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CAPITOLO III - IL BILANCIO D'ESERCIZIO - Meccanicamente

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L'imprenditore, a parte gli obblighi legislativi, ha, sotto un profilo economico, la fondamen-tale<br />

necessità di conoscere se e quanto guadagna o perde; se produce nuova ricchezza o se, invece,<br />

consuma risorse. Egli deve, in sostanza, domandarsi:<br />

l’impresa ha raggiunto una posizione di equilibrio economico?<br />

Se i ricavi sono uguali ai costi la risposta è negativa; infatti, quando i ricavi ottenuti sono appena<br />

sufficienti a coprire i costi sostenuti, l’imprenditore non ha alcuna possibilità di remunerare il<br />

proprio lavoro, i capitali investiti nell’azienda e il rischio che l’attività abbia esito negativo (perdita<br />

del capitale investito).<br />

Ciò, a maggior ragione, vale nell’ipotesi in cui i ricavi siano inferiori ai costi. Tale situazione<br />

sarebbe più grave se riferita all’intera vita aziendale, poiché l’attività economica risulterebbe, in<br />

concreto, non redditizia. Il fenomeno sarebbe meno preoccupante se, invece, fosse riferito a un solo<br />

esercizio, poiché l’equilibrio economico potrebbe essere raggiunto nei periodi amministrativi<br />

successivi. Anzi, occorre rilevare come nelle aziende di nuova costituzione spesso accada che non<br />

si raggiunga un equilibrio economico nei primi esercizi di vita.<br />

Di questa situazione ci possiamo rendere conto pensando alle difficoltà che una nuova impresa<br />

deve affrontare (formazione di una clientela stabile, scelta di fornitori qualificati, assunzione e<br />

formazione del personale... ecc.); tanto è vero che, secondo le indagini statistiche, è molto elevato,<br />

in questa prima fase di vita, il tasso di mortalità delle aziende.<br />

Pertanto, affinché un’azienda raggiunga un equilibrio economico, è necessario che i ricavi siano<br />

maggiori dei costi (R > C) con riferimento a un periodo di tempo medio-lungo, non inferiore, cioè,<br />

al periodo amministrativo; si deve ottenere, quindi, un reddito positivo, ovvero un utile. Viceversa<br />

avremo una situazione di disequilibrio economico allorquando i ricavi sono inferiori o uguali ai<br />

costi ( R < C) e (R = C).<br />

3.9 II reddito come remunerazione dell'imprenditore<br />

II concetto di equilibrio economico ci spinge però a chiederci: quando potremo dire che l’attività<br />

aziendale è remunerativa per l’imprenditore?<br />

Per rispondere occorre tener ben presente che l’imprenditore ha deciso di effettuare per<br />

professione abituale un’attività economica. Egli, quindi, esercita un’attività manuale e/o direzionale;<br />

ha investito, inoltre, nell’impresa capitali che, se investiti alternativamente (in BOT, CCT,<br />

depositi bancari ecc.), avrebbero fornito un sicuro rendimento. Inoltre, tali capitali sono soggetti a<br />

un rischio di perdita (rischio d’impresa) in connessione con eventuali risultati negativi della<br />

gestione.<br />

Tutti questi elementi sono da considerare «fattori produttivi che comportano un onere o costo».<br />

Tali costi, però, non compaiono, come abbiamo potuto osservare, nel conto economico e, quindi, li<br />

definiremo oneri figurativi, intendendo dire, con questo termine, che essi sono:<br />

- costì, come tutti quelli effettivamente sostenuti;<br />

- figurativi, perché non comportano esborso monetario.<br />

L’attività economica iniziata dal nostro imprenditore, dunque, dovrebbe permettere di ottenere un<br />

utile (condizione di equilibrio economico) tale da coprire per lo meno l’equivalente dello stipendio<br />

e degli interessi che lo stesso potrebbe percepire in attività di lavoro e in investimenti alternativi. In<br />

questa ipotesi parleremo di un utile che consente un profitto normale, mentre se l’utile fosse ancora<br />

più elevato si potrebbe remunerare anche il rischio aziendale (area di extra profitto).<br />

È da segnalare come questi concetti siano avvolti da una nube di incertezza e di soggettività, dato<br />

il diverso valore che ciascun imprenditore può attribuire al proprio lavoro, alla remane-razione dei<br />

capitali investiti e del rischio d'impresa.<br />

Va precisato, comunque, che tale soggettività è delimitata dalla fissazione di un prezzo di vendita<br />

(ricavo unitario) che in regime di libera concorrenza risulta determinato dal mercato.<br />

Schematizzando quanto detto, avremo:<br />

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