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occhi di Beatrice: assomigliavano a questo più di<br />
qualunque altra cosa».<br />
Oggi Beatrice riposa nel cimitero di Pian degli Ontani,<br />
onorata da una lapide, apposta sulla sua tomba<br />
l’anno successivo alla morte, la cui epigrafe,<br />
dettata da Teresa Filangeri Fieschi Ravaschieri, recita<br />
così:<br />
QUI<br />
RIPOSAnO LE CEnERI<br />
DI BEATRICE DI PIAn DEGLI OnTAnI<br />
PASTORA<br />
UMILE PIA BEnEFICA<br />
CARA ALLE TOSCAnE MUSE<br />
nACQUE nEL DI’ II MARZO 1803<br />
MORì nEL 26 [MA: 25] DI MARZO 1885<br />
PERCHÈ nE DURASSE<br />
LA MEMORIA E L’ESEMPIO<br />
TERESA FILAnGERI RAVASCHIERI<br />
P.<br />
MDCCCLXXXVI<br />
E Pian degli Ontani, infine, oggi offre ai visitatori più<br />
di una testimonianza legata a Beatrice, a dimostrazione<br />
di non aver dimenticato il suo poetare.<br />
Per onorarne la memoria, infatti, il 18 giugno 2000,<br />
sulla piazza principale di Pian degli Ontani, a fianco<br />
della fontana, è stato inaugurato un monumento<br />
a lei dedicato, una lastra di pietra arenaria, scolpita<br />
dallo scultore Vinicio Betti, con l’effige di Beatrice,<br />
mentre il 5 luglio 2008 è stato inaugurato il Parco<br />
Culturale “Beatrice. Le parole delle tradizioni”,<br />
un percorso che si snoda dal monumento fino alla<br />
località La Frassa, lungo il quale sono collocati dei<br />
grandi massi illuminati, su cui sono incise le ottave<br />
più significative della poetessa pastora.<br />
E’ attivo, inoltre, un Centro Studi che, attraverso le<br />
proprie ricerche e la biblioteca, si prefigge lo scopo<br />
di onorarne la memoria, raccogliendo testimonianze<br />
e pubblicazioni a lei dedicate.<br />
15<br />
il PeRSOnaGGiO<br />
i veRSi della POeteSSa PaStORa<br />
Non vi meravigliate, giovinetti,<br />
s’io non sapessi troppo ben cantare;<br />
in casa mia non c’eran maestri,<br />
né mica a scuola son ita ad imparare.<br />
Se volete saper dov’era la mia scuola,<br />
su per i monti all’acqua alla gragnuola.<br />
E questo è stato il mio imparare,<br />
vado per legna e torno a zappare.<br />
Mi misi a fabbricar un bel castello,<br />
credevo d’esser solo castellano.<br />
Quando che l’ebbi fabbricato e bello,<br />
mi fur levate le chiavi di mano.<br />
Sopra alla porta han messo un cartello<br />
che chi l’ha fabbricato stia lontano.<br />
Ed io meschino che lo fabbricai<br />
con pianti e con dolor or lo lassai.<br />
Ed io meschino che l’ho fabbricato<br />
con pianti e con dolor l’ho lassato.<br />
<br />
E gran sollazzo ci verremo a dare<br />
che di scrittura non posso imparare<br />
la montagna l’è stata a noi maestra:<br />
la natura ci venne a nutricare<br />
e ‘l sole se ne va via là pian piano;<br />
ch’io ne debbo partir da Cutigliano.<br />
<br />
E quando la mia casa venne a rovinare,<br />
mi scaturiva il sangue d’ogni vena;<br />
‘na creatura aveva a nutricare.<br />
Mancò la forza a me, mancò la lena:<br />
e non aveo i pie’ per camminare;<br />
la poesia allor perse la vena.<br />
Nel momento di quel terribil danno<br />
io mi restai sommersa in grand’affanno.<br />
<br />
Quanti ce n’è che mi senton cantare<br />
diran: buon per colei che ha il cuor contento!<br />
S’io canto, non è per dir male.<br />
Canto per iscialar quel ch’ ho drento.<br />
insieme ° <strong>ottobre</strong> <strong>2012</strong>