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Aprile - Giugno Bollettino - Diocesi di Rimini

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24<br />

<strong>Bollettino</strong> Diocesano 2010 - n.2<br />

lasciarci amare: è nel dare e nel ricevere amore che si pesa la beatitu<strong>di</strong>ne della<br />

vita. La terza legge è l’apertura: l’amore del Maestro non abbraccia i <strong>di</strong>scepoli<br />

per sequestrarli nel caldo tepore <strong>di</strong> un cenacolo intimo e confortevole, ma li<br />

inserisce in un <strong>di</strong>namismo che li sbilancia verso gli altri. Gli altri, tutti. Guai se ci<br />

fosse un aggettivo a selezionare gli amabili e i non amabili. Tutti, in<strong>di</strong>stintamente,<br />

sono amabili da me perché tutti, in<strong>di</strong>stintamente, sono amati da Dio<br />

Capiamo allora perché Gesù parla <strong>di</strong> comandamento. È vero: Gesù comanda<br />

<strong>di</strong> amarci, ed è altrettanto vero che un amore imposto, forzato, non è che<br />

una maschera dell’amore. Ma quello <strong>di</strong> Gesù è un comandamento-dono (“Vi<br />

dono un comandamento”). In questa prospettiva l’evangelista si ricollega alla<br />

migliore tra<strong>di</strong>zione biblica: la legge <strong>di</strong> Dio è dono, e la legge dell’amore è tale<br />

perché il comandamento del Padre corrisponde alla nostra vocazione più profonda:<br />

è una legge che serve a noi per salvare la nostra vita, non serve a Dio per<br />

salvaguardare i privilegi della sua <strong>di</strong>vinità. Spiega il Papa:<br />

“Non si tratta <strong>di</strong> un ‘comandamento’ dall’esterno che ci impone l’impossibile,<br />

bensì <strong>di</strong> una esperienza dell’amore donata dall’interno, un amore che, per<br />

sua natura, deve essere ulteriormente partecipato ad altri” (Deus caritas est, n.<br />

18).<br />

4. Ma a chi avverte <strong>di</strong> non poter vivere senza rispondere all’amore <strong>di</strong> Dio,<br />

può capitare – ed è capitato a voi, sorelle carissime - la sconvolgente avventura<br />

<strong>di</strong> sentirsi scelta con occhio <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>lezione, <strong>di</strong> sentirsi chiamata ad essere<br />

totalmente sua. È l’avventura che si ripete nei gran<strong>di</strong> cercatori <strong>di</strong> Dio: nei santi<br />

il fascino <strong>di</strong> Dio si trasforma spesso in una passione travolgente, in un fuoco<br />

<strong>di</strong>vorante che brucia tutte le me<strong>di</strong>azioni umane. Si traduce in un bisogno irrefrenabile<br />

<strong>di</strong> concentrarsi solo su <strong>di</strong> Lui, il Tutto, l’Assoluto, l’Amore totale e assoluto<br />

del proprio cuore. È la via <strong>di</strong> chi si sente prepotentemente attratto e come calamitato,<br />

con dolce, incontenibile violenza, ad essere tutto e solo e sempre del<br />

Signore. È la via della verginità consacrata. Dio appare come l’Amore che attira<br />

a sé il tuo essere e la tua esistenza, le tue pulsioni anche le più profonde, quelle<br />

che vorresti riservare a un tuo tu più intimo; l’Amore che assorbe le tue fibre più<br />

riposte, attiva le infuocate capacità del tuo cuore; l’Amore che può domandare<br />

tutto perché tutto ti può donare. È l’esperienza dell’innamoramento: mentre è<br />

possibile amare contemporaneamente più persone, non è possibile innamorarsi<br />

che <strong>di</strong> una persona. Si possono avere molti amici e molti fratelli, ma uno<br />

solo è lo sposo. E se Dio ti fa avvertire la sua tremenda e dolcissima seduzione,<br />

perché non abbandonarsi alla spinta del cuore che porta ad amare con amore<br />

sponsale solo Lui ed esclusivamente Lui, amato come unico Amore?<br />

È ovvio che in linea <strong>di</strong> principio l’amore umano non entra in concorrenza<br />

con l’amore <strong>di</strong> Dio. Anzi ne può <strong>di</strong>ventare segno ed espressione sacramentale,<br />

come avviene nel matrimonio cristiano. Ma proprio per servire la capacità <strong>di</strong><br />

significazione del mistero dell’amore, perché questi non resti un sentimento a<br />

livello puramente umano, ma trascenda infinitamente se stesso, il matrimonio<br />

ha bisogno della verginità <strong>di</strong> un cuore visibilmente in<strong>di</strong>viso.<br />

E la fecon<strong>di</strong>tà? Un amore veramente sponsale non esige solo la nota dell’intimità;<br />

aspira irresistibilmente anche alla fecon<strong>di</strong>tà. Ma la verginità non solo<br />

non si oppone alla fecon<strong>di</strong>tà, ma la esprime in pienezza. Perché Dio non ti<br />

Atti del Vescovo

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