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zona franca roberto morrocchi<br />

‘DANIELINA’, UNA VITA FRA TANTI COLORI<br />

Ho salutato Daniela la sera della gara interna<br />

con la Scavolini. “Sono contento quando ti vedo<br />

al tuo solito posto al palasport..” Un sorriso e una<br />

stretta di mano. Daniela sarebbe volata via <strong>il</strong><br />

giorno di Natale, stremata da una inesorab<strong>il</strong>e<br />

malattia.<br />

Danielina della Selva, hanno scritto i giornali.<br />

Certo la Contrada, dopo la famiglia, era al<br />

primo posto fra i suoi pensieri.<br />

Alla Selva ha dedicato una parte importante<br />

della sua esistenza, con amore, passione, attenzione,<br />

infiniti. Per <strong>il</strong> piglio e la cultura contradaiola<br />

avrebbe potuto ricoprire qualsiasi incarico.<br />

Si è dedicata invece a compiti di seconda linea,<br />

cancelliere, economo, addetta al museo e alla<br />

chiesa, che quasi mai danno lustro, ma essenziali<br />

per la vita stessa del rione. Per custodire quelle<br />

memorie e quelle tradizioni, senza le quali la<br />

Contrada sarebbe, a malapena, un jockey club.<br />

Ma Daniela è stata, a modo suo, anche un bel<br />

personaggio nel mondo dello sport senese. E non<br />

poteva essere altrimenti. Si chiamava Renoldi; sì<br />

suo padre era quel Renoldi, un’ala che fece volare<br />

nel 1935 la Robur in serie B.<br />

Il calcio era stato <strong>il</strong> suo primo amore. Seguiva<br />

i bianconeri e ragazzina si misurava con i maschi<br />

in accese partite che cominciavano magari<br />

al campetto del Costone e finivano in Vallepiatta.<br />

Il suo forte era <strong>il</strong> dribbling, secco e rapido<br />

come quello del suo babbo.<br />

Lei era anche una “citta” del Costone.<br />

Al Ricreatorio si era avvicinata alla pallacanestro;<br />

anche qui mischiandosi con i maschi in<br />

estenuanti tre contro tre sul campo in cemento<br />

della Piaggia.<br />

Era veloce e sgusciante. Preferiva <strong>il</strong><br />

sottomano in terzo tempo, ma ci prendeva<br />

anche da fuori, magari con l’aiuto<br />

del tabellone.<br />

Farà parte di quella bella squadra<br />

della Libertas che sfiorerà la promozione<br />

in serie A alla fine degli anni sessanta.<br />

Al Costone conosce Mario, della dinastia<br />

dei Brocchi, artigiani del ferro battuto,<br />

alfiere dell’Aqu<strong>il</strong>a e bel giocatorino<br />

fra i gialloverdi del Donvi. Con lui costruisce<br />

una famiglia senese doc.<br />

Quando – e sono passati quasi 25<br />

anni, una vita – Mario se ne vola via, appena<br />

oltrepassata la soglia dei 40 anni,<br />

Daniela si dedica all’educazione dei figli,<br />

Laura ed Alessandro, cercando con tutte<br />

le sue forze di tenere “aperta” la bottega<br />

dei Brocchi nel Porrione.<br />

Ce la fa a crescere due bravi ragazzi.<br />

La bottega resta aperta e Laura è una artigiana-artista<br />

più brava, se possib<strong>il</strong>e, del<br />

nonno e del babbo.<br />

Resta la Contrada e accanto all’amata<br />

Selva, <strong>il</strong> Siena e la Mens Sana. Non<br />

perde una gara interna dei bianconeri e<br />

segue la Mens Sana in Italia e in mezza Europa,<br />

insieme ai Sebastiani.<br />

Era due o tre gradoni dietro di me,<br />

al palasport. Non era una tifosa<br />

qualunque. Conosceva <strong>il</strong> basket<br />

e non la mandava a dire dietro<br />

a nessuno. La sua schiettezza<br />

di giudizio la<br />

faceva esplodere, a<br />

volte, in qualche azzeccato<br />

“rimbrotto”. Gli<br />

arbitri raramente la<br />

passavano liscia, ma<br />

anche giocatori, allenatori<br />

e dirigenti si<br />

meritavano le sue argute<br />

attenzioni.<br />

Certe osservazioni<br />

lasciavano <strong>il</strong> segno.<br />

Anche sul mio operato<br />

di Presidente ebbe una<br />

volta da ridire…e aveva<br />

ragione lei.<br />

Meglio un rimbrotto da chi<br />

sai schietto e sincero che una leccata<br />

falsamente zuccherosa di chi sa<br />

solo…leccare.<br />

Ci mancherà, Daniela. Alla sua Selva, alla<br />

Robur, alla Mens Sana, alla città. Ma sono sicuro<br />

che Laura ed Alessandro, della Torre, terranno<br />

aperta la bottega del Porrione e saranno senesi<br />

doc come lo era l’alfiere Mario e la solare Danielina.<br />

Sopra, un’immagine di Daniela durante la partita contro la<br />

Scavolini (marzo 2008).<br />

Sotto, dall’archivio di Carlo Rosa, Daniela (seconda in basso<br />

da sinistra) con la ‘sua’ squadra della Libertas

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