Aprile - Giugno Bollettino - Diocesi di Rimini
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<strong>Bollettino</strong> Diocesano 2010 - n.2<br />
e la susciti,<br />
L’unità <strong>di</strong> Logos e Agape: una IC che esalti insieme i contenuti e l’esperienza,<br />
La Chiesa come “metodo” dell’ IC,<br />
Unum facere et aliud…: una catechesi che coinvolga non solo i bambini fin<br />
dalla tenera età, ma anche le famiglie e i giovani, con tre sottotitoli:<br />
Il ruolo degli adulti e delle famiglie nell’IC,<br />
L’importanza dei piccoli, al <strong>di</strong> là delle loro famiglie, nell’ IC,<br />
La cura della pastorale giovanile, come <strong>di</strong>mensione costitutiva <strong>di</strong> un progetto<br />
<strong>di</strong> IC ,<br />
Una catechesi che ricuperi la quadripartizione del catecumenato antico, valorizzando<br />
l’impostazione teologica del Vaticano II presente nel CCC,<br />
Il pieno coinvolgimento dei preti, la formazione dei catechisti, la vocazione <strong>di</strong><br />
nuovi catechisti anche fra i giovani e le giovani famiglie.<br />
La scheda chiude con alcune proposte sulla Pastorale battesimale (pre e<br />
post), sulla educazione al “<strong>di</strong>scepolato” , con l’inserimento nella vita cristiana<br />
me<strong>di</strong>ante la celebrazione della Cresima, della Riconciliazione e dell’ Eucaristia,<br />
in or<strong>di</strong>ne alla quale “veniamo battezzati e cresimati”.<br />
Vengono infine segnalati alcuni criteri <strong>di</strong> sperimentazioni in atto per il rinnovamento<br />
della catechesi e della IC:<br />
Il primato della Parola nel PA e nella catechesi<br />
La Centralità della domenica e dell’ Eucaristia<br />
Il rapporto fra famiglia ed educatori<br />
La formazione dei catechisti<br />
La presenza <strong>di</strong> persone <strong>di</strong>sabile negli itinerari formativi<br />
Consiglio Presbiterale: interventi e conclusioni<br />
Mons. Vescovo, all’inizio della comune riflessione, ricorda le quattro leggi<br />
che strutturano l’evento cristiano:<br />
la grazia: il primo verbo del cristiano non è fare, ma accogliere,<br />
la <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong>scendente: non siamo noi a salire, ma è Dio che scende<br />
fino a raggiungerci,<br />
la precedenza dell’in<strong>di</strong>cativo sull’imperativo: Dio vi ama, dunque amatevi<br />
(morale come risposta a un dono). Oggi nell’ “Officium lectionis” S. Agostino<br />
ci <strong>di</strong>ceva: nec eligimus, nisi prius eligamur, nec <strong>di</strong>ligimus, nisi prius <strong>di</strong>ligamur<br />
(Sermo 34,2): amiamo perché amati,<br />
la <strong>di</strong>mensione elettiva: siamo stati scelti, non per merito, ma per grazia; la<br />
missione dono non sequestrabile, ma da con<strong>di</strong>videre.<br />
Mons. Vescovo poi si chiede: il Documento Base è passato veramente o è<br />
ancora davanti a noi? Memore delle parole <strong>di</strong> Albino Luciani: “Occorre cambiare<br />
non i testi, ma le teste”. Molti passi sono ancora da compiere. Da noi preti, poi<br />
dai catechisti.<br />
Segue il confronto sulla relazione <strong>di</strong> don Guido, che ottiene unanime<br />
consenso, con qualche precisazione.<br />
Ad esempio P.G. Farina fa presente come la proposta educativa cristiana<br />
abbia purtroppo i pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> argilla, perché si rivolge al un gruppo ormai limitato<br />
<strong>di</strong> persone e in un contesto <strong>di</strong> frammentarietà (molteplicità delle agenzie <strong>di</strong> for-<br />
Attività del Presbiterio