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CAPITOLO III - IL BILANCIO D'ESERCIZIO - Meccanicamente

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Abbiamo in precedenza trattato dell’aspetto economico della gestione, riferendoci a operazioni<br />

che generano costi e ricavi; ma questo non è l’unico aspetto da indagare nell’ambito degli eventi<br />

che caratterizzano la vita aziendale o, quantomeno, il periodo amministrativo.<br />

Ricordiamo che nell’esprimere il concetto di costo e di ricavo abbiamo fatto riferimento<br />

all’acquisizione di fattori produttivi utilizzati, o meno, oppure a produzioni attuate vendute, o meno.<br />

In tutti questi casi, trattasi di valori economici attribuiti a beni-utilità per il tramite del mezzo<br />

monetario che, dunque, ha contribuito a misurarne il valore.<br />

Consideriamo i seguenti esempi:<br />

a) supponiamo di aver acquistato merci per 10 k€, pagate in contanti. In tal caso abbiamo un onere<br />

(costo) di 10 k€ misurato da un’uscita di denaro pari a 10 k€;<br />

b) supponiamo l’acquisto di un automezzo per 30 k€, con un pagamento tra quattro mesi. In questa<br />

ipotesi abbiamo un costo di 30 k€ misurato da un debito corrispondente a 30 k€.<br />

Analoghi esempi potrebbero farsi per una vendita di merci in contanti o dila-zionata.<br />

In tutte queste ipotesi abbiamo un’uscita o un debito che misura un costo, oppure un’entrata o<br />

un credito che misura un ricavo. È ovvio poi che, in via normale, i crediti e i debiti siano destinati a<br />

trasformarsi in moneta.<br />

Dai precedenti esempi possiamo notare che:<br />

1) l’aspetto economico delle operazioni aziendali è determinato in modo derivato dalla misura<br />

fornita dal debito-uscita o dal credito-entrata. Tale misura rappresenta l’aspetto finanziario<br />

dell’operazione, ovvero della gestione o dell'esercizio;<br />

2) l’aspetto economico non comporta necessariamente variazioni di denaro, cioè movimenti in<br />

entrata o uscita, dato che si può avere un ricavo-credito o un costo-debito.<br />

Ne consegue che l’esistenza di un reddito positivo d’esercizio non comporta necessariamente la<br />

presenza di un’equivalente somma di denaro in cassa o in banca.<br />

Il seguente esempio chiarirà quanto affermato.<br />

Supponiamo che l'impresa abbia sostenuto costi d’esercizio per 50 k€ e ricavi d’esercizio per 60<br />

k€ e che solo 1’80% dei costi sia stato pagato, mentre i ricavi risultano riscossi per il 70%.<br />

Avremo, pertanto:<br />

Costì d’esercizio (50 k€) misurati da: uscite 40 k€<br />

debiti 10 k€<br />

Ricavi d’esercizio (60 k€) misurati da: entrate 42 k€<br />

crediti 18 k€<br />

In tale ipotesi la cassa e/o la banca, limitatamente a quanto rilevato ed escludendo altre<br />

movimentazioni conseguenti a costi e ricavi anticipati, hanno avuto un incremento di 2 k€, mentre<br />

l’utile è risultato pari a 10 k€ (60 - 50).<br />

Per converso, l’esistenza di una perdita d’esercizio non comporta necessariamen-te una cassa<br />

uguale a zero o un conto corrente bancario privo di disponibilità.<br />

Ipotizziamo, infatti, che i ricavi siano 50 k€, riscossi per 1’80%, e che i costi siano 60 k€, pagati<br />

per il 60%; abbiamo, allora:<br />

Costi d’esercizio (60 k€) misurati da: uscite 36 k€<br />

debiti 24 k€<br />

Ricavi d’esercizio (50 k€) misurati da: entrate 40 k€<br />

crediti 40 k€<br />

Pertanto, la cassa e/o la banca registrano un incremento di 4 k€ (40 - 36) a fronte di una perdita<br />

di 10 k€ (60 -50).<br />

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