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Aprile - Giugno Bollettino - Diocesi di Rimini

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122<br />

<strong>Bollettino</strong> Diocesano 2010 - n.2<br />

e la susciti,<br />

L’unità <strong>di</strong> Logos e Agape: una IC che esalti insieme i contenuti e l’esperienza,<br />

La Chiesa come “metodo” dell’ IC,<br />

Unum facere et aliud…: una catechesi che coinvolga non solo i bambini fin<br />

dalla tenera età, ma anche le famiglie e i giovani, con tre sottotitoli:<br />

Il ruolo degli adulti e delle famiglie nell’IC,<br />

L’importanza dei piccoli, al <strong>di</strong> là delle loro famiglie, nell’ IC,<br />

La cura della pastorale giovanile, come <strong>di</strong>mensione costitutiva <strong>di</strong> un progetto<br />

<strong>di</strong> IC ,<br />

Una catechesi che ricuperi la quadripartizione del catecumenato antico, valorizzando<br />

l’impostazione teologica del Vaticano II presente nel CCC,<br />

Il pieno coinvolgimento dei preti, la formazione dei catechisti, la vocazione <strong>di</strong><br />

nuovi catechisti anche fra i giovani e le giovani famiglie.<br />

La scheda chiude con alcune proposte sulla Pastorale battesimale (pre e<br />

post), sulla educazione al “<strong>di</strong>scepolato” , con l’inserimento nella vita cristiana<br />

me<strong>di</strong>ante la celebrazione della Cresima, della Riconciliazione e dell’ Eucaristia,<br />

in or<strong>di</strong>ne alla quale “veniamo battezzati e cresimati”.<br />

Vengono infine segnalati alcuni criteri <strong>di</strong> sperimentazioni in atto per il rinnovamento<br />

della catechesi e della IC:<br />

Il primato della Parola nel PA e nella catechesi<br />

La Centralità della domenica e dell’ Eucaristia<br />

Il rapporto fra famiglia ed educatori<br />

La formazione dei catechisti<br />

La presenza <strong>di</strong> persone <strong>di</strong>sabile negli itinerari formativi<br />

Consiglio Presbiterale: interventi e conclusioni<br />

Mons. Vescovo, all’inizio della comune riflessione, ricorda le quattro leggi<br />

che strutturano l’evento cristiano:<br />

la grazia: il primo verbo del cristiano non è fare, ma accogliere,<br />

la <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong>scendente: non siamo noi a salire, ma è Dio che scende<br />

fino a raggiungerci,<br />

la precedenza dell’in<strong>di</strong>cativo sull’imperativo: Dio vi ama, dunque amatevi<br />

(morale come risposta a un dono). Oggi nell’ “Officium lectionis” S. Agostino<br />

ci <strong>di</strong>ceva: nec eligimus, nisi prius eligamur, nec <strong>di</strong>ligimus, nisi prius <strong>di</strong>ligamur<br />

(Sermo 34,2): amiamo perché amati,<br />

la <strong>di</strong>mensione elettiva: siamo stati scelti, non per merito, ma per grazia; la<br />

missione dono non sequestrabile, ma da con<strong>di</strong>videre.<br />

Mons. Vescovo poi si chiede: il Documento Base è passato veramente o è<br />

ancora davanti a noi? Memore delle parole <strong>di</strong> Albino Luciani: “Occorre cambiare<br />

non i testi, ma le teste”. Molti passi sono ancora da compiere. Da noi preti, poi<br />

dai catechisti.<br />

Segue il confronto sulla relazione <strong>di</strong> don Guido, che ottiene unanime<br />

consenso, con qualche precisazione.<br />

Ad esempio P.G. Farina fa presente come la proposta educativa cristiana<br />

abbia purtroppo i pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> argilla, perché si rivolge al un gruppo ormai limitato<br />

<strong>di</strong> persone e in un contesto <strong>di</strong> frammentarietà (molteplicità delle agenzie <strong>di</strong> for-<br />

Attività del Presbiterio

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