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Aprile - Giugno Bollettino - Diocesi di Rimini

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<strong>Bollettino</strong> Diocesano 2010 - n.2<br />

offra a tutti come una vera “casa-famiglia”. Al riguardo mi è parsa simpatica e carica<br />

<strong>di</strong> significato la sottolineatura <strong>di</strong> un dettaglio, da voi evidenziato con legittima,<br />

comprensibile sod<strong>di</strong>sfazione: quello dei molti operatori pastorali che hanno le<br />

chiavi <strong>di</strong> “casa”, ossia della canonica e delle strutture parrocchiali. Lo leggo come<br />

l’in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> un grande senso <strong>di</strong> responsabilità e <strong>di</strong> reciproca fiducia tra parroco<br />

e collaboratori.<br />

Mi rendo ben conto che, a rendere laboriosa e alquanto <strong>di</strong>sagevole l’organizzazione<br />

del servizio pastorale, è la complessità delle problematiche, derivanti<br />

dalla somma <strong>di</strong> due fattori: l’elevata consistenza numerica della popolazione (con<br />

6.200 abitanti) e la vasta estensione territoriale dell’area su cui insiste la parrocchia<br />

(per la bellezza <strong>di</strong> circa 7 Km!). La sud<strong>di</strong>visione in sei zone mi sembra un tentativo<br />

efficace, perché sud<strong>di</strong>vide la comunità in articolazioni abbastanza “sostenibili”<br />

ed evita il rischio dell’anonimato, favorendo una fitta rete <strong>di</strong> relazioni personali e<br />

l’offerta <strong>di</strong> interventi mirati, attorno alle due chiese succursali, quella <strong>di</strong> Betania e,<br />

l’altra, <strong>di</strong> Spontricciolo. Un tempo avete tentato <strong>di</strong> animare le varie zone con una<br />

fitta rete <strong>di</strong> centri <strong>di</strong> ascolto del vangelo, che però sono ormai spenti, ma vorrei<br />

invitarvi a rilanciarli, perché, se ripensati e opportunamente rivitalizzati, possono<br />

offrire una concreta possibilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo tra la parola <strong>di</strong> Dio e la vita della gente<br />

Uno degli incontri più vivaci è stato senz’altro quello con il gruppo delle catechiste,<br />

che ho trovato motivate e sinceramente appassionate alla educazione<br />

religiosa dei piccoli. Inutile <strong>di</strong>re che anche s. Lorenzo <strong>di</strong> Riccione vive… in questa<br />

parte del pianeta in cui si registrano non poche e non piccole <strong>di</strong>fficoltà in or<strong>di</strong>ne<br />

alla formazione cristiana dei figli, la prima delle quali risulta lo scarso coinvolgimento<br />

delle famiglie e, ancora più a monte, la cosiddetta “religione dello scenario”.<br />

Questa espressione fotografa plasticamente la situazione <strong>di</strong> molti genitori,<br />

per i quali la fede rimane sullo sfondo, senza incidere sensibilmente nel cambiamento<br />

della mentalità e del comportamento. Per quanto riguarda i piccoli,<br />

sono soprattutto i ragazzi delle Me<strong>di</strong>e a risentire negativamente <strong>di</strong> tale situazione,<br />

come emerge dalla forbice sempre più larga tra la frequenza del catechismo e la<br />

scarsa affluenza alla Messa domenicale, e come traspare dal fenomeno vistoso e<br />

desolante dell’abbandono dopo la cresima. Ciò che mi ha colpito positivamente<br />

è stato il toccare con mano la voglia <strong>di</strong> non rassegnarvi a derive tanto allarmanti,<br />

impegnandovi decisamente e concretamente in tre <strong>di</strong>rezioni. La prima è quella <strong>di</strong><br />

rendere il catechismo gradevole e attraente, e in questo ambito la catechesi del<br />

“buon Pastore” risulta un metodo interessante ed efficace, almeno per la fascia<br />

dei più piccoli. L’altra <strong>di</strong>rezione è quella delle “domeniche comunitarie” che con<br />

ritmo mensile vengono vissute con i bambini e le rispettive famiglie, e prevedono,<br />

oltre alla partecipazione alla s. Messa, anche il pranzo comunitario, seguito dalla<br />

con<strong>di</strong>visione del momento pomeri<strong>di</strong>ano. Ma non posso che darvi ragione quando<br />

affermate che, se “in una gestione ‘or<strong>di</strong>naria’ della catechesi, la vostra parrocchia<br />

sta facendo tanto, il problema è che si vive in una situazione straor<strong>di</strong>naria”: alla<br />

catechesi sono affidati compiti ine<strong>di</strong>ti e la parrocchia non può operare scelte coraggiose<br />

in modo unilaterale e scollegato dalle parrocchie vicine.<br />

Resta quin<strong>di</strong> una terza <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> marcia, ed è quella <strong>di</strong> dare un volto missionario<br />

alla parrocchia, attraverso quella “conversione pastorale” che provochi<br />

e accompagni il passaggio da una pastorale <strong>di</strong> conservazione ad una pastorale<br />

Atti del Vescovo

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