n.7 2007 - Alpesagia
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Luglio <strong>2007</strong> Alpes<br />
In effetti in questi ultimi tempi qualche<br />
privato pareva essersi fatto avanti.<br />
Alcuni progetti presentati non però<br />
sembravano sufficientemente rispettosi<br />
delle strutture fortificate e furono<br />
rapidamente liquidati dalle autorità<br />
preposte a Milano.<br />
Non solo ma una precedente domanda<br />
da parte dell’ANA di Tirano si era incagliata<br />
sulle usuali italiche difficoltà<br />
burocratiche.<br />
Finalmente l’attuale Amministrazione<br />
tiranese sembra essere riuscita a sbloccare<br />
questa ultima problematica, che<br />
nel nostro Paese sovente impantana<br />
anche i migliori propositi.<br />
Il Forte è stato affidato provvisoriamente<br />
al Comune di Tirano che si è<br />
impegnato, in unione con l’ANA Tirano<br />
e più in genere con gli Alpini tellini<br />
(ma noi crediamo che anche altre<br />
associazioni sarebbero le benvenute),<br />
a una prima fase di manutenzione e<br />
conservazione.<br />
Ed ecco che qualche settimana orsono<br />
una delegazione “ad altissimo livello”<br />
si è recata al Forte per constatarne lo<br />
stato.<br />
Non è infatti usuale poter osservare<br />
Assessori e Presidenti di Associazioni<br />
Culturali, Capigruppo ANA e Direttori<br />
museali superare acrobaticamente l’aereo<br />
ponte d’accesso, ormai dismesso, ed<br />
arrampicarsi su muri sbrecciati per<br />
raggiungere il cofano superiore della<br />
fortezza, ove oggi le antiche piazzole<br />
sono quasi sommerse da alberi e cespugli.<br />
Oppure, grazie alle pile frontali,<br />
penetrare nelle viscere del monte per<br />
raggiungere attraverso bui cunicoli,<br />
ancora ben conservati le polveriere!<br />
Tutto è andato per il meglio e si è constatato<br />
come il Forte Sertoli, nonostante<br />
l’aspetto esterno di completo<br />
abbandono, sia in condizioni assai<br />
migliori di quanto si potrebbe immaginare.<br />
Inutile negarlo: i lavori di dismissione<br />
e vendita delle cupole, dei<br />
cannoni e dei materiali principali, il<br />
successivo saccheggio da parte di chi<br />
ne ha asportato ogni parte metallica e<br />
quanto poteva essere riutilizzato, rendono<br />
il Forte di Tirano qualcosa di ben<br />
diverso da quelli di Bormio e di Colico.<br />
Qui si è conservata soprattutto la parte<br />
muraria ma con un po’ di attenzione<br />
anche altre strutture sono leggibili.<br />
Ma che struttura muraria! Il Forte<br />
Sertoli appare ancor oggi come un<br />
possente gigante di pietra, avvolto e<br />
protetto da un largo e profondo fossato,<br />
che solo il ponte scorrevole permetteva<br />
di raggiungere. Il manufatto si<br />
configura come una sorta di moderno<br />
castello medioevale, strutturato per<br />
difendersi anche da chi lo avesse attaccato<br />
direttamente. In questo è quasi<br />
un unicum nell’area retica, del tutto<br />
differente dai Forti di Colico e Bormio<br />
o da altre realizzazioni similari nelle<br />
valli grigionesi o tirolesi. 4<br />
51<br />
Ma non basta. Il Museo di Tirano<br />
ha ormai avviato da tempo,<br />
tramite suoi esperti, una complessa<br />
opera di studio della fortezza<br />
e di ricerca dei documenti inerenti.<br />
Documenti che non riguardano solo<br />
e soltanto il Forte vero e proprio ma<br />
anche le sue pertinenze, come la Caserma<br />
Difensiva di Piscina e ancor più<br />
gli altri manufatti annessi allo Sbarramento<br />
del Poschiavino. Leggendoli<br />
si chiariscono ormai con sufficiente<br />
dettaglio gli apprestamenti realizzati a<br />
Corradini, a Ronco, alla Croce dei Motti<br />
ove erano altre artiglierie di piccolo e<br />
medio calibro che integravano quelle<br />
del nostro Forte. I faldoni a lungo ricercati<br />
e sfogliati nei polverosi archivi<br />
romani, illustrano bene anche la vasta<br />
rete di Osservatori appoggiata pure<br />
a caserme della Guardia di Finanza,<br />
come quelle di Lughina e del Sasso del<br />
Gallo; tutti collegati telefonicamente<br />
con Piscina e col Comando dello Sbarramento<br />
che restò durante la Grande<br />
Guerra all’Aprica. Ed ancora le relazioni<br />
ritrovate ci permettono di valutare le<br />
forze presenti, assai più numerose di<br />
quanto si potesse credere, con una serie<br />
di servizi e di magazzini, dislocati tra<br />
il valico dell’Aprica, Trivigno, il Forte<br />
e Tirano. Genieri, Truppe di Sanità,<br />
Panettieri, persino Cavalleggeri che<br />
dovevano pattugliare le strade ma pure<br />
collegarsi con i similari presidi del<br />
Mortirolo e di Bormio.<br />
Per quanto possa sembrare strano, sia<br />
per le grandi tradizioni alpine di Tirano,<br />
sia per l’ambiente in cui il Forte e lo<br />
Sbarramento agivano, in queste forze<br />
non erano presenti gli Alpini. Questi<br />
erano tutti schierati lungo la prima<br />
linea nel settore tellino dallo Stelvio,<br />
alla Val Zebrù, alla Val Cedeh, al Passo<br />
di Gavia. Nel 1915 saranno gli Alpini<br />
del Tirano e del Valtellina, poi questi<br />
partiranno verso la Valle dell’Isonzo<br />
sostituiti dai non meno validi Alpini<br />
piemontesi.<br />
Allo Sbarramento del Poschiavino, come<br />
in quelli di Bormio, del Tonale, della<br />
Fortezza di Colico, per tutta la guerra<br />
troveremo invece Artiglieri da Fortezza<br />
ma soprattutto Territoriali: di Fanteria,<br />
Artiglieria, Genio uomini dai 30 ai 40<br />
anni che fecero, pur non in prima linea<br />
data l’età, il loro dovere senza incertezze<br />
e fino in fondo.