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Aprile - Giugno Bollettino - Diocesi di Rimini

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<strong>Bollettino</strong> Diocesano 2010 - n.2<br />

3. Il modo più concreto per non separare ciò che Dio ha congiunto è quello<br />

<strong>di</strong> vivere la spiritualità eucaristica, quale traspare dalle parole della istituzione:<br />

prese il pane, rese grazie con la preghiera <strong>di</strong> bene<strong>di</strong>zione, lo spezzò, lo <strong>di</strong>ede.<br />

Queste parole riassumono la mia vita sacerdotale <strong>di</strong> battezzato, ma, declinate al<br />

passivo, scrivono anche la mia vita presbiterale. Come il pane eucaristico, anche<br />

noi siamo stati presi, benedetti, spezzati e dati.<br />

“Prese il pane”: siamo stati presi, non catturati, ma scelti e sedotti perché<br />

amati. “Scelti” significa guardati dal Padre con sconfinata tenerezza, come esseri<br />

unici, speciali, preziosi ai suoi occhi, come figli <strong>di</strong> infinita bellezza e <strong>di</strong> eterno<br />

valore. Perché Lui è fatto così: ci ha incontrati per strada e ci ha scelti non<br />

perché eravamo adatti, ma siamo stati resi adatti da Lui che ci ha scelti. Questo<br />

non significa che gli altri siano stati scartati: la scelta <strong>di</strong> Cristo non esclude nessuno,<br />

include tutti. Non è competitiva, ma compassionevole. Non forma élites<br />

<strong>di</strong> separati, ma crea comunione tra i <strong>di</strong>versi.<br />

“Benedetti”: siamo stati consacrati e santificati. Credere che siamo benedetti<br />

equivale a credere che la nostra vita non è sotto il segno della cattiva<br />

stella del fato o del caso, ma è dentro il mistero <strong>di</strong> Dio, abbracciata dalla sua<br />

misericor<strong>di</strong>a, che riscatta ogni più squallida miseria. Ognuno <strong>di</strong> noi può <strong>di</strong>re:<br />

“Lo Spirito del Signore è su <strong>di</strong> me; mi ha consacrato con l’unzione”. I nostri gesti<br />

sacerdotali sono destinati a <strong>di</strong>ventare infiniti, <strong>di</strong>vini. Il nostro cuore <strong>di</strong> pastori è<br />

programmato per essere riempito dalla grazia <strong>di</strong> Dio, e <strong>di</strong>ventare lo spazio per<br />

i suoi innumerevoli pro<strong>di</strong>gi. Siamo stati santificati non perché santi lo eravamo<br />

già, ma perché lo <strong>di</strong>ventiamo. Siamo stati immersi nella grazia perché i nostri<br />

fratelli vengano sommersi dalla tenerezza della <strong>di</strong>vina, umanissima misericor<strong>di</strong>a<br />

<strong>di</strong> Cristo, nostro capo e pastore.<br />

“Spezzati”: i confratelli infermi ci insegnano che quando siamo appesi alla<br />

croce delle nostre impotenze e delle nostre <strong>di</strong>sfatte, crocifissi con i chio<strong>di</strong> della<br />

malattia, nell’agonia della speranza, nella paura che vede solo buio e vuoto,<br />

non siamo soli: Cristo non ha voluto schiodare se stesso per attenderci sul<br />

calvario,come a un appuntamento fissato, ogni volta che arriva anche per noi<br />

l’ora nona, per fare della nostra croce non una negazione arida e amara, ma<br />

l’umile e ostinata scelta <strong>di</strong> perdere la vita donandola. Il mistero della nostra<br />

vita <strong>di</strong> preti nasce da un Pane spezzato con cui entriamo in comunione, perché<br />

anche noi possiamo lasciarci spezzare e <strong>di</strong>stribuire per la comunione dei fratelli.<br />

“Dati”: la santa eucaristia ci ricorda che fare la memoria del Signore significa<br />

lasciarci donare a tutti, e <strong>di</strong>ventare capaci <strong>di</strong> vivere come il buon Pastore: a<br />

cuore squarciato, a braccia spalancate per tutti. La nostra più grande realizzazione<br />

sta nel dare noi stessi agli altri. Una vita donata, ma poi ripresa o trattenuta<br />

e ripiegata, è una vita sprecata. Ma vivere per Lui, come ha fatto Lui che ha dato<br />

la vita per il gregge, vuol <strong>di</strong>re vivere facendo vivere un popolo sacerdotale, una<br />

comunità eucaristica.<br />

Maria, sotto il cui cuore ha cominciato a formarsi il cuore del buon Pastore, ci<br />

ricor<strong>di</strong> che ogni volta che siamo nell’ora nona, sotto la croce, appena poco oltre<br />

brilla nel primo sole del primo giorno dopo il sabato una pietra rovesciata…<br />

+ Francesco Lambiasi<br />

Omelie<br />

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