n.7 2007 - Alpesagia
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44 Alpes Luglio <strong>2007</strong><br />
Il Museo Archeologico Nazionale<br />
di Napoli è non solamente uno<br />
dei più bei musei italiani, anche<br />
per la fortunata, se vogliamo,<br />
coincidenza che tutti o quasi i preziosi<br />
reperti archeologici provenienti da<br />
Pompei furono salvati per fortuna in<br />
tempo nelle sue vaste sale, ma anche<br />
per la qualità e quantità indiscutibile di<br />
opere provenienti dall’antichità greca e<br />
romana, che attirano ogni anno migliaia<br />
di visitatori. Non dimenticheremo mai le<br />
numerose visite a questo museo di una<br />
città tanto bella quanto oggi purtroppo<br />
disastrata, e le ore passate davanti ai suoi<br />
numerosi capolavori. Questa magica<br />
mostra, che tratta in dettaglio la storia<br />
di un fossile prezioso, che dai tempi<br />
più remoti ha fama di essere anche una<br />
sorgente di benessere e di vitalità per<br />
gli umani, è forse la prima che tratta<br />
in dettaglio la storia e le vicende di un<br />
materiale che affascina per i suoi riflessi<br />
d’oro e per la sua bellezza intrinseca.<br />
Nel bellissimo catalogo Electa si ricorda<br />
a giusto titolo le origini mitologiche<br />
dell’attenzione prestata attraverso i secoli<br />
ai manufatti in questo materiale, risalendo<br />
al racconto del pianto inconsolabile delle<br />
figlie del Sole alla morte del fratello<br />
Fetonte, connotando l’ambra come<br />
dono degli dei per la morte di un essere<br />
divino, motivando l’attribuzione a questa<br />
resina di qualità magiche e terapeutiche.<br />
La raccolta e la diffusione di questo<br />
fossile trasparente iniziano nella più<br />
remota preistoria arrivando sino ai nostri<br />
giorni, quasi a voler ricordare la ricerca<br />
di luce e protezione, che da sempre<br />
caratterizza la specie umana. La mostra,<br />
Al Museo Archeologico<br />
Nazionale di Napoli<br />
Ambre<br />
e trasparenze<br />
dall’antico<br />
di Donatella Micault<br />
che lungo un percorso nella storia va<br />
dall’Età del Bronzo all’Alto Medioevo,<br />
attraverso un migliaio di reperti datati,<br />
intende raggruppare in un unico percorso<br />
i principali rinvenimenti di oggetti in<br />
ambra provenienti dal territorio italiano.<br />
Essa si suddivide in cinque sezioni.<br />
L’esposizione presenta non solo singole,<br />
eccezionali opere d’arte, ma anche i<br />
contesti di provenienza, privilegiando,<br />
come nel caso dei corredi funerari, la<br />
completezza delle parures ornamentali.<br />
Nella prima sezione, “La metamorfosi<br />
delle Eliadi”, la presentazione del mito di<br />
Fetonte fornisce lo spunto per analizzare<br />
le caratteristiche scientifiche dell’ambra,<br />
e sono anche esposti alcuni capolavori<br />
assoluti in ambra, provenienti fra<br />
l’altro dalle Collezioni di Capodimonte<br />
di Napoli, del Museo degli Argenti di