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Racconti con colonna sonora - Sardegna Cultura

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duzioni ai <strong>Rac<strong>con</strong>ti</strong> dichiarano un dialogo fitto fra musica<br />

e parola, quasi che l’indole complessiva del singolo pezzo<br />

<strong>con</strong>segua, per un determinismo autoironicamente <strong>con</strong>fessato,<br />

a movenze ritmico-melodiche. La rapina «dolce» del<br />

se<strong>con</strong>do rac<strong>con</strong>to è nella «Elettronica addolcita da violino<br />

e sax struggenti» di East dei Tuxedomoon, e «il finale del<br />

rac<strong>con</strong>to va col finale di Jinx». Il lato molle del duro e<br />

violento Caino, rivelato nel terzo rac<strong>con</strong>to, è nella <strong>con</strong>cessione<br />

citazionale ai «coretti» fatta dai per altro “duri”<br />

Clash di Washington Bullets. La progressiva violenza del<br />

primo rac<strong>con</strong>to è nel «Finale in crescendo, violento» di I<br />

Zimbra dei Talking Heads.<br />

Si nota però che le introduzioni insistono su un sincronismo<br />

tra musica e narrazione, suggerendo quanto un “tradurre<br />

suggestioni musicali in storie e immagini” non basta<br />

a dar <strong>con</strong>to di ciò che qui si compie. L’operazione è, volendo,<br />

più complessa, ed è fedele al suo principio <strong>colonna</strong>re,<br />

dove la storia scritta si faccia compagna del brano musicale:<br />

«In qualche modo è un commento al disco: ‘in giallo’»<br />

(lettera a Macchiavelli del 3 maggio 1982). La <strong>colonna</strong> <strong>sonora</strong><br />

non detta solo il modo del rac<strong>con</strong>to ma anche la fisionomia<br />

del narrato: da un lato incidendo sul respiro della<br />

frase, del periodo, dall’altro organizzando strutturalmente e<br />

quantitativamente il singolo pezzo. C’è un problema ritmico:<br />

nella gestione della frase e delle sequenze narrative.<br />

C’è un problema di tempo d’esecuzione: nel rispetto della<br />

durata di un brano musicale nella forma-canzone.<br />

In Atzeni, nella sua scrittura, preme una urgenza di<br />

canto. La dichiarerà nell’epigramma «Se il signore m’avesse<br />

dato mani abili / <strong>con</strong> la chitarra / e un canto di miele<br />

/ avrei fatto un altro mestiere». Ne ammetterà ancora<br />

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in versi i risultati: «altro non so / che inanellare / parole /<br />

una poi l’altra / in fila / canticchiando / in blues». È urgenza<br />

che emerge già <strong>con</strong>sapevole nell’introduzione al<br />

Quarto rac<strong>con</strong>to: «Il rac<strong>con</strong>tino cerca di rispettare la punteggiatura<br />

della musica. Il ritmo, numerabile», dove la<br />

tensione musicale della parola è praticamente espressa <strong>con</strong><br />

un tecnicismo: il numerus. Tant’è che l’ars interpuntiva dei<br />

<strong>Rac<strong>con</strong>ti</strong> disegna una fitta partitura di pause e misure,<br />

sfruttando tutte le potenzialità offerte dai segni interpuntivi,<br />

quando la strada di una prosa “liberata” e “musicale”<br />

è più spesso passata per la loro elusione. Sarà sufficiente<br />

notare al proposito il frequente gioco di soste che s’impone<br />

sulla pagina complicando il passo a elementari attese<br />

sintattiche (e melodiche): «E <strong>con</strong>ta: il tempo, alle formiche»<br />

(dal Primo rac<strong>con</strong>to; ma numerosi sarebbero gli esempi<br />

di simili enjambement in prosa). Si potrebbe così spiegare,<br />

pur in questo brulicare di virgole, punti e due punti,<br />

la latitanza del punto e virgola, forse sentito come pausa<br />

più logica che ritmica.<br />

In quanto al tempo d’esecuzione del rac<strong>con</strong>to-canzone<br />

(tradotto testualmente in «120 righe» nella prima lettera<br />

a Macchiavelli) la tecnica costruttiva di Atzeni è nient’affatto<br />

lontana da quella del videoclip e dei suoi sincronismi,<br />

dove si può ricordare che il videoclip è un prodotto<br />

che in quegli anni muove i primi passi. Ma qui l’osservatorio<br />

formale non basta più: ad essere in gioco non sono<br />

tanto i procedimenti in sé (su quali novità tecniche si potrebbe<br />

insistere, a fronte di una lunga e ininterrotta tradizione<br />

di rapporti fra musica e scrittura, nel Novecento<br />

anche per la prosa?), quanto la natura e la provenienza<br />

delle materie prime di cui si servono. Si assiste nei <strong>Rac<strong>con</strong>ti</strong><br />

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