CAPITOLO III - IL BILANCIO D'ESERCIZIO - Meccanicamente

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6 Figura III.6 - Stato patrimoniale STATO PATRIMONIALE € € Automezzi 6.000 Capitale netto 12.000 Crediti v/clienti 6.000 Debiti v/fornitori 3.000 Cassa 3.000 Totale 15.000 Totale 15.000 CONTO ECONOMICO € € Acquisto merci 5.000 Vendita merci 10.000 Salari 3.000 8.000 Risorse nette 2.000 Totale 10.000 Totale 10.000 Figura III.7 - Conto economico Di seguito saranno illustrati e chiariti i suddetti tre concetti che stanno alla base della gestione aziendale. 2 LA STRUTTURA DELLO STATO PATRIMONIALE 2.1 Generalità: il capitale L’esempio di cui al 1.2 è volutamente semplificato e ha come scopo quello di indicare il processo di formazione del bilancio d’esercizio e di generazione dei valori in esso contenuti. Nel prosieguo ci riferiremo a una situazione più complessa dove i valori esaminati saranno più numerosi e, pertanto, più aderenti alla realtà. A tale scopo ipotizziamo la seguente struttura del patrimonio di un’ipotetica azienda mercantile. STATO PATRIMONIALE al 31/12/200X € € Mobili e arredamento 14.000 Debiti v/fornitori 25.000 Attrezzature e impianti 15.000 Debiti v/banche 5.000 Automezzi 9.000 Mutui passivi 30.000 Spese d'impianto 2.000 Capitale proprio o netto 33.000 Merci 40.000 Crediti v/clienti 10.000 Altri crediti 1.000 Cassa 500 Banca c/c 1.500 Totale 93.000 Totale 93.000 Figura III.8 Lo stato patrimoniale evidenzia il patrimonio dell’impresa che, con riferimento alle aziende di produzione (o a quelle mercantili), viene denominato capitale 7 . 7 Tale termine è utilizzato generalmente nella letteratura economico-aziendale. Tuttavia nella terminologia giuridica attuale non si parla di capitale ma di patrimonio. Il significato è comunque lo stesso.
Ma che cosa significa capitale? Con tale termine intendiamo riferirci ai mezzi a disposizione dell’imprenditore per esplicare le operazioni aziendali e conseguire pertanto lo scopo d’impresa, ossia l’incremento di quei mezzi. Ma definiamo meglio il concetto sia sotto l’aspetto qualitativo sia sotto il profilo quantitativo. 2.2 Aspetto qualitativo del capitale Sotto l’aspetto qualitativo il capitale è il complesso dei beni economici tra loro coordinati a disposizione dell’imprenditore, nel particolare momento rappresentato dal prospetto di Fig. III.8 L’espressione «in un particolare momento» significa che il concetto di capitale è statico. Occorre rilevare, tuttavia, che tale staticità va considerata dal punto di vista della necessità di ottenere un’informativa che fotografi il capitale in un certo istante, anche se, per effetto delle operazioni di gestione, esso risulta in continuo movimento. L’espressione «a disposizione dell’imprenditore» significa che tali beni possono essere legittimamente utilizzati per il raggiungimento di uno scopo prefissato. Il presupposto di diritto, che rende un bene pienamente disponibile, è il diritto di proprietà sulla cosa, che fa capo al soggetto titolare dell’impresa. Dobbiamo precisare, però, che ai fini della possibilità di svolgere il complesso delle operazioni aziendali (gestione) risulta fondamentale anche la disponibilità di fatto sulla cosa. Per esempio un macchinario, un automezzo può essere ottenuto anche in uso (affitto) per un certo periodo di tempo; quindi, potrà essere utilizzato, secondo certe condizioni stabilite dalle parti in causa, per il raggiungimento degli scopi aziendali. Tuttavia, la mancanza della condizione relativa al diritto di proprietà non ci consente di considerare il bene in uso come componente del nostro capitale aziendale. Esso sarà in effetti elemento costituente il patrimonio di terzi, i quali ce ne hanno consentito l’utilizzazione verso il corrispettivo di un prezzo (affitto o leasing) o gratuitamente (comodato). Tale posizione è conforme alle norme vigenti nella redazione dei bilanci, anche se vi è una teoria alternativa che ricomprende nel capitale d’impresa qualunque bene a disposizione dell’imprenditore indipendentemente dal diritto di proprietà. Poiché i beni rappresentanti il capitale sono tra loro eterogenei essi vengono comunemente denominati investimenti. Con tale termine si vuole evidenziare l’impiego di mezzi monetari in fattori produttivi acquisiti per l’esercizio dell’attività economica. Per fattore produttivo intendiamo, come già ampiamente esposto precedentemente, qualsiasi bene, materiale o immateriale, o anche un servizio, acquisito per essere utilizzato nei processi aziendali di produzione e vendita. Possiamo dire, quindi, che i beni descritti nella sezione sinistra dello stato patrimoniale dell’azienda mercantile ipotizzata costituiscono la struttura qualitativa degli investimenti attuati e disponibili per il soggetto aziendale alla data evidenziata nel prospetto. Ma gli investimenti derivano da fonti di finanziamento; questa espressione indica la provenienza dei mezzi monetari ottenuti per l'impiego in fattori della produzione. In concreto, essi sono rappresentati nella sezione destra dello stato patrimoniale della nostra impresa. Tali finanziamenti possono essere forniti sia dal proprietario-imprenditore o dai soci (azienda collettiva) o da terzi che effettuano prestiti o forniture a credito all’impresa. Un esempio del primo tipo è dato dalla voce capitale proprio del prospetto, mentre un esempio del secondo tipo è costituito dalla voce debiti vi fornitori. Pertanto, diremo che si hanno finanziamenti interni (o fonti di finanziamento interno) quando i mezzi monetari o gli stessi beni economici sono apportati dallo stesso soggetto-imprenditore. Avremo, invece, finanziamenti esterni (o fonti di finanziamento esterne) quando i mezzi monetari per effettuare l’investimento in fattori produttivi sono forniti da terzi che prestano denaro o, quantomeno, concedono credito alla nostra azienda (ad es. acquisto di merci con pagamento differito). 7
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