Racconti con colonna sonora - Sardegna Cultura
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Era, chissà come, Carnevale. La città, metà faceva<br />
rantantíra, metà stava sbarrata in casa per paura. Si diverte,<br />
la gente, a spaventarsi.<br />
L’uomo nuovo mirò i colori, e decise di passare. Quanto<br />
a questo, era un uomo di coraggio.<br />
Venne una Carmelitana labbra di biacca, mezza bianca<br />
mezza nera, cosce chiare e pizzi viola, parole di scirocco.<br />
L’uomo nuovo disse no.<br />
Venne Benda Rossa dei Pirati lingua fra i denti di riso,<br />
non parlava ma, Dio, sapeva camminare, culo di<br />
colomba. L’uomo nuovo disse no.<br />
Venne una donna rara, una che regalava, guardava<br />
dritti gli occhi, e buona mercanzia, sudore di letto caldo.<br />
Disse no.<br />
Venne una donna vera col ventre al posto giusto e<br />
labbra di farfalla, delirio di una notte senza sonno.<br />
Disse no.<br />
Certamente, disse no. L’uomo nuovo ch’ero io non<br />
guardava le donne. Né pizzi né scirocco. Né rose né<br />
mele o acqua di mare. Né lingua né culo né regali né<br />
odori di letto, ventri di donna o farfalle. Ah. L’uomo<br />
nuovo ch’ero io <strong>con</strong>osceva la sua strada: camminare<br />
senza scopo.<br />
Vennero Labbra Rosse di una solitudine stanca. La<br />
donna abbandonata e triste che.<br />
La seguì nei vicoli della città, l’uomo nuovo in fregola<br />
di dare; le sfiorò la mano all’angolo di strada, livide<br />
luci di fanali, a un passo da casa.<br />
Così accadde: Fuggo, Trattienimi, Prendimi, Carezzami<br />
anche quando non vorrei.<br />
L’uomo nuovo la rincorse su scale umide, fino alla tana<br />
dell’amore passato e dei rancori.<br />
Piegò docile il capo, ascoltava. Solita storia di donna<br />
abbandonata, i pianti e le sfortune.<br />
L’uomo nuovo inventò le campane, e le risate. La<br />
stanza divenne azzurra di sorrisi, e calda di letto.<br />
Ben presto, il miracolo fu fatto: la donna nacque a<br />
nuova vita.<br />
L’uomo nuovo, che non lavora gratis per nessuno,<br />
chiese il prezzo per l’anima restituita e la fatica spesa.<br />
Pose lui, il prezzo: prese la donna nel palmo della<br />
mano, e cominciò colla prima tortura.<br />
Lei bruciò la mano aperta che la <strong>con</strong>teneva, per vendetta.<br />
Già: uccisi la donna. Aveva labbra rosse ributtanti di<br />
una zingara. Altri avrebbero dovuto, da tanto. E tanto,<br />
meritava. Comprava anime, per strada, e non pagava<br />
il prezzo.<br />
Mescolai i passi alla città, carezzando le vetrine. Se<br />
ho strappato i documenti non è stata paura. Oh! No.<br />
È che ogni volta bisogna cancellare i segni del passato<br />
e creare l’uomo nuovo, repulisti.<br />
Al vecchio portiere al burò dell’hotel schiacciai le<br />
lenti dentro agli occhi. Per imporre rispetto e cominciare<br />
bene, come si <strong>con</strong>viene, e un poco a modo<br />
mio.<br />
Oh, il profumo, l’odore dell’albergo, quanto gusto<br />
di donna, l’adultera che fugge dimenticando i saluti,<br />
rumore di acqua che scorre e allevia il dolore di uno<br />
schiaffo, porte sfondate dal marito tradito, colpi di pi-<br />
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