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Insieme ottobre 2012 - BCC Vignole

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occhi di Beatrice: assomigliavano a questo più di<br />

qualunque altra cosa».<br />

Oggi Beatrice riposa nel cimitero di Pian degli Ontani,<br />

onorata da una lapide, apposta sulla sua tomba<br />

l’anno successivo alla morte, la cui epigrafe,<br />

dettata da Teresa Filangeri Fieschi Ravaschieri, recita<br />

così:<br />

QUI<br />

RIPOSAnO LE CEnERI<br />

DI BEATRICE DI PIAn DEGLI OnTAnI<br />

PASTORA<br />

UMILE PIA BEnEFICA<br />

CARA ALLE TOSCAnE MUSE<br />

nACQUE nEL DI’ II MARZO 1803<br />

MORì nEL 26 [MA: 25] DI MARZO 1885<br />

PERCHÈ nE DURASSE<br />

LA MEMORIA E L’ESEMPIO<br />

TERESA FILAnGERI RAVASCHIERI<br />

P.<br />

MDCCCLXXXVI<br />

E Pian degli Ontani, infine, oggi offre ai visitatori più<br />

di una testimonianza legata a Beatrice, a dimostrazione<br />

di non aver dimenticato il suo poetare.<br />

Per onorarne la memoria, infatti, il 18 giugno 2000,<br />

sulla piazza principale di Pian degli Ontani, a fianco<br />

della fontana, è stato inaugurato un monumento<br />

a lei dedicato, una lastra di pietra arenaria, scolpita<br />

dallo scultore Vinicio Betti, con l’effige di Beatrice,<br />

mentre il 5 luglio 2008 è stato inaugurato il Parco<br />

Culturale “Beatrice. Le parole delle tradizioni”,<br />

un percorso che si snoda dal monumento fino alla<br />

località La Frassa, lungo il quale sono collocati dei<br />

grandi massi illuminati, su cui sono incise le ottave<br />

più significative della poetessa pastora.<br />

E’ attivo, inoltre, un Centro Studi che, attraverso le<br />

proprie ricerche e la biblioteca, si prefigge lo scopo<br />

di onorarne la memoria, raccogliendo testimonianze<br />

e pubblicazioni a lei dedicate.<br />

15<br />

il PeRSOnaGGiO<br />

i veRSi della POeteSSa PaStORa<br />

Non vi meravigliate, giovinetti,<br />

s’io non sapessi troppo ben cantare;<br />

in casa mia non c’eran maestri,<br />

né mica a scuola son ita ad imparare.<br />

Se volete saper dov’era la mia scuola,<br />

su per i monti all’acqua alla gragnuola.<br />

E questo è stato il mio imparare,<br />

vado per legna e torno a zappare.<br />

Mi misi a fabbricar un bel castello,<br />

credevo d’esser solo castellano.<br />

Quando che l’ebbi fabbricato e bello,<br />

mi fur levate le chiavi di mano.<br />

Sopra alla porta han messo un cartello<br />

che chi l’ha fabbricato stia lontano.<br />

Ed io meschino che lo fabbricai<br />

con pianti e con dolor or lo lassai.<br />

Ed io meschino che l’ho fabbricato<br />

con pianti e con dolor l’ho lassato.<br />

<br />

E gran sollazzo ci verremo a dare<br />

che di scrittura non posso imparare<br />

la montagna l’è stata a noi maestra:<br />

la natura ci venne a nutricare<br />

e ‘l sole se ne va via là pian piano;<br />

ch’io ne debbo partir da Cutigliano.<br />

<br />

E quando la mia casa venne a rovinare,<br />

mi scaturiva il sangue d’ogni vena;<br />

‘na creatura aveva a nutricare.<br />

Mancò la forza a me, mancò la lena:<br />

e non aveo i pie’ per camminare;<br />

la poesia allor perse la vena.<br />

Nel momento di quel terribil danno<br />

io mi restai sommersa in grand’affanno.<br />

<br />

Quanti ce n’è che mi senton cantare<br />

diran: buon per colei che ha il cuor contento!<br />

S’io canto, non è per dir male.<br />

Canto per iscialar quel ch’ ho drento.<br />

insieme ° <strong>ottobre</strong> <strong>2012</strong>

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