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CAPITOLO III - IL BILANCIO D'ESERCIZIO - Meccanicamente

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connessi con flussi e deflussi monetari futuri; in pratica, come già detto, effettive uscite ed entrate<br />

di denaro e insorgenza di debiti e crediti), partecipano alla determi-nazione del reddito d’esercizio.<br />

Si pensi alle merci o alle materie prime acquistate nel periodo, ma non impiegate nella<br />

produzione o non vendute.<br />

Un loro inserimento tra i costi d’esercizio violereb-be il principio di correlazione, in quanto<br />

determinerebbe un confronto, non solo tra i ricavi della produzione venduta e i relativi costì, ma<br />

anche tra i primi e i costi di fattori non ancora impiegati nella produzione.<br />

Si pensi, ancora, ai costi sostenuti per l’acquisto di impianti o di automezzi (o più in generale di<br />

immobilizzazioni); si tratta di fattori produttivi che non esauriscono la loro utilità nelle produzioni<br />

attuate nel periodo e vendute.<br />

Pertanto, non dovrà essere il loro intero costo a doversi confrontare con i ricavi della produzione<br />

venduta in un periodo amministrativo.<br />

D’altro canto, però, il concetto di competenza 14 economica implica la considerazione, per gli<br />

effetti evidenti sulle produzioni realizzate e vendute nel periodo amministrativo, dei costì dei fattori<br />

produttivi già impiegati ma dei quali non si è ancora avuto alcun deflusso di risorse monetarie, né la<br />

nascita di un debito, nonché la considerazione dei ricavi già conseguiti dall’impresa nell’esercizio,<br />

ma che non hanno in esso generato alcun afflusso di risorse monetarie o nascita di crediti.<br />

Dal principio di competenza consegue la priorità dell’individuazione dei ricavi d’esercizio 15 cui<br />

correlare i relativi costi, al fine di giungere a un conto economico significativo e veritiero per<br />

l’inerenza dei costì e dei ricavi al periodo amministrativo di riferimento. Da qui, dunque, la<br />

necessità di tener conto delle operazioni in corso a fine esercizio e di cui alla precedente<br />

classificazione (par.4.1), al fine di pervenire a un conto economico rispettoso del principio di<br />

correlazione.<br />

Per fare questo è opportuno apportare le necessarie integrazioni e rettifiche ai costi e ai ricavi che<br />

hanno già avuto la manifestazione finanziaria durante il periodo amministrativo e le cui entità non<br />

necessariamente, in conseguenza dell’applicazione del concetto di competenza, sono quelle da<br />

confrontare per determinare il reddito d’esercizio.<br />

L’applicazione del principio di correlazione 16 e, dunque, il rispetto della compe-tenza<br />

economica dei costi e dei ricavi producono indirettamente effetti modificatori sulla stessa struttura<br />

del capitale d’impresa e, quindi, sulla rappresentazione che di esso viene data con lo stato<br />

patrimoniale.<br />

Infatti, dei flussi e deflussi monetari futuri (o debiti e crediti) connessi con le operazioni in corso<br />

di tipo integrativo e delle correzioni da apportare ai flussi e deflussi monetari (o debiti e crediti)<br />

14 Trattasi di un principio fondamentale per la formazione del bilancio nelle imprese private: ha la funzione di guidare l’attribuzione<br />

dei componenti di reddito ai diversi esercizi a cui spettano. Il bilancio dello Stato, della Regione e degli Enti pubblici, invece, può<br />

essere di competenza o di cassa. Nel primo caso sono iscritte le entrate che lo Stato, Regione o Ente ha diritto di accertare e le spese<br />

che si impegna ad effettuare nel corso dell’esercizio finanziario, indipendente mente dall’effettivo pagamento delle spese e<br />

riscossione delle entrate; in quello di cassa sono registrate, invece, le entrate riscasse e le spese pagate nel corso di un determinato<br />

esercizio, indipendentemente dal momento in cui è maturato il diritto ad accertare le entrate e a impegnare le spese.<br />

Il principio di cassa sta alla base anche della contabilità dei liberi professionisti.<br />

15 L’Unione europea ha deciso di non emanare distinti principi contabili, ma di recepire i principi già internazionalmente<br />

riconosciuti, quali sono i documenti emanati dallo IASB, International Accounting Standards Board, detti IAS (International<br />

Accounting Standards) e in futuro denominati IFRS (International Financial Reporting Standard). Il principio IAS 18 (vedere<br />

Appendice del Capitolo <strong>III</strong>) si occupa di disciplinare i ricavi.<br />

16 In conformità a corretti principi contabili la correlazione dei costi e dei ricavi si determina come segue:<br />

a) per associazione diretta: ai ricavi vengono direttamente contrapposti il costo del venduto, il costo del personale, le provvigioni<br />

sostenute per la vendita ecc.;<br />

b) per ripartizione dell'utilità pluriennale: ai ricavi si contrappone il costo del deperimento e consumo di beni a utilità pluriennale<br />

secondo un razionale e sistematico piano (ammortamenti);<br />

c) per esaurimento dell'utilità. I costi sono imputati al conto economico in quanto non presentano utilità futura o, comunque, futilità<br />

non è più apprezzata. Per esempio le spese di ricerca che non hanno dato nessun risultato e i beni materiali o immateriali per il loro<br />

residuo costo;<br />

d) i costi sono imputati al conto economico in quanto associati al tempo (problema dei ratei e risconti).<br />

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