Ricordate le parole di Galliani quando discettando sulla nuova geografia del calcio italiano, ripeteva un giorno sì e l’altro pure che <strong>il</strong> blasone e la storia del M<strong>il</strong>an, al pari di quelli dei grandi club, non potevano scendere a misurarsi con le piccole città di una provincia pallonara in cerca di legittimazione? O ancora quelle di Fabio Capello che, un po’ contrariato per <strong>il</strong> pareggio a reti bianche sul prato del vecchio Rastrello, dove la sua ‘Magica’ Roma era stata fermata dalla matricola Siena, si affrettò a sottolineare che “l’erba del terreno era troppo alta”? A parte l’<strong>il</strong>lustre affronto al certosino lavoro di Olinto e soci, l’educato lamento del tecnico friulano parve più che altro l’alibi dietro cui nascondere una giornata poco felice dei suoi talentuosi ‘giocolieri’. Sta di fatto che, in modo più o meno elegante, l’’Artemio Franchi-Montepaschi Arena’ (come dobbiamo abituarci a chiamarlo) è stato sempre molto ‘chiacchierato’ dagli addetti ai lavori, signori nella vittoria, molto meno lucidi nella sconfitta. Anche perché, quando ‘la grande’ perde o comunque rallenta contro la ‘piccola’, si tende a rimarcare i demeriti della prima e non certo i meriti della seconda. I rapporti di forza – come si direbbe in diplomazia – vivono di regole proprie e talvolta nemmeno quando si ‘rovesciano’ fanno notizia. Figurarsi dunque se, in tutti questi anni, qualcuno si è accorto ad esempio che <strong>il</strong> fondo del ‘Franchi’ è di gran lunga <strong>il</strong> migliore di tutta la Serie A, che i templi pieni di blasone e di storia sono ora campi ‘spelacchiati’ nonostante rizzollature, manutenzioni varie o chissà quale altra alchimia di consolidamento; o che magari lo stadio di Siena è stato uno dei primi ad essere messo a norma con le disposizioni del cosiddetto ‘decreto Pisanu’ - quello che prevedeva l’installazione dei ‘tornelli’ - grazie ad una presenza costante e attenta da parte delle istituzioni, capaci di rispondere con prontezza e sollecitudine laddove le metropoli del pallone hanno spesso sonnecchiato. Col tempo la sussiegosa spavalderia dei potenti verso quel ‘campetto di provincia’ (che qualcuno dalle colonne della stampa nazionale si spinse a definire, senza alcuna autorità eppure con ingiustificab<strong>il</strong>e leggerezza, addirittura “indegno di un paese civ<strong>il</strong>e”), si è trasformata in rispetto. A denti stretti, ma pur sempre rispetto. Una dignità guadagnata con i successi di una squadra e di un pubblico orgogliosamente ‘piccoli’, ma sempre più guastafeste delle ‘grandi’: come dire che la Robur, ‘nel su’ ridotto’, è un cliente durissimo per tutti e a testimoniarlo ci sono le vittorie ottenute con le prime della classe: ne sa qualcosa la Roma di Luciano Spalletti, poco più che comprimaria nello spettacolare tre a zero della scorsa stagione in quella che a detta di molti resta la miglior partita disputata dai nostri in sei anni di A, e tornata con le pive nel sacco anche quest’anno sconfitta di misura alla sesta giornata. Provate a chiedere a Cesare Prandelli: la sua Fiorentina si è dovuta inchinare nelle ultime apparizioni alla ‘legge del Franchi’ (quello di Siena, si capisce…). Prima Maccarone, poi Kharja, allignati al ‘mitico’ Tore André Flo che permise al Siena di De Canio di superare la Fiorentina targata Zoff - hanno sancito i due acuti consecutivi sui Viola, in un derby che dalle sponde dell’Arno si sforzano di ‘snobbare’, ma che non si direbbe sia una partita come le altre a giudicare dalle ‘uggiose’ reazioni del popolo gigliato. Senza dimenticare che perfino ‘Ciccio’ Cozza, per nulla rimpianto da queste parti, è riuscito ad iscriversi alla voce dei gol memorab<strong>il</strong>i: quello del 2-1 al M<strong>il</strong>an nel campionato 2004/2005 (per la prima e per ora unica vittoria sul Diavolo), rimane <strong>il</strong> solo bel ricordo lasciato da un giocatore di classe pura, ma che nell’esperienza senese ha segnato una traccia tutt’altro che indeleb<strong>il</strong>e. Nella stagione del record di punti, <strong>il</strong> Siena di Mario Beretta ha infranto un altro tabù. È toccato anche alla Juventus di Claudio Ranieri segnare <strong>il</strong> passo sotto la Torre del Mangia. La voglia di cercare un risultato prestigioso e l’occasione di chiudere con la ‘c<strong>il</strong>iegina’ un campionato da incorniciare, almeno nella sua seconda parte, fecero la differenza in favore dei bianconeri di casa nostra. Numeri alla mano, i ragazzi di Giampaolo 15 calcio stanno costruendo lo ‘scudetto’ della sesta salvezza proprio in casa, spinti dalla passione di un pubblico già premiato per la propria esemplare correttezza e ‘dodicesimo uomo’ di grande impatto per <strong>il</strong> fortino Robur. Quindici dei 19 punti conquistati finora sono di matrice casalinga con un ruolino di quattro vittorie e tre pareggi. Non male, se solo Vergassola e compagni guarissero dal mal di trasferta: bottino magro i quattro punti collezionati lontano dal Franchi con <strong>il</strong> pareggio di Lecce e la vittoria sul Chievo. Avremmo voluto poter scrivere, non senza quel pizzico di locale sciovinistico compiacimento, che dal 4 maggio 2008, tutte le superpotenze dell’Olimpo calcistico erano inesorab<strong>il</strong>mente cadute nella ‘conca’ del Rastrello. Gli uomini di Mister Giampaolo hanno provato ad allungare la striscia con l’Inter di José Mourinho. Peccato che la svista colossale di Griselli abbia spianato la strada ai Campioni d’Italia per imporre la prima sconfitta interna stagionale. E non ci dispiace per la statistica, ma per la classifica. Sono sempre e solo i punti gli unici riscontri numerici che contano davvero. Non resta che apprezzare sinceramente la schietta lealtà di Mourinho, <strong>il</strong> quale ha ammesso senza ipocrisia di non aver meritato la vittoria, venuta da un gol in solare fuorigioco di fronte ad una squadra, <strong>il</strong> Siena, brava a giocare…da Inter, proprio come la ‘schiacciasassi’ del torneo non era riuscita a fare, forse per la prima volta in diciassette turni. Che <strong>il</strong> responso del campo stavolta sia stato oltremodo penalizzante nei confronti di un Siena a tratti br<strong>il</strong>lantissimo, è di tutta evidenza. Rimane la beffa per un’altra impresa sfiorata, della quale <strong>il</strong> pari sarebbe stato comunque prestigiosa consolazione e la sconfitta diventa inspiegab<strong>il</strong>e e inquietante conclusione. Tutta colpa, e non è vittimismo semmai parere unanime vista la nitida verità dei fatti, di una bandierina che avrebbe dovuto alzarsi, ma che è rimasta sospettosamente abbassata, lasciando al Siena soltanto la misera formalità dei complimenti… Nonostante la discussa sconfitta coi nerazzurri, <strong>il</strong> Rastrello rimane un fortino inespugnab<strong>il</strong>e per le big ‘Nel su’ ridotto’ è tutto un altro Siena Francesco Vannoni
16 calcio RISULTATI E CLASSIFICA SERIE A 15ª giornata NAPOLI-SIENA 2-0 (St 17’ Maggio, 28’ Denis) 16ª giornata PALERMO-SIENA 2-0 (Pt 30’ Cassani, st 9’ Simplicio) 17ª giornata SIENA-INTER 1-2 (Pt 34’ Maicon, 44’ Kharja; st 38’ Maicon) Classifica: Inter 42; Juventus 36; M<strong>il</strong>an 33; Fiorentina 32; Napoli 30; Genoa 29; Lazio 27; Catania 25; Atalanta 24; Roma e Palermo 23; Udinese 22; Cagliari 21; Siena e Sampdoria 19; Bologna e Torino 15; Lecce 14; Reggina 13; Chievo 9.