delle spiagge i regolamenti<br />

erano severi: “coloro che si<br />

presentano nudi fuori dall’acqua saranno<br />

perseguiti ai termini di legge”.<br />

Nel 1907 le donne avevano un costume<br />

da bagno costituito da almeno sette<br />

pezzi: la campionessa olimpionica Annette<br />

Kellermann fu accusata di offesa<br />

al pudore perché aveva osato indossare<br />

il costume olimpico da nuoto, che comunque<br />

ricopriva tutto il corpo.<br />

Il ventre cominciò ad essere timidamente<br />

esibito dopo il 1930, nel momento<br />

in cui si scopriva il piacere dei<br />

bagni di sole sulla spinta dell’ “Huile de<br />

Chaldée” di Jean Patou, ma soprattutto<br />

di Alessandro Canton<br />

della “Ambra solare”, creata da Eugenio<br />

Schueller nel 1935.<br />

In questa lenta conquista del corpo, vi<br />

fu un pioniere, Jacques Helm il primo<br />

stilista che propose un modello di costume<br />

da bagno in due pezzi.<br />

Bikini é un atollo della Micronesia,<br />

nell’arcipelago delle Isole Marshall, a<br />

sud dell’Equatore.<br />

Nel 1946 fu fatta esplodere a Bikini<br />

una bomba atomica della potenza di<br />

23 mila tonnellate d’esplosivo e proprio<br />

nel 1946, il 5 luglio, cinque giorni dopo<br />

l’esplosione, Louis Réard presentò il<br />

primo costume da bagno in due pezzi,<br />

venduto in una scatola di fiammiferi.<br />

Nel 1964 lo stilista americano Rudy,<br />

abbandonando le ultime vestigia del<br />

pudore, presentò un costume da bagno<br />

sostenuto da due bretelle che lasciavano<br />

nudo il seno della donna.<br />

Le alte gerarchie cattoliche del Vaticano<br />

considerarono il “monochini” (topless<br />

in inglese) un derivato dell’industria<br />

erotica: pertanto in Italia suscitò uno<br />

scalpore inusitato tanto che tredici<br />

anni dopo, nel 1977, la questione fu<br />

dibattuta in tribunale dai magistrati,<br />

come fa notare Doretta Davanzo Poli<br />

nel suo libro “Beachwear and Bathing<br />

Costume” Zanfi Editori.<br />

I pareri tra i laici sono diversi, alcuni<br />

tollerano il monochini “basta che non<br />

sia accompagnato da pose lascive”; altri<br />

intravedono un “invito alla concupiscenza<br />

maschile”. Sulle spiagge francesi<br />

e inglesi, erano pochi coloro che restavano<br />

stupiti di fronte ad un seno nudo<br />

femminile. Tanto che il settimanale<br />

Elle, nel giugno del 1985, invitava le<br />

sue lettrici ad acquistare almeno un<br />

costume ... ma siamo ancora agli al- 4

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!