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Aprile - Giugno Bollettino - Diocesi di Rimini

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<strong>Bollettino</strong> Diocesano 2010 - n.2<br />

del tra<strong>di</strong>mento, il brivido della tenerezza. L’Eucaristia viene istituita da Gesù in<br />

un contesto <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>mento, che è la colpa più contraria all’amore, più refrattaria<br />

a ogni <strong>di</strong>namismo <strong>di</strong> alleanza, la colpa che ferisce a morte il cuore. Gesù<br />

prevede altre colpe: il triplice rinnegamento <strong>di</strong> Pietro, l’abbandono da parte<br />

degli apostoli, l’arresto nel Getsemani, il processo-farsa, la condanna capitale,<br />

gli scherni, gli strazi, la croce, la morte. Che cosa ci si poteva aspettare?<br />

In un contesto analogo, anche se meno tremendo, il profeta Geremia protesta<br />

la sua innocenza, e rinuncia a farsi giustizia: rimette la sua causa a Dio,<br />

ma reclama la rappresaglia contro i suoi nemici: “Signore degli eserciti, giusto<br />

giu<strong>di</strong>ce, possa io vedere la tua vendetta su <strong>di</strong> loro, poiché a te ho affidato la mia<br />

causa”. Gesù, che potrebbe chiedere e ottenere dal Padre un esercito <strong>di</strong> angeli<br />

in sua <strong>di</strong>fesa e gli basterebbe meno <strong>di</strong> un decimo <strong>di</strong> secondo per incenerire i<br />

suoi carnefici, si abbandona alle mani del Padre e invoca il perdono per i crocifissori:<br />

“Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”.<br />

2. Ecco la trasformazione che avviene nell’eucaristia: prima della mutazione<br />

“sostanziale” (il pane cambiato nel corpo, il vino nel sangue), nella vita <strong>di</strong> Gesù<br />

avviene una trasformazione “esistenziale”: una violenza totalmente ingiustificata<br />

viene dal Signore convertita in una donazione totalmente incon<strong>di</strong>zionata. Di<br />

conseguenza la morte da evento <strong>di</strong> rottura si trasforma in evento <strong>di</strong> alleanza;<br />

da segno negativo <strong>di</strong> opposizione <strong>di</strong>venta strumento positivo <strong>di</strong> comunione; da<br />

male<strong>di</strong>zione passa in bene<strong>di</strong>zione che salva e re<strong>di</strong>me.<br />

Ecco che cosa avvenne nell’ultima cena: anticipando misteriosamente la<br />

propria passione e morte, Gesù decise <strong>di</strong> donare generosamente quella vita che<br />

volevano strappargli con violenza; decise <strong>di</strong> offrire liberamente quel sacrificio<br />

che altri tramavano <strong>di</strong> compiere; decise <strong>di</strong> far consumare gratuitamente come<br />

cibo ciò che i suoi persecutori si arrogavano prepotentemente <strong>di</strong> <strong>di</strong>struggere.<br />

Ed ecco cosa è avvenuto nella nostra or<strong>di</strong>nazione: siamo <strong>di</strong>ventati responsabili<br />

della memoria viva dell’amore <strong>di</strong> Dio e ministri della celebrazione festosa<br />

della gratitu<strong>di</strong>ne che da quella memoria deriva.<br />

Noi sappiamo bene che l’or<strong>di</strong>nazione sacerdotale non ha cancellato<br />

in noi il sacerdozio comune, ma lo ha rafforzato e specificato, declinandolo<br />

sul versante della carità pastorale, che è partecipazione alla carità <strong>di</strong> Cristo,<br />

buon Pastore. Un prete che pretendesse <strong>di</strong> celebrare l’eucaristia senza aderire<br />

personalmente a Cristo come gli altri cristiani presenti, e si arrogasse l’arbitrio<br />

<strong>di</strong> esercitare il sacerdozio ministeriale rifiutando <strong>di</strong> esercitare il sacerdozio battesimale,<br />

compirebbe un’azione ministeriale valida – perché non con<strong>di</strong>zionata<br />

ai suoi meriti - ma gravemente illecita, e la sua comunione eucaristica sarebbe<br />

un mangiare e un bere la propria condanna. Si separerebbe dal corpo mistico<br />

<strong>di</strong> Cristo nel momento in cui consacra indegnamente il suo corpo eucaristico;<br />

inserirebbe violentemente una separazione là dove viene operata la più intima<br />

e tenace comunione. Insomma farebbe un doppio attentato: contro il battesimo<br />

e contro il ministero. Pertanto il battesimo non è come l’atrio <strong>di</strong> ingresso<br />

che ci si lascia alle spalle per entrare in chiesa, ma come la cripta che sorregge<br />

stabilmente l’intero presbiterio.<br />

Atti del Vescovo

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