Fresh Point Magazine - B2B24 - Il Sole 24 Ore

Mensile – Poste Italiane S.p.A. – sped. A.P. – D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004, art.1.c.1: DCB Forlì
Anno IV
MAR 03 MAR12
Monthly/Mensile
IL SOLE 24 ORE SPA
by Ortofrutta Italiana
www.freshpointmagazine.it
Focus packaging
Focus packaging
Piedmont & Lombardy
Piemonte e Lombardia
US Apple Export
Council
US Apple Export Council
Holland
Olanda
Lettuce
Lattughe
sr/Sprouts Farmer
Market (Usa), Dico (Italy)
gdo/Sprouts Farmer
Market (Usa), Dico (Italia)
French soybean sprouts
Germogli di soia francesi
Labelling
Etichettatura
the buyer’s magazine / la rivista del buyer

heading/rubriche
3
4
63
64
SUMMARY
SOMMARIO
03 MARCH/MARZO 12
editorial/editoriale
news/news
events/appuntamenti
commercial news/le aziende informano
10 focus/focus
10 Packaging that is both innovative and ecological,
that’s what companies are investing in now
Packaging ecologico e innovativo,
ecco come investono le aziende
Marco Pederzoli
14 When container and content are coherent
Quando il contenitore è coerente con il contenuto
Jessica Pini
18 market/mercato
18 Piedmont & Lombardy produce industry
priming for a rebound
Piemonte e Lombardia, si punta al rilancio della produzione
Marco Pederzoli
22 US apples look to Europe
Mele americane alla conquista dell’Europa
Tommy Leighton
28 Italian F&V producers get together to promote
made in Italy
Ortofrutta d’Italia, insieme per promuovere il made in Italy
Duccio Caccioni
30 Holland has reacted well to the crisis:
the trick is not to feel sorry for yourself
L’Olanda reagisce bene alla crisi,
il trucco è non piangersi addosso
Paolo Battistel
34 Private label boom, a rising curve
Boom delle private label, un successo in costante ascesa
Davide Bernieri
38 A new brand for Chilean fruit
Un nuovo marchio per la frutta cilena
Giulia Giovanelli

40 product/prodotto
40 Debut cultivars for lettuce
Le nuove proposte varietali per le lattughe
Giuseppe Francesco Sportelli
46 isr/gdo
46 Sprouts Farmers Market stands for excellence
in specialization
Sprouts Farmer Market, l’eccellenza nella specializzazione
Daniele Tirelli
50 Dico, quality and safety at the right price
Dico, qualità e sicurezza a passeggio con la convenienza
Federica Pagliarone
54
54 French soybean sprouts, producers unite
Germogli di soia francesi, la filiera si è federata
Luigina Trento
58 Fresh-cut produce:
quality from devices to labeling
Quarta gamma, la qualità dagli strumenti all’etichetta
Giancarlo Colelli
Anno IV - n. 3 - march/marzo
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Duccio Caccioni
Fruit Logistica
a shift in focus eastwards
Fruit Logistica
il focus si sposta a Est
Spirits were dampened somewhat at this year’s Fruit
Logistica. Last year in Berlin there was hardly a trace
of the current economic woes: exhibitors and visitors
were, as usual, in an upbeat mood, a feeling of optimism
coming from “Europe’s economic engine”. This
year, though, the mood swing was palpable as the
numbers of exhibitors and visitors were down a notch
or two. This is not to say this, the world’s fresh produce
event par excellence, will not retain its top
billing, a role in all likelihood it will long continue to
play. Yet this time change was in the air for the Old
World, a certain realisation that Europe is no longer
the centre of the trade’s universe. For example, the
there was an air of enthusiasm at the stands of producers
Chile, Brazil and Argentina and from China,
India and Pakistan as they sought out prospective
customers but were no longer focused solely on
Europeans or North Americans. There is now a sold
network of global business relations and countries
once considered as outsiders are interacting a lot with
one another.
A good case in point is Turkey, the show’s official
2012 partner country. It’s already a formidable powerhouse
with 44 million tons of produce and export revenues
of US $2.1 billion in 2011. And its F&V industry
aspires to even greater heights, setting its sights on
an export target of $10 billion by 2023. Indeed, Turkey
is not waiting to strike the “usual” free-trade deal with
the EU but is looking eastwards, to Russia first, and
farther afield to the Middle East and the enormous
markets of Asia. As we’ve noted, the lower profile projected
by European producers was especially evident
with Spain and its 274 exhibitors. The country is perhaps
feeling the pinch of the downturn more than
other producers, though it may well be concentrating
its attention on boosting the growth of its own show,
Fruit Attraction in Madrid, as the feature event of its
overall business strategy.
(English version by David Verzoni)
freshpointmagazine@ilsole24ore.com
Aria più dimessa al Fruit Logistica quest’anno. L’anno
scorso alla kermesse berlinese della crisi non vi era
quasi nessuna percezione: espositori e visitatori come al
solito in crescita, clima ottimistico: stare all’interno della
“locomotiva d’Europa” dava una spinta di ottimismo.
L’atmosfera quest’anno è senz’altro cambiata, sia dal
punto di vista degli espositori che dei visitatori, entrambi
in calo. Non che la manifestazione abbia dato segnali
negativi, il Fruit Logistica si è ritagliata il ruolo di manifestazione
mondiale per eccellenza, un ruolo che le spetterà
presumibilmente ancora per lungo tempo. La sensazione
è però che per il Vecchio Continente, forse, inizia
a tirare un’aria diversa. Ci si rende conto allora che
l’Europa non è più, perlomeno commercialmente, l’ombelico
del pianeta. Negli stand per esempio dei Paesi
sudamericani (Cile, Brasile, Argentina, ecc.) o di quelli
asiatici (a partire dalla Cina, l’India, il Pakistan, ecc.) si
vive una certa effervescenza e la caccia al cliente non
riguarda più certo solo gli europei e i nordamericani. Una
fitta rete di relazioni trasversali attraversa oramai tutto il
globo e i paesi “out-sider” colloquiano sempre di più fra
di loro.
Un bell’esempio di questa tendenza è la Turchia, il
Paese partner ufficiale 2012. Si tratta di un formidabile
produttore (44 milioni di t di ortofrutticoli nel 2011) che è
già una potenza nella esportazione (2,1 miliardi di dollari
Usa), ma che vuole assolutamente diventare leader:
l’obbiettivo dichiarato è infatti di esportare per 10 miliardi
di dollari entro il 2023. Il Paese non punta certo alla
sola Europa (e, infatti, non fa la fila per strappare il “classico”
accordo di libero scambio con la Ue), ma
all’Europa dell’Est (Russia in testa), ai Paesi arabi e a
tutto il grande mercato asiatico. Per l’Europa si è notata
una presenza meno pronunciata soprattutto per la
Spagna (274 espositori) che subisce forse più degli altri
la crisi ma appare anche più concentrata nello sviluppare
a fondo una propria manifestazione (il Fruit Attraction
di Madrid) come vero momento cardine della propria
strategia commerciale.
Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
3
editorial
editoriale

news
notizie
Bayer to introduce new safe, high-performance
products and boost supply-chain projects
Bayer, nuovi prodotti e progetti di filiera
In announcing the debut of major new
novelties, Bayer also noted it expected to
see more than a fifth in future earnings
from these innovative products for grain,
grape and produce. The company also
said it will take a more direct approach to
customer relations through an upgrade of
its BayDir programme.
Bayer noted too that the Magis Project in
Italy will be enlarged to take in wine and
table grape and new titles in its
Coltura&Cultura imprint will be released.
The head of the company’s Italian operations,
Karina Von Detten, announced that
Bayer CropScience will increase its
world-wide investments to €850 million
4 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
by 2015, a notable 20% rise, and that
Italy, where the company has been a
major player in agriculture R&D for 40
years, will raise its key business profile in
the key area of southern Europe. The first
step in innovation will be directed towards
eco-sustainability by substituting old
spray formulas with new, performanceenhancing,
and safer, active ingredients.
(DV)
Nel 2012 Bayer lancerà in Italia importanti
innovazioni e oltre un quinto del fatturato
sarà realizzato con nuovi prodotti per
cereali, vite, ortofrutta. Sarà, inoltre, sviluppato
un approccio più diretto al cliente
con il potenziamento del progetto Baydir.
Continuerà il progetto Magis, allargato
dall’uva da vino a quella da tavola e
saranno pubblicati altri volumi della collana
Coltura&Cultura.
La nuova responsabile della filiale italiana,
Karina Von Detten, ha annunciato che,
a livello globale, Bayer Cropscience incrementerà
del 20% gli investimenti (850
milioni nel 2015) e l’Italia, dove l’azienda
vanta 40 anni di esperienza nell’ambito
della ricerca sul campo, aumenterà il suo
ruolo chiave nell’area del sud Europa.
L’innovazione sarà anche il primo passo
per l’ecosostenibilità, con la sostituzione
di vecchie molecole con altre più performanti
e sicure.
Magic Code, stamps for prizes reserved for greengrocers
Magic Code, la raccolta punti riservata ai fruttivendoli
At a recent press conference in Milan,
Melinda, Apofruit, Sant’Orsola and Simba,
four of the country’s leading fruit companies,
announced the start of the test phase
of Magic Code, a contest for prizes based
on collecting the stamps to be handed out
with purchases of produce by greengrocers.
The initial stage, which kicked off on
1 February and will last over the next
twelve months, involves 250 selected
retailers in Milan and another 50 in Bari.
On a more technical note, the contest will
be handled through a Quick Response
code, a kind of identification sticker that
will be placed on every package format of
the items listed in this pilot-stage of the
promotion. The participating retailers will
photograph the QR code number using
mobile phones with the necessary data on
special sim cards provided by the sponsoring
producers. The mobiles will also be
used – and here’s the new twist – by the
retailers themselves to send the logged
data directly to the sponsors.
«The software package installed in the
terminal for the stamp-points and
requests for prizes includes a ‘Talks to Us’
section that lets the greengrocers forward
via messaging any questions they have
directly to the sponsors. They can even
include a snapshot» noted Andrea Severi
of Apofruit.
This approach to securing customer loyalty
for these small produce retailers is
intended to help promote the cultural and
professional profile they stand for in the
community. It’s also a way of their sharing
useful information with shoppers so as to
help them make more informed choices
and even to increase their purchases of
fruit and vegetables. (DV)
È stata presentata a Milano la fase test
del progetto Magic Code, un concorso a
premi ad accumulazione punti lanciato da
quattro grandi produttori italiani di frutta
(Melinda, Apofruit, Sant’Orsola e Simba)
esclusivamente per i dettaglianti di settore.
La fase sperimentale del progetto è
riservata a 250 dettaglianti specialisti in
ortofrutta di Milano e 50 di Bari e durerà
dodici mesi (la partenza è stata l’uno febbraio).
Tecnicamente la raccolta punti si svolge
attraverso il Quick response code identifi-
cativo unico che, dal primo febbraio, contrassegna
ogni imballaggio dei prodotti
inseriti nel progetto pilota. I dettaglianti
partecipanti alla raccolta test, fotograferanno
il Qr code con il telefono cellulare
dotato di sim dati che è stato loro consegnato.
Lo stesso cellulare servirà – e qui
sta la vera novità – agli stessi dettaglianti
per comunicare, anche se in forma dati,
direttamente con i produttori.
«Nel software installato nel terminale per
la raccolta punti e la richiesta premi c’è la
sezione ‘Parla con noi’ attraverso la quale
i fruttivendoli possono rivolgere le loro
domande direttamente ai produttori tramite
messaggio con la possibilità di allegare
una foto» ha spiegato Andrea Severi
di Apofruit.
La fidelizzazione di questi piccoli punti di
vendita ha lo scopo di valorizzare il loro
patrimonio culturale e professionale, ma
anche di condividere informazioni utili
per aiutare i consumatori a sviluppare i
consumi di frutta aiutando il consumatore
a compiere scelte d’acquisto consapevoli.
Mariella Caruso

news
notizie
CineFrutta 2012: a growing list of particpants
CineFrutta 2012 crescono le adesioni
The number of applicants seeking to take
part in the 2nd CineFrutta – Healthy Diet
Festival is growing. CineFrutta is a forumcum-competition
for short films featuring
fruit and vegetables promoted by the
TerraOrti producer organisation based at
Piana del Sele for middle- and upperschool
students in Italy and the other EU
member states. The entry form can be
accessed on the official web site
http://www.terraorti.org/cinefrutta/.
Organised by Donato Ciociola on behlaf of
the GustodelGusto association, Cine Frutta
has the two-fold goal of educating young
people to the benefits of eating fruit and
vegetables and getting them involved in
film-making as a stimulus to creativity. The
Festival is a twin effort with the CineCibo
film forum, whose jury is being chaired by
Michele Placido, the Italian famous actor
and directer. Entries submitted by individuals
and goups will be eleigible for final
The markets of Bologna and Perpignan have
just signed deal in a joint logistical effort to
boost their profiles in the fruit and vegetable
trade. The accord, which essentially calls for
increased F&V volumes between the partners,
was signed at the end of talks by the
Bologna Municipal Food Market (Caab) and
the Perpignan public-private Pyrenees
Mediterranean Hub (Mp2) consortium,
Europe’s largest F&V industry gateway.
The deal was underwritten by the wholesalers
belonging to Fedagro-Acmo and growers
of AgriBologna operating out of Caab in
Bologna and the St. Charles Interna tional industry
associations belonging to France’s
national fruit and vegetable importers consortium
(Snifl), the national road-transport
federation (Fntr66) and St. Charles Export.
Overall yearly volumes leaving Perpignan
for Bologna currently amount to nearly
€130 million and that flowing between
Bologna headed for Perpignan to about
€40 million. The purpose of the new agreement
is to rapidly boost these figures.
6 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
selection and application is free of charge.
The shorts should preferably be no longer
than 120 seconds, excluding opening titles
and closing credits, although the jury
reserves the right to choose longer or
shorter ones of judged as having particular
merit. The videos, signed application form
and entry form must be submitted by 31
Mach 2012 to the office of TerraOrti, Viale
Eburum 22, Santa Cecilia di Eboli, 84025,
Salerno Province, Italy, by registered letter
or by delivery in person. (DV)
Crescono le adesioni alla seconda edizione
di CineFrutta – Festival della Sana
Alimentazione, il concorso per cortometraggi
a tema frutta e verdura, promosso
da TerraOrti (organizzazione di produttori
della Piana del Sele) e rivolto agli studenti
delle scuole medie e superiori italiane ed
europee. Il bando di partecipazione è consultabile
sul sito web ufficiale di CineFrutta
(http://www.terraorti.org/cinefrutta/).
«This deal is one more feather in Caab’s
international trade cap, noted Caab’s
President Alberto Maffei Alberti. «During
our recent visit to France we were truly
amazed at the fine-tuned organisation of
Perpignan’s operations – said Caab’s CEO
Alessandro Bonfiglioli. – Not only are their
warehouse facilities state-of-the-art, completely
covered by solar panels, but even
the cooperative effort between public institutions
and private business is run so that
neither side steps on the toes of the other».
«The agreement shows too that when the
public and private sectors pull together
towards a common goal – Fedagro Acmo
President Valentino Di Pisa – it can un -
questionably deliver the desired results».
The deal covers development of more
efficient and environmentally sustainable
logistics systems, calling as it does for
planning multi-modal, transport systems
integrating road-rail-sea shipping. The
public and private signatories of the deal
also intend to increase industry import-
Organizzato da Donato Ciociola per l’associazione
GustodelGusto, Cine Frutta ha il
duplice obiettivo di sensibilizzare i più giovani
al consumo di frutta e verdura e di
avvicinarli al contempo al cinema quale
mezzo per stimolare la loro creatività.
L’iniziativa è gemellata con la rassegna
CineCibo presieduta da Michele Placido.
Le selezioni sono aperte sia a progetti
individuali che di gruppo e la partecipazione
è gratuita. I filmati dovranno avere una
durata preferibilmente non superiore ai
120 secondi (titoli di testa/coda esclusi),
anche se la giuria si riserva di ammettere
filmati più lunghi o brevi se particolarmente
meritevoli di interesse. Il materiale
video, assieme al modulo di iscrizione e al
bando firmato per accettazione, dovrà pervenire
entro il 31 Marzo 2012 presso la
sede di TerraOrti (viale Eburum 22, S.
Cecilia di Eboli, 84025, Sa) a mezzo raccomandata
o con consegna a mano.
Bologna-Perpignan an F&V trade partnership
Un asse Bologna-Perpignan per il commercio dell’ortofrutta
export trade flows by jointly participating
in EU programmes designed to boost ecosustainable
business growth.
Pyrenees-Mediterranean hub includes the
enormous St. Charles Market, which handles
a yearly produce trade amounting to 4 million
tons from Europe and the Mediterranean
Basin and another 3 million tons from the Atlantic
area, the big Port Vendres sea-to-road
logistics terminal and a big rail hub. Taken as
a whole, it is one of the biggest logistics gateways
in Europe, a hub that integrates all transport
modes with the fabric woven by the areas
of F&V trade and production.
Caab currently has a turnover of nearly
€400 million a year, including a 5% export
share, and is Italy’s main re-distribution
hub for fruit and vegetables. (DV)
È stato siglato un accordo per la realizzazione
di un asse logistico fra Bologna e Perpignan
per il commercio dell’ortofrutta. Il protocollo,
che fondamentalmente prevede l’incremento
delle attività di scambio, è stato
firmato dal Centro agro-alimentare di Bolo -

news
notizie
gna (Caab) e dal consorzio misto «Piattaforma
Pirenei Medi terraneo» (Mp2), la più grande
piattaforma logistica europea del settore.
L’accodo interessa gli operatori del Caab
aderenti a Fedagro-Acmo e i produttori
agricoli di AgriBologna. Da parte francese
sono coinvolte le associazioni professionali
di St. Charles International rappresentate
dal Consorzio nazionale francese
degli importatori di frutta e verdura (Snifl),
la Federazione nazionale del trasporto
stradale (Fntr66) e St. Charles Export.
Attualmente ogni anno il valore dell’ortofrutta
che da Perpignan raggiunge Bologna
è di circa 130 milioni di euro mentre è pari
a circa 40 milioni di euro quella che da
Bologna ha come meta Perpignan, ma grazie
all’accordo appena sottoscritto queste
cifre dovrebbero rapidamente aumentare.
«L’accordo è un’ulteriore conferma della
vocazione del Caab verso una spinta internazionalizzazione»
ha commentato il pre-
F.lli Orsero is the new brand of pineapple
and banana just introduced by GF Group,
a major importer and distributor of the
fresh fruit and vegetable industry.
F.lli Orsero fruit are produced in Costa Ri ca
and Colombia and dispatched on reefer
ships of Coste del Mediterraneo Group for
subsequent delivery to retailers everywhere.
«We’re firm believers in quality as the path
leading to business growth – declared GF
Group CEO Raffaella Orsero. – That’s why
we’re investing so much in a new venture
to reach consumers in the most direct way
– by offering the very best.
Over the last few years we’ve stepped up
our investments in crop-growing districts
in Costa Rica and Colombia to secure
supplies of top quality fruit that’s grown in
a socially responsible way.
The fact that we have staff members working
in the countries of origin is further
assurance, if not an outright guarantee, not
only of crop quality but also of the most
efficient logistics system, the factor that
largely determines fruit quality of our fruit».
The new trade mark label also comes with
innovative packaging that can act both as a
shipping box and as a display unit in stores.
8 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
sidente del Caab Alberto Maffei Alberti.
«Durante una visita in Francia siamo rimasti
assolutamente stupiti della loro organizzazione
– spiega il direttore generale di
Caab, Alessandro Bonfiglioli – non solo per
le strutture all’avanguardia, tutte coperte
da pannelli fotovoltaici, ma anche per una
collaborazione tra strutture pubbliche e
private in cui ogni ente svolge il proprio
compito senza invadere il campo altrui».
«L’accordo dimostra che quando pubblico
e privato vanno nella stessa direzione –
ha detto il presidente di Fedagro Acmo,
Valentino Di Pisa – questo può portare
grandi risultati».
L’accordo prende in considerazione lo sviluppo
di sistemi logistici più efficienti e
sostenibili dl punto di vista ambientale; in
concreto saranno studiati sistemi di trasposto
multi-modale integrato gommatotaia-nave.
Gli Enti e le Associazioni firmatarie
intendono inoltre sviluppare le
The banana cartons can be readily turned
upside down so as to display their contents
and sticker label. And the boxes used for
shipping pineapple turn into two display
units each containing four fruits. (DV)
F.lli Orsero è il nuovo brand per ananas e
banane lanciato da Gf Group, importante
operatore nell’importazione e nella distribuzione
di prodotti ortofrutticoli freschi.
La frutta F.lli Orsero è prodotta in Costa Rica
e Colombia e, via mare, raggiunge con le navi
del Gruppo le coste del Mediterraneo per
essere poi distribuita nei punti vendita di ogni
città.
«Crediamo fermamente che la qualità sia la
strada per crescere – afferma Raffaella Orsero,
amministratore delegato di Gf Group
spa – per questo stiamo investendo tanto in
questo progetto per arrivare al consumatore
nel modo più diretto: offrendogli il meglio.
Negli ultimi anni abbiamo intensificato gli investimenti
nelle aree di produzione in Costa
Rica e Colombia per assicurarci frutta di altissima
qualità che sia prodotta responsabilmente.
La presenza di nostro personale nei paesi
di origine garantisce e assicura non solo
l’aspetto qualitativo, ma anche la più effi-
correnti ei import-export di prodotti agroalimentari
anche partecipando congiuntamente
ai programmi europei sulle tematiche
dello sviluppo sostenibile.
La piattaforma Pirenei-Mediterraneo include
il grande mercato di St. Charles (4 milioni
di t di prodotti ortofrutticoli commerciati
ogni anno provenienti da Europa e area
mediterranea e 3 milioni di t/anno dall’area
atlantica), un grande porto (Port Vendre)
terminal logistici per il trasporto su gomma
e una grande piattaforma per la logistica
ferroviaria. A tutti gli effetti si tratta di una
della maggiore piattaforma logistica europea,
una piattaforma in cui si integrano
tutte le modalità di trasporto con il tessuto
commerciale e della produzione agricola.
Il Caab, con un fatturato annuale di circa
400 milioni anno (di cui il 5% export) è il
principale mercato di re-distribuzione di
prodotti ortofrutticoli in Italia.
Alessandro Maresca
GF unveils label and packaging for banana and pineapple
Gf lancia marchio e packaging per banane e ananas
ciente logistica, fattore determinante per
la qualità del prodotto».
Oltre al marchio è stato introdotto un packaging
innovativo che può fungere sia da
imballo per il trasporto che da contenitore
espositivo nel negozio. I cartoni delle banane
possono essere facilmente capovolti e il
contenuto appare in mostra con il suo bollino.
E i cartoni nei quali vengono trasportati
gli ananas si trasformano in due unità
espositive per quattro frutti ciascuna.

focus/packaging
focus/packaging
Packaging that is both
innovative and ecological
that’s what companies are
investing in now
Packaging ecologico e innovativo
ecco come investono le aziende
Marco Pederzoli
Two of the most important companies in the sector have responded to increasing
market demand with products that are cheap and environmentally friendly
Prodotti economici ed ecosostenibili: così due tra le maggiori imprese del settore
rispondono alle sempre più crescenti richieste del mercato
Innovation is the watchword, but keeping cost in
mind and an eye on eco-sustainability (though with
different solutions). Those are the lines along which
some of the most important Italian companies in the
F&V packaging business are moving.
The latest creations from Nespak (part of the Guillin
Group, which earns 500 million euros a year in the
food packaging sector and which has eighteen industrial
and commercial plants divided between France,
Spain, Portugal, UK, Italy, Poland and Holland, for a
total workforce of two thousand) are new fruit nest
trays, for Saturnia flat peaches and for prickly pears,
a new clamshell punnet for table grapes, which fit 10
to a 40x60 container, a complete set of new honeycombed
trays in expanded polystyrene, a new bowl
10 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
Fare innovazione, ma con attenzione all’economicità
e con uno sguardo (seppure con soluzioni e modalità
differenti) all’ecosostenibilità. Sono queste alcune
delle direttrici lungo le quali si stanno muovendo alcune
delle maggiori aziende italiane di packaging ortofrutticolo.
In casa Nespak (azienda del Groupe Guillin, una realtà
che fattura circa 500 milioni di euro nel settore packaging
per alimenti, con diciotto siti industriali e commerciali
ripartiti tra Francia, Spagna, Portogallo, Uk, Italia,
Polonia e Olanda per circa duemila collaboratori), le ultime
creazioni sono gli alveoli realizzati per la pesca
Saturnia (pesca piatta), per i fichi d’India, un nuovo
cestino clamshell per l’uva da tavola cassettabile in dieci
pezzi nel 40x60, una serie completa di nuovi vassoi
alveolati in polistirolo espanso, una nuova ciotola per
insalate di IV gamma e una nuova gamma di modelli
realizzati per i piccoli frutti.
Amici dell’ambiente
«Per seguire le sempre più complesse esigenze del
mercato – spiega il responsabile marketing Matteo
Camillini - Nespak realizza ogni anno decine di nuovi
modelli per elevare il livello del valore aggiunto dell’ortofrutta
e contribuire alla creazione di nuove occasioni
d’acquisto. A causa dei rialzi delle materie prime di
questi ultimi anni e della continua ricerca, da parte dei
nostri clienti, di packaging innovativi ma economici,

for fresh-cut salads and a new range of models
designed for soft fruits.
Environmentally friendly
«Every year, in order to respond to the increasingly
complex requirements of the market – explains marketing
manager Matteo Camillini – Nespak produces
dozens of new models designed to raise value added
levels on F&V and stimulate consumption. Because of
rising raw material prices in recent years, and the fact
that our customers are looking for packaging that is
innovative and cheap, Nespak has identified a number
of crucial guidelines for the present and the future.
Firstly, the “re-engineering” of our models, in order to
maintain the same physical characteristics while
reducing the plastic content, so as to obtain cheaper
products with lower environmental impact. Then we
are creating new models to meet all the requirements
created by market segmentation in the F&V sector
and, finally, we are looking for environment friendly
materials and partnerships which will enable us to
replace part of the plastic with inert materials and
move in the direction of closed-loop recycling».
Bioplastics are not the solution
Camillini is not in favour of the plastics of
biomass origin which are being
employed by some of Nespak’s
competitors.
«Although we have
made some products
with
plastics of
bio-
Nespak ha individuato alcune linee decisive per il presente
e il futuro. In primo luogo, la “re-ingegnerizzazione”
dei nostri modelli, per permettere di mantenere le
medesime caratteristiche fisiche pur riducendo la plastica,
in modo da ottenere prodotti più economici e
meno impattanti sull’ambiente. Poi realizziamo nuovi
modelli per poter soddisfare tutte le esigenze di segmentazione
dell’offerta di ortofrutta e stiamo individuando
materiali “amici” dell’ambiente che prevedono
la sostituzione di una parte di plastica con sostanze
inerti e collaborazioni che portino verso forme di riciclo
“closed loop” (a circolo chiuso)».
La bioplastica che non convince
Camillini è sfavorevole all’utilizzo di materie plastiche di
origine vegetale, utilizzate invece da competitors di
Nespak.
«Pur avendo realizzato alcune referenze con plastiche
di origine vegetale – ha spiegato - non pensiamo possano
essere la soluzione ideale. Recenti studi stanno
mettendo in forte discussione il reale vantaggio per
l’ambiente di questo genere di plastiche rispetto a
quelle tradizionali. Oltretutto in Italia
non esistono canali per un
corretto compostaggio
e smaltimento
Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
11
focus/packaging
focus/packaging

focus/packaging
focus/packaging
mass origin – he explains – we do not think that bioplastics
represent the ideal solution. Recent studies are
casting serious doubt on the real environmental advantages
of this kind of plastic with respect to traditional
plastics. Besides, in Italy there are no channels for the
proper composting and disposal of bioplastics and that
undermines any effort in this direction from the word go.
It is no coincidence that the British, who are famous for
being packaging experts, have opted for the recycling
of fossil-fuel plastics rather than for bioplastics, whose
claimed advantages have not been verified in practice».
Thermosealed punnets
Innovation is also characteristic of ILIP, a long established
Bologna-based company specializing in packaging
for food products. It has revamped its range for
the packaging of delicate products, such as soft fruit
and tomatoes, with its new line of thermosealed TS
punnets in r-PET. This brand-new line, which has only
recently been made public, ensures good product visibility
thanks to the concentration of the ribs in the
corners, as well as good ventilation, even in the presence
of absorbent materials or when the punnets are
stacked, thanks to the presence of lateral and vertical
holes above the base.
«The new range of thermosealed packaging – explains
the company – offers other advantages too. Internally
the corners have been rounded to prevent damage to
the product. Moreover, thanks to their design, the containers
in the TS range combine perfect machinability
and strength with the lowest possible weight».
Recycled PET
«In order to meet the increasing demand for environmentally
friendly products, all products in the TS line
are produced utilizing at least 80% recycled PET –
says Roberto Zanichelli, ILIP marketing manager – and
this enables energy savings of 67% and a 56% reduction
in greenhouse gas emissions compared to the
same product made in virgin PET. The choice of thermosealing
also helps reduce the environmental impact
of the packaging, eliminating the need for a lid».
TS punnets are designed for standard European and
UK crates and make for perfect stacking at the point
of sale. With their differing sizes and heights, the four
products in the TS range can contain from 125 grams
to a kilo of product.
«With the latest innovations in the TS range for small
fruits and tomatoes – concludes Roberto Zanichelli –
ILIP, a market leader in thermoformed plastic packaging
materials for fruits and vegetables, has confirmed
its commitment to an efficient and effective product
that can create added value and protect the packaged
product in complete safety and convenience,
while respecting the environment».
(English version by Lawrence Smith)
12 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
delle plastiche bio e ciò compromette ogni sforzo a
monte. Non è un caso se gli inglesi, notoriamente
grandi esperti di packaging, hanno chiaramente optato
per soluzioni di riciclo di plastiche fossili, piuttosto
che di bio-plastiche su cui sono stati dichiarati vantaggi
che non si ritrovano in concreto».
Le cestelle termosaldabili
L’innovazione contraddistingue anche Ilip, storica azienda
bolognese specializzata nel packaging per prodotti
agroalimentari. Con la linea di cestelle termosaldabili TS
in r-Pet, Ilip ha infatti rinnovato la propria gamma per il
confezionamento di prodotti delicati, come frutti di
bosco e pomodorini. L’inedita linea, che recentemente
ha fatto le sue primissime uscite ufficiali, garantisce
un’elevata visibilità del prodotto grazie alle nervature
concentrate negli angoli della cestella e un´ottima ventilazione,
anche in presenza di assorbenti o cestelle impilate,
grazie alla presenza di forature laterali e verticali rialzate
dalla base.
«Il nuovo assortimento per il confezionamento in termosaldatura
– spiegano dall’azienda bolognese - presenta
altri vantaggi. Gli angoli delle nervature interne sono
smussati, per prevenire eventuali danneggiamenti del
prodotto. Inoltre, grazie alla progettazione specifica per
il confezionamento in termosaldatura, i contenitori della
gamma TS presentano una perfetta macchinabilità e
un’elevata resistenza, pur contenendo al massimo il
peso della cestella».
Pet riciclato
«Per rispondere alla sempre maggior richiesta di prodotti
eco-compatibili, tutte le referenze della linea TS sono
prodotte con almeno l’80% di Pet riciclato – afferma
Roberto Zanichelli, responsabile marketing di Ilip – e
questo consente un risparmio energetico del 67% e una
riduzione del 56% nelle emissioni di gas serra rispetto
allo stesso prodotto realizzato in Pet vergine. Anche la
scelta della termosaldatura contribuisce a ridurre l’impatto
ambientale del packaging, eliminando la necessità
del coperchio».
Le confezioni TS sono progettate per cassette standard
Europee e Uk e rendono possibile una perfetta impilabilità
sul punto vendita. In funzione delle dimensioni e delle
altezze, le quattro diverse referenze di questa gamma
consentono il confezionamento da 125 grammi fino a un
chilo di prodotto.
«Con le innovazioni portate alla gamma TS per piccoli
frutti e pomodorini, Ilip, azienda leader nella produzione
d’imballaggi in materiali plastici termoformati per
l’ortofrutta – concludono in azienda – conferma il suo
impegno per un prodotto efficiente ed efficace in
grado di creare valore aggiunto e proteggere e veicolare
il prodotto confezionato in condizioni di assoluta
sicurezza e convenienza, nel rispetto dell’am -
biente».

focus/packaging
focus/packaging
When container
and content are coherent
Quando il contenitore
è coerente con il contenuto
Jessika Pini
Novamont, with its Mater-Bi, is one of the leaders in R&D and manufacture of
biodegradable and compostable polymers. Potential benefits of using this wrap
to enhance the shelf-life of foodstuffs are under study
Novamont, con il Mater-Bi, è una delle aziende leader nella ricerca e nella produzione
dei polimeri biodegradabili e compostabili. Allo studio anche possibili benefici di questi
film sulla shelf life dei prodotti alimentari
The heightening
awareness surrounding
eco-sustainability is
of growing interest not
only to those producing
foods but also to those
packaging them.
Packaging firms today
are focusing their R&D
efforts on meeting the
increasingly urgent need
to protect the planet’s
environment through
recyclable packaging
film wraps derived from
manufacturing processes of low environmental
impact and reduced carbon footprint.
The gradual growth of the organic farming sector has
gone hand in hand with demands from distributors of
organic foods for packaging that’s coherent with the
content it contains. If we realise that only 30-40% of
“traditional” packaging today can be recycled, the
complete, and altogether natural, closing of the circle
of the food supply chain has been achieved with compostable
packaging whose raw materials return to the
dust from which they came.
One of the leading firms in the field is the Italy-based
Novamont, which twenty years ago introduced the
market to Mater-Bi, a bio-plastic mostly derived from
corn starch that was initially used to make bags for
recycling waste and is currently being employed in a
14 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
La crescente attenzione
all’eco sostenibilità
non interessa più solo la
produzione del cibo, ma
anche i suoi contenitori.
Ormai le industrie del
packaging stanno orientando
le proprie ricerche
per rispondere all’esigenza,
sempre più sentita, di
proteggere il Pianeta,
offrendo pack riciclabili e
derivanti da lavorazioni a
basso impatto energetico
e ambientale.
Il progressivo sviluppo dell’agricoltura biologica è
andato di pari passo con la richiesta, da parte dei
distributori dei prodotti bio, di un packaging che fosse
coerente con il contenuto. Considerando che solo il
30-40% dei packaging “tradizionali” possono essere
riciclati, la completa, e del tutto naturale, chiusura del
cerchio della catena alimentare è stata raggiunta con
gli imballaggi compostabili, attraverso i quali la materia
prima, con cui sono stati realizzati, torna alla terra, là
da dove è venuta.
Tra i fautori di questa svolta l’italiana Novamont che,
vent’anni fa, ha lanciato sul mercato il Mater-Bi, una bioplastica
derivata principalmente dall’amido di mais; inizialmente
usato per i sacchi della raccolta differenziata e
oggi applicato nei suoi diversi formati. Nel settore ortofrutticolo
e della IV gamma viene usato sotto forma di

focus/packaging
focus/packaging
range of formats. Indeed, it is being used in the F&V
industry and the fresh-cut trade as a clear film wrap
for packaging fruit and vegetables, as extruded mesh
to hold, for example, garlic, potatoes, carrots and
apples, and as woven mesh for citrus fruit.
«Biodegradable packaging was originally designed to
meet technical demands like handling resistance to
the traction of packaging lines and elasticity – noted
Stefano Facco, Novamont’s new business developer
manager. – In time, its scope was expanded to the
material’s functional performance and today R&D is
focusing on how bio-packaging interacts with what it
contains in an effort to elucidate potential advantages
it may deliver as to upgrading storability in terms of
factors affecting longer shelf-life like protection
against light, and so forth».
The use of commodities in the manufacture of this kind
of packaging, however, raises questions about the
compatibility of this source of raw materials with its
main role as wrap for human food and animal feed.
«The acreage being used to grow corn for delivery to
Novamont – said Facco – is idle or land no longer used
as arable so it’s not being taken away from foodstuffs.
Most of this acreage is situated in north-east Italy,
where the growing districts best suited to maize are
located. In effect, Novamont uses a mere 0.1% of all
the corn starch produced in the country, with most of it
earmarked for the pharmaceutical and feed industries».
The use of compostable plastic films is today common
practice throughout all the big supermarket
chains, going even beyond that for organics alone.
«Apart from recycling by consumers themselves, –
concluded Novamont’s Facco – the use of biodegradable
polymers also makes it possible to cut landfill
costs throughout the entire supply chain. That it lets
you compost container and content together can be a
big advantage in handling commodities, especially at
those links in the supply chain like those processing
fresh-cut salads and supermarkets that need to eliminate
surplus food at the expiry of sell-by date».
(English version by David Verzoni)
16 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
film trasparente per il confezionamento di frutta e verdura,
reti estruse (per esempio per aglio, patate, carote e
mele) e reti tessute per gli agrumi.
«Inizialmente il packaging biodegradabile venne concepito
per rispondere a esigenze tecniche, come la resistenza
alla trazione della macchina per il confezionamento
e l’elasticità – spiega Stefano Facco, new business
developer manager Novamont – con il tempo la
ricerca si è allargata alle performance funzionali del
materiale e oggi si sta studiando il modo in cui il packaging
bio agisce sul contenuto, cioè i possibili vantaggi
che può dare per migliorare la conservabilità del prodotto
in termini di allungamento della shelf-life, protezione
dalla luce, ecc.».
L’utilizzo di commodities per la produzione di packaging
pone però interrogativi sulla compatibilità con la principale
destinazione verso l’alimentazione umana e poi animale
di queste materie prime. «Le aree su cui viene coltivato
il mais conferito a Novamont – ribatte Facco –
sono terreni inutilizzati, dismessi, non sottratti perciò al
food. In Italia sono collocate per lo più nel Nord Est della
Penisola, zona vocata nella produzione di mais.
Novamont assorbe solo lo 0,1% dell’amido di mais prodotto
in Italia. La maggior parte va all’industria farmaceutica
e dei mangimi».
L’utilizzo dei film compostabili è diffuso ormai presso
tutti i player della grande distribuzione, anche al di fuori
del settore biologico: «Oltre al riciclo da parte del consumatore
finale – conclude il manager Novamont – l’impiego
dei polimeri biodegradabili può anche consentire
risparmi sui costi di smaltimento lungo la filiera produttiva.
La possibilità di smaltire insieme packaging e contenuto
può essere vantaggiosa sia per le industrie, in particolare
nelle catene di produzione che hanno un’elevata
percentuale di scarti, come quella delle insalate di IV
gamma, sia per i supermercati per i prodotti da eliminare
perché prossimi alla scadenza».

market/Piedmont & Lombardy
mercato/Piemonte e Lombardia
Optimism is the market note being heard for apple, a crop with the fruit industry’s most linear trend.
Ottimismo per il mercato delle mele che, nel settore, mostra l’andamento più lineare.
Piedmont & Lombardy produce
industry priming for a rebound
Piemonte e Lombardia, si punta
al rilancio della produzione
Marco Pederzoli
Apple up, kiwi struggling, pear down. Cautious, cloudy forecast but all eyes looking
ahead
Buoni risultati per le mele, difficoltà per il kiwi, male le pere. Preoccupazione e prudenza
nelle previsioni, ma con la voglia di guardare avanti
The F&V industry is looking at the 2012 season with
some trepidation and a lot of question marks.
After a see-sawing 2011, this is the cautionary note a
number of key players in the Piedmont and Lombardy
sector are striking as the new year gets under way.
“We had a bumper kiwi crop in Piedmont – noted
18 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
Per il comparto della produzione ortofrutticola, il 2012
inizia con preoccupazioni e molte incognite. Questo
almeno è quanto emerge dalle dichiarazioni di diversi
operatori del settore di Piemonte e Lombardia, che
dopo l’andamento altalenante del 2011, guardano al
nuovo anno con estrema cautela.

Domenico Sacchetto, President of the region’s Aop
producer organisation. – Quality was also good, and
the market is responding pretty well, too, although the
mid-to-small size range makes it a harder than usual
sell. We hope things will start looking up even if the
competition is gearing up this year because Greece
had a bigger than usual crop and the overall business
climate is not much help. As I said before, we’ve got
a bumper crop this year with some 110 thousand tons
and export 80-85% of it to the Far East, including
Taiwan and Singapore, to New Zealand, the US and
Canada. The good new is that up to mid-January
we’ve already sold more than a third. Apple too is
posting a good performance. For, although we have a
smaller crop than last year, the quality of Gala, our
leader, is excellent and demand is way up. So there’s
reason to be optimistic here”.
See-sawing trends
Last, but not least, is the good news for sweet chestnut,
another prime cash crop in Piedmont. Here, too,
Sacchetto said that years of bio-pest management
efforts to curb cinipide galligeno, the chestnut gall
wasp, a perennial plague of this fruit, are finally bringing
it under reasonable control.
“Let me go back to kiwi for a moment –
added Carlo Manzo, CEO of Ortofruit
Italia. – The only problem here is
not with the crop as such, but
with consumption. We’ve been
seeing a decline in retail sales
throughout Europe attributable
in part to a loss of
household purchasing
power. A look at the
apple trend shows a
straighter line. We’re
trying to boost its
trade profile by
exporting to Europe
and North and
South America while
keeping an eye on
potential market
openings in the Far
East”.
If some of the major fruit
crops of Ortofruit Italia have
an overall an up-and-down trend,
we see much the same profile for vegetables,
which account for 20% of the company’s
receipts.
“While it’s still too early for any reliable forecasts
for 2012 – noted Manzo – a look back at the 2011 season
shows that a lot depended on time of year. For
instance, sales of courgette and cucumber in June and
“Il raccolto di kiwi in Piemonte – ha detto Domenico
Sacchetto, presidente di Aop Piemonte – è stato
abbondante e di qualità. Il mercato sta rispondendo
abbastanza bene, anche se per i calibri medio - piccoli
c’è qualche problema perché si fatica a venderli.
Confidiamo in una ripresa, anche se va detto che quest’anno
c’è più concorrenza, perché la Grecia ha prodotto
molto di più e poi la situazione economica generale
non aiuta. I nostri quantitativi sono superiori rispetto
allo scorso anno. Esportiamo l’80-85% del prodotto
in oltremare, dall’estremo Oriente agli Stati Uniti, dal
Canada alla Nuova Zelanda, fino a Taiwan e Singapore.
Come quantitativi di produzione ci attestiamo su
110mila tonnellate e ad oggi (metà gennaio, n.d.r.) ne
abbiamo già venduti oltre 1/3. Sul fronte delle mele,
invece, abbiamo ottenuto soddisfazioni: un po’ meno
produzione dello scorso anno, ma la qualità della varietà
Gala (quella che va per la maggiore) è ottima e c’è
molta richiesta. Sono quindi assai ottimista per questo
mercato”.
Andamenti altalenanti
Per ultimo, ma non meno importante, buone notizie
arrivano anche da un’altra eccellenza
del Piemonte: la castagna.
Lo
stes-
Kiwi growers picked a quality bumper crop but are feeling the
pinch of declining consumer demand.
Abbondante e di qualità il raccolto di Kiwi che risente, però, di un
calo dei consumi a livello europeo.
Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
19
market/Piedmont & Lombardy
mercato/Piemonte e Lombardia

market/Piedmont & Lombardy
mercato/Piemonte e Lombardia
July collapsed in the wake of the Escherichia coli scare,
whereas those of tomato and cauliflower held up well”.
Taking a different tack
We then shifted our glance to the produce sector in
Lombardy and asked Tiziano Caprioli, the head of
Opo Bellaguarda, a producer organisation with over a
hundred members growing mainly melon, watermelon
and squash but also pear, bell pepper and aubergine,
for his view. He didn’t mince his words.
“Take pear, for example – he said. – The market is
weak and there’s no end in sight to the doldrums. We
just about broke even with melon, but watermelon
was a disaster because of the bad weather during last
summer’s growing season. We just don’t know what
to expect this year. Indeed, although you often hear
that things will turn around, the market only wants to
know the price. Right now, we just wan to know if
there’s any hope for growers who focus on quality and
invest in advanced management practices and equipment.
That’s really why we went to Fruit Logistica
2012 in the first place”.
There’s also news about what’s happening with producer
organisations. The new year started off well for
Uno Lombardia, an umbrella group that increased
membership of associated POs from nine to twelve,
strengthening its position as one of the leaders in the
country’s produce industry.
(English version by David Verzoni)
Good news for Piedmont’s sweet chestnut crop: its most pernicious pest, the gall
wasp, is being brought under control after years of bio-control efforts.
Buone notizie da Piemonte per la castagna: la piaga degli ultimi anni per questo frutto, il
cinipide galligeno, sta regredendo dopo anni di lotta biologica.
20 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
so Sacchetto, infatti, ha detto che dopo anni di lotta biologica,
il cinipide galligeno, vera e propria piaga degli
ultimi anni per questo frutto, sta sensibilmente regredendo.
“Per il kiwi – ha aggiunto Carlo Manzo, direttore di
Ortofruit Italia – non ci sono problemi di prodotto, ma di
consumi. Si è verificata una flessione a livello europeo,
che si può spiegare in parte con una minore disponibilità
economica da parte delle famiglie. L’andamento delle
mele mostra invece una maggiore linearità. Per affrontare
questa situazione cerchiamo di costruire un programma
commerciale andando sia in Europa sia in America
del Nord e del Sud, senza escludere peraltro l’estremo
Oriente”.
Se altalenante è dunque il bilancio per alcune delle principali
varietà di frutta prodotte da Ortofruit Italia, così lo
è pure sul fronte degli orticoli, che rappresentano il 20%
della produzione aziendale.
“Premesso che non è ancora possibile fare alcuna
previsione per il 2012 – ha detto Manzo – per il 2011
l’andamento del mercato è dipeso molto dal periodo.
Ad esempio, dopo il caso Escherichia coli, a giugno e
luglio non c’è stata vendita di zucchine e cetrioli.
Tuttavia, varietà come pomodori e cavolfiori si sono
difese”.
In cerca di strategie
Sul fronte lombardo, il direttore di Opo Bellaguarda
(organizzazione di produttori con oltre 100 soci, specializzata
soprattutto in meloni, angurie e
zucche, ma anche pere, peperoni e
melanzane), Tiziano Caprioli, non ha
usato mezzi termini.
“Per quanto riguarda le pere – ha detto –
il mercato langue e continua a languire.
Con i meloni, siamo riusciti a recuperare i
costi, con le angurie è stato un disastro, a
causa dell’andamento climatico non favorevole
dell’estate scorsa. Per il futuro non
so cosa aspettarmi: anche se spesso
viene dichiarato l’opposto, il mercato
guarda soltanto al prezzo. In questo
momento, ci interessa capire se c’è speranza
per chi produce qualità e investe in
tecniche e strutture avanzate. La nostra
partecipazione a Fruit Logistica 2012 è
stata motivata anche da questo”.
Infine, sempre sul fronte delle organizzazioni
di produttori, il 2012 è iniziato all’insegna
di altre aggregazioni. L’Aop Uno
Lombardia, associazione di organizzazioni
di produttori, ha incrementato il nume-
ro delle Op associate, passando da nove
a dodici e affermandosi quindi sempre più
come una delle realtà nazionali più importanti
nel settore ortofrutticolo.

market/US apples
mercato/mele americane
Golden Delicious is losing its appeal to up and coming new cultivars.
La Golden Delicious è in declino, insidiata dall’arrivo di nuove cultivar.
US apples
look to Europe
Mele americane
alla conquista dell’Europa
Tommy Leighton
Shipments of US Apple Export Council members are on the rise. The trade
group’s CEO told Fresh Point why the apple crop is a good deal for the European
market
Aumentano le esportazioni degli undici stati membri dell’Usaec. Il direttore dell’associazione
spiega perché le loro produzioni sono indicate per il mercato europeo
When the apple trade in continental Europe talks
about importing from the US, apples from
Washington state tend to dominate the conversation.
That is hardly surprisingly, perhaps, as that single
state in the north-western corner of the US grows
22 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
Quando si parla di mele acquistate negli Usa per i
mercati dell’Europa continentale, la conversazione
tende a ruotare intorno alle importazioni dallo stato di
Washington. Forse la cosa non susciterà particolare stupore
se pensiamo che quell’unico stato nel nord-ovest

around 60 per cent of the crop that leaves the country
each year. The remaining 40 per cent is grown by
members of the United States Apple Export Council,
however, and the organisation’s chief executive Kris
Marceca says there are a whole host of reasons this
generation of the European fruit trade should take
another look at the Usaec offer.
The Usaec represents 11 apple producing states:
New York, Michigan, California, Pennsylvania, Vir -
ginia, and the six states that make up New England
– Massachusetts, Vermont, Connecticut, Maine,
New Hampshire and Rhode Island. Over the last five
years, these states have produced a combined average
apple crop of nearly 1.5 million metric tonnes a
year.
In that five-year period, the value of exports have
increased, says Marceca. «There is an important processing
industry for apples in the US and if you take
both the fresh crop and the crop grown for processing
into account, around 12 per cent of the overall US
crop is exported. However, if you look only at the crop
grown specifically for the fresh market, then we
export an average of around 30 per cent of our apple
production each year» she says.
«I think that figure would surprise most people in
Europe, as there is a perception that the vast majority
of US apples are sold domestically. It certainly surprises
people in the trade in the US when it is pointed
out to them».
New cultivars
The export focus has sharpened in recent years, a
trend that has filtered its way down to the orchards,
where there has been a significant shift in the varieties
being planted. The dominant positions held for many
years by the Red and Golden Delicious are being
challenged by a number of newer varieties, to the
extent that a number of the Usaec member states do
not count either of them as their number one any
longer.
«It’s a fact that a number of Usaec members produce
varieties that are not produced in Washington in any
great volume. – Empire from New York has been the
major example in years past, but there are sizeable
orchards of different varieties being planted across
the country to account for changing demand patterns
around the world» Marceca says.
A natural trade partner
New York is the largest producer state in the Usaec,
with a five-year average of 588,202 t of apple production,
which translates into around 30 million
bushel boxes annually. More than 700 commercial
companies grow on 52,000 acres of orchard and
roughly 55 per cent of their crop is earmarked for the
fresh market. «New York is characterised by the
degli Stati Uniti produce circa il 60% delle mele esportate
ogni anno dagli Stati Uniti. Il restante 40% è ripartito
fra i membri dello United States Apple Export Council
(Usaec), il cui direttore generale, Kris Marceca, indica al
mercato europeo una serie di motivi per ripensare all’offerta
Usaec.
L’Usaec riunisce undici stati produttori di mele: New
York, Michigan, California, Pennsylvania, Virginia e i sei
che costituiscono il New England: Massachusetts,
Vermont, Connecticut, Maine, New Hampshire e Rhode
Island. Negli ultimi cinque anni, la loro produzione media
annuale è stata pari a circa 1,5 milioni di tonnellate.
Nello stesso periodo sono aumentate le esportazioni,
come afferma Marceca. ‹‹Negli Usa l’industria per la
lavorazione delle mele è piuttosto forte e, se consideriamo
sia il raccolto destinato al consumo fresco, sia quello
assegnato alla lavorazione, esportiamo circa il 12%
Orchards near the Hudson River in New York State.
Frutteti nei pressi dell’Hudson river, nello stato di New York.
Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
23
market/US apples
mercato/mele americane

market/US apples
mercato/mele americane
multi-generational nature of family-owned growers
and shippers» – says Marceca. – «The younger generation
continues to come through into positions of
leadership in the industry, which in turn assures its
longevity».
The state’s location near the key ports of the US
East coast makes it an obvious sender to Europe
and, particularly with Empire, shippers have a very
strong relationship with the UK market, as well as
some business in Ireland and Scandinavia.
McIntosh has also held a significant place in the
apple deal in the UK and Ireland for more than 100
years. It may be seen as a slightly old-fashioned
apple now, but it has the advantage of eating well,
being well known and retaining a good level of popularity
with children.
Some 40% of the apple crop exported every year by the US is
grown in Usaec member states.
Il 40% delle mele esportate ogni anno dagli Usa è prodotto dagli stati
membri dell’Usaec.
24 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
della produzione totale. Ma se prendiamo in esame soltanto
le mele coltivate per il mercato fresco, allora le
esportazioni medie sono il 30% del raccolto di un anno››
sostiene l’amministratrice delegata.
«Penso che molti europei troveranno questo dato singolare
perché è opinione generale che la stragrande maggioranza
delle mele Usa sia destinata al mercato interno.
Sicuramente, chi si stupisce all’emergere di tali cifre
sono gli attori del commercio statunitense».
Nuove cultivar
Negli ultimi anni le esportazioni sono più mirate, un trend
che ha finito col coinvolgere anche i frutteti, dove si assiste
a un importante cambiamento nelle varietà coltivate.
La posizione dominante, occupata per anni da Red e
Golden Delicious, è oggi insidiata da un discreto numero
di nuove cultivar, tanto che ormai in alcuni stati
dell’Usaec nessuna delle due varietà in questione figura
sul gradino più alto del podio.
‹‹Non v’è alcun dubbio che un certo numero di membri
dell’Usaec produce ora varietà che non sono più coltivate
in grande quantità nello stato di Washington, come
ha dimostrato recentemente la mela Empire di New
York. Ma non è tutto perché, per rispondere ai cambiamenti
nella domanda a livello mondiale, ovunque nel
Paese sorgono frutteti di notevoli dimensioni in cui si
presta grande attenzione a diversificare le cultivar›› riferisce
Marceca.
Un interlocutore naturale
All’interno dell’Usaec, quello di New York è il maggior
stato produttore di mele con un raccolto quinquennale
medio di 588.202 tonnellate, ossia circa 30 milioni di
casse ogni anno (1 bushel per cassa). Si contano oltre
700 società commerciali su 52mila acri destinati a frutteto
che riservano approssimativamente il 55% della
propria produzione al mercato fresco.
«Lo stato di New York - sostiene Marceca - è caratterizzato
dalla natura multigenerazionale delle ditte di frutticoltura
e trasporto a conduzione familiare. Le nuove
generazioni continuano a conquistare ruoli di leadership
nell’industria, assicurandole così longevità».
«Vista la posizione strategica rispetto ai maggiori porti
della East Coast, lo stato di New York è l’interlocutore
naturale per l’Europa. Per quanto riguarda anzitutto la
varietà Empire, il mercato di riferimento è il Regno Unito,
come pure alcune aziende in Irlanda e Scandinavia. E
sempre nei Paesi anglofoni del vecchio continente sono
oltre cent’anni che anche la mela McIntosh ha un posto
di tutto rispetto nel settore. Ora può anche sembrare
una varietà antiquata, ma gusto e notorietà depongono
a suo favore, per non parlare del fatto che è particolarmente
amata dai bambini. Nello stato di New York la
produzione dell’Empire è in crescita, ma vi si coltivano
anche altre venti varietà. Negli ultimi anni le più diffuse
sono state la Gala, la Honeycrisp e la Jonagold.

«Empire production is on the increase in New York, -
although the state’s growers have more than 20 varieties
in their portfolio and there have increased highdensity
plantings of Gala, Honeycrisp and Jonagold in
the last few years. There has also been a huge
amount of investment in infrastructure, with a number
of new packing and cold-storage facilities constructed
in the last five years».
Michigan ranks second
Michigan comes next on the list in terms of volume,
with a five-year average of around 20 m bushels and
45 per cent for the fresh market. Surrounded by the
largest fresh water reserve in the world, the Great
Lakes, the state’s 900 growers are within 500 miles of
more than half of the US population. Like New York’s,
Michigan’s shippers are predominantly multi-generational
family firms and between them have more than
20 varieties in their mix, with recent new planting
activity based around Gala, Jonagold and Fuji.
Marceca says that «Michigan’s crop this year is well
above the five-year average after the best growing
conditions for some years. Colour and brix levels have
been excellent and, as a consequence, more shippers
are looking at the export market later in the season.
Michigan had traditionally sold a lot of fruit in Europe,
but this has dropped off in the last decade. Shippers
have recognised this, however, and several are
Recentemente si è investito molto anche nelle infrastrutture,
tanto che nell’ultimo quinquennio sono stati
costruiti diversi impianti per il confezionamento e la conservazione
a freddo».
Michigan al secondo posto
In termini di volume il Michigan è al secondo posto con
una media annua di 20 milioni di bushel e il 45% del raccolto
destinato al mercato fresco. Oltre la metà della
popolazione statunitense risiede a meno di 500 miglia
dallo stato con la più grande riserva d’acqua del mondo,
i Grandi Laghi, in cui operano 900 frutticoltori. Come
nello stato di New York, anche in Michigan si tratta prevalentemente
di aziende multigenerazionali a conduzione
familiare che offrono oltre venti varietà e che di recente
si sono lanciate sulla Gala, la Jonagold e la Fuji.
«Quest’anno – aggiunge Marceca – in Michigan il raccolto
è stato ben al di sopra della media quinquennale
dopo le migliori condizioni di crescita protrattesi per
alcuni anni. Visti gli eccellenti risultati raggiunti dal punto
di vista del colore e del livello Brix, aumenta l’attenzione
verso i mercati d’esportazione anche a stagione avanzata.
Nell’ultimo decennio le tradizionali esportazioni di
frutta dal Michigan alle piazze europee sono calate, ma
gli esportatori se ne sono accorti e hanno reagito investendo
tempo e risorse per migliorare strutture e offerta,
senza perdere di vista le esigenze dei consumatori esteri
e del mercato interno».
market/US apples
mercato/mele americane

market/US apples
mercato/mele americane
spending time and money on improving their facilities
and offer – always with an eye on meeting the needs
of customers in export markets as well as the domestic
customer».
Good California weather
Europe has never been the top target for California’s
shippers, who tend to pick and ship to take advantage
of their early window. «In years when their crop
is on time and especially in years like this when they
have had an earlier crop than Washington, there is
plenty of potential for Californian product in Europe»
– Marceca says. – «California has a 3-million box crop
of fresh apples, acreages are increasing and higher
density plantings in the north of the state will raise
that further in the next few years. The size and colour
of their Cripps Pink and Fuji could make them very
attractive to European consumers, but volume-wise
we’re looking at niche opportunities rather than major
programmes».
As well as the traditional basket of apples,
Pennsylvania and Virginia growers are also planting
more Gala and Fuji, and because of their geographic
position, they have advantages growing some of the
later varieties such as Cripps Pink with very consistent
quality. «As returns for processing apples have
dropped, growers in both Pennsylvania and Virginia
have begun to concentrate more on fresh potential
and they too have invested in facilities while upgrading
their varietal mix».
Closer relations with the Old World
«The New England states, in the far North Eastern
section of the US, specialise in varieties that grow
particularly well in the region. McIntosh, Cortland,
Empire and Red Delicious are the mainstay types,
but, although there is a perception that McIntosh is
the only major variety grown in New England, the
region is evolving through the replanting of existing
strains and new plantings of Gala and Honeycrisp as
the next generation comes into the industry and looks
to shape its future», Marceca says.
«Collectively these states can meet a lot of peoples’
needs, and importers who would like to spread their
offer of US apples over an extended period can work
with several growers through one or more dedicated
shippers. We’re extremely experienced exporters and
a large part of that experience was gained in Europe.
Although we have worked together for many years,
we recognise it’s important to keep the European
market updated on our progress. We’d very much like
to build on our relationships and also find new partners.
There is no desire to dip in and dip out of the
marketplace. We know we have fantastic, tasty
apples and we want to share them with the European
consumer».
26 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
Il buon clima californiano
Al contrario del Michigan, la California, che raccoglie
ed esporta in brevissimo tempo per sfruttare il naturale
vantaggio delle favorevoli condizioni climatiche, non
ha mai considerato l’Europa come la sua piazza principale.
«Quando il raccolto arriva puntuale - sostiene
Marceca - e soprattutto in anni come questo in cui
sulla West Coast la frutta è maturata prima che nello
stato di Washington, il potenziale californiano in fatto
di esportazioni verso il vecchio continente è notevole.
La California produce già tre milioni di casse di mele
fresche e sono in aumento gli acri adibiti a questa coltivazione;
si tratta però di numeri che continueranno a
crescere grazie alla semina ad alta densità attuata nel
nord del Paese. Il colore e le dimensioni delle Cripps
Pink e delle Fuji californiane sono un elemento di
attrattiva per i consumatori europei, ma per una questione
di volumi ci interessano maggiormente opportunità
di nicchia piuttosto che programmi di ampio
respiro».
In Pennsylvania e in Virginia, oltre alle mele tradizionali,
ci si concentra sulle cultivar Gala e Fuji. Data la posizione
geografica è poi possibile trarre profitto dalle varietà
tardive come la Cripps Pink, che qui è un frutto di ottima
qualità. «A causa del calo dei guadagni nella lavorazione
delle mele, gli agricoltori di entrambi gli stati hanno
cominciato a dedicare più attenzione al prodotto per il
consumo fresco, investendo, anche in questo caso,
nelle strutture e aggiornando le varietà offerte».
Più relazioni col vecchio continente
«Gli stati del New England, nell’appendice nord-orientale
degli Stati Uniti, sono invece specializzati in varietà
particolarmente adatte a tali regioni: McIntosh, Cortland,
Empire e Red Delicious sono le principali. A differenza di
quanto si crede comunemente, la McIntosh non è, però,
l’unica cultivar di punta prodotta in New England, che
sta invece ripiantando varietà già esistenti e sperimentando
nuove cultivar come la Gala e la Honeycrip, una
sorta di vessillo della nuova generazione che si sta
affacciando all’industria e che cerca un modo per disegnare
il suo futuro» asserisce Marceca.
«Insieme questi stati possono sopperire alle esigenze di
molti. Inoltre, gli importatori che mirano ad allargare la
propria offerta di mele statunitensi a lungo termine possono
certamente lavorare con numerosi coltivatori attraverso
uno o più canali specializzati. Siamo esportatori di
notevole esperienza, un’esperienza accumulata in larga
misura in Europa. Nonostante la collaborazione consolidata
nel corso di anni, riconosciamo che è importante
mantenere il mercato europeo aggiornato sui nostri progressi.
Desideriamo rafforzare le relazioni già esistenti e
trovare nuovi partner. Non ci interessa entrare e uscire dai
mercati. Sappiamo di avere mele eccezionali e gustose e
intendiamo condividerle con i consumatori europei».
(Traduzione in italiano di Ilaria Menna)

market/F&V made in Italy
mercato/ortofrutta made in Italy
Italian F&V producers
get together to promote
made in Italy
Ortofrutta d’Italia, insieme
per promuovere il made in Italy
Duccio Caccioni
An alarming decline in consumption has prompted sixteen large companies to
come together to persuade Italians to buy more fruit and vegetables. The Ferrara
Cso is coordinating the project
Un preoccupante calo dei consumi ha portato sedici grandi imprese a unirsi per convincere
gli italiani a comprare più frutta e verdura. Il coordinamento del progetto al
Cso di Ferrara
The 26 January last saw the presentation, in
Bologna, of the “Ortofrutta d’Italia” (the Italian fruit
and vegetables) project. We are talking here about a
major initiative in support of fruit and vegetables
28 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
ABologna, lo scorso 26 gennaio, è stato presentato
il progetto “Ortofrutta d’Italia”. Si tratta di
una grande iniziativa promozionale a supporto della
frutta e degli ortaggi ‘Made in Italy’ indirizzata ai con-

“Made in Italy” which is aimed at those increasing
numbers of Italian consumers who are drifting away
from what is a one of the main pillars of the
Mediterranean diet.
The real novelty about this initiative is that for the first
time sixteen big Italian F&V companies have joined
forces in order to develop a promotional project in a
way that is organized and systematic. The management
of the initiative has been entrusted to the CSO
(Centro Servizi Ortofutticoli - Centre for F&V services)
of Ferrara, which is thus destined to play an increasingly
pivotal role in the national fruit and vegetable
system
As Mario Tamanti, managing director of the Cso, has
said, “the great strength of this initiative lies in the way
in which it has united the efforts of numerous Italian
companies which between them represent 12 thousand
agricultural concerns. Now more than ever it is
important that fruit and vegetables reposition themselves
in the minds of consumers, so that they are no
longer considered superfluous or replaceable, but are
appreciated for their natural qualities and the pleasure
they can afford”.
Declining consumption is indeed a phenomenon that
has for some time now reached alarming proportions.
At the news conference, Cso chairman Paolo Bruni
po inted out that “since 2000, consumption of fruit has
fallen by 500 thousand tons and that of vegetables by
al most 700 thousand tons. And if we also consider
that F&V now represents only 3% of total household
expenditure, and that the Italian family spends on
average only 1.5 euros per day on F&V, the situation
appears even more worrying”.
The promotional activity envisaged by the project will
take the form of advertisements in the major newspapers
and television programmes which will focus on
the work of the producers. The print campaign, which
will be carried out in two periods corresponding to the
main production seasons, aims at achieving 40 million
consumer contacts.
(English version by Lawrence Smith)
sumatori italiani, sempre più disaffezionati a quello
che è un vero pilastro dell’alimentazione mediterranea.
La novità è che, per la prima volta, sedici grandi
imprese ortofrutticole italiane si sono unite per portare
avanti un progetto di promozione sistematicamente
organizzato. La regia dell’iniziativa è affidata al Cso
(Centro servizi ortofrutticoli) di Ferrara che così gioca
sempre di più un ruolo di pivot per il sistema ortofrutticolo
nazionale.
Come ha dichiarato Mario Tamanti, consigliere delegato
Cso, «la massima valenza dell’iniziativa sta nel fatto che
si siano unite le forze di numerose imprese italiane al cui
interno operano 12mila aziende agricole. La frutta e la
verdura hanno oggi più che mai la necessità di riposizionarsi
nella mente dei consumatori, che non dovranno
più considerarle un prodotto sostituibile o banale ma
dovranno sempre più apprezzarne i requisiti e la naturale
piacevolezza».
Il calo dei consumi è, in effetti, un fenomeno da tempo
più che allarmante.
«In Italia dal 2000 ad oggi – ha sottolineato durante la
conferenza stampa il presidente del Cso Paolo Bruni
– si sono consumate 500mila tonnellate in meno di
frutta e quasi 700mila in meno di ortaggi. Se poi pensiamo
che l’acquisto di ortofrutta rappresenta oggi
appena il 3% della spesa totale e che ogni famiglia
italiana spende in media, per frutta e verdura, solo
1,5 euro al giorno il dato si fa ancora più preoccu -
pante».
L’attività promozionale consisterà in comunicazioni pubblicitarie
su grandi quotidiani e trasmissioni televisive
improntate sull’attività dei produttori. Per la campagna
di stampa, che sarà effettuata in due periodi corrispondenti
alle principali stagionalità, si prevedono non meno
di 40 milioni di contatti.
Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
29
market/F&V made in Italy
mercato/ortofrutta made in Italy

market/Holland
mercato/Olandai
Holland has reacted
well to the crisis: the trick
is not to feel sorry for yourself
L’Olanda reagisce bene
alla crisi, il trucco è
non piangersi addosso
Paolo Battistel Ceres srl
The Dutch have been hard hit by the crisis but they have not taken it lying down.
Holland remains the world’s largest vegetable exporter. Its strength lies in logistics
and re-exports
Ha sofferto molto la crisi degli ultimi anni, ma non è stata a guardare e resta il maggiore
esportatore mondiale di ortaggi. La sua forza sta nella logistica e nella ri-esportazione
Despite having a land
area smaller than
that of Lombardy and
Piedmont, the Nether -
lands is the world’s
largest exporter of vegetables,
with volumes
consistently in excess of
4 million tons over the
last five years, for a value
of close on 5 billion
euros in 2011.
A force to be reckoned
with then, not only in
production, but also, and
above all, in logistics and
commerce: indeed in
approximately 30-35%
of cases its exports are
re-exports. This organizational
power is even
more evident in the fruit
sector – “only” in 10th or 11th place in terms of production
– where 85-90% of exports are re-exports.
Holland, too, has suffered greatly in recent years from
30 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
Perfect fields of potatoes and onions as far as the eye can see,
with world-leading average yields (47 t/ha potatoes and 54 t/ha
for onions). 75% of the world’s potato seed comes from here and
one onion in five is Dutch.
Campi perfetti di patate e cipolle a perdita d’occhio, con rese medie
da primato mondiale (47 t/ha le patate e 54 le cipolle). Nel mondo, il
75% delle patate da seme viene da qui e una cipolla su cinque è
olandese.
Nonostante abbia una
superficie inferiore a
quella di Lombardia e
Piemonte, l’Olanda è il
maggiore esportatore
mondiale di ortaggi, con
un volume sempre oltre i
4 milioni di tonnellate nell’ultimo
quinquennio e un
valore vicino ai 5 miliardi
di euro nel 2011.
Una forza imponente, non
solo a livello produttivo,
ma anche e soprattutto
logistico e commerciale:
per circa il 30-35% dei
casi si tratta, infatti, di riesportazione.
Tale potenza
organizzativa si evidenzia
ancora di più nella frutta,
settore in cui è “solo”
al 10-11° posto, ma ben
l’85-90% è ri-esportazione.
Anche l’Olanda ha sofferto molto la crisi internazionale
degli ultimi anni, soprattutto nel 2009 e 2011, con un

In the selection and packaging of products sector, the
warehouses are getting bigger and are automated to reduce unit
costs.
Nel settore della selezione e confezionamento dei prodotti, i magazzini
sono sempre più grandi e automatizzati per abbattere i costi per unità
prodotta.
the consequences of the international crisis, especially
in 2009 and 2011, with 2010 being an intervening
year of relative recovery. But if we analyze the horticultural
sector in detail, we discover something interesting:
prices, that is to say, the value of production,
have borne the brunt of the crisis, while it has had little
or no impact on volumes, which indeed in many
cases have actually increased.
Apart from specific economic and financial choices,
this is in large part a result of Dutch attitudes towards
the market, which have always differed from those of,
for example, Mediterranean countries.
Strategy and credibility
The F&V sector has always been prone to ups and
downs, but the customer is king and should never be
abandoned, even in the midst of the worst economic
crisis of the century, nor should you ever give up on
the quest to maximize quality.
This winter’s terrible citrus crisis, for example, with
prices well below production costs, has induced
many farmers, from Spain to Egypt, to leave the
oranges on the trees, even if it means compromising
future production. It could never happen in Holland.
Take cucumbers, for example: even if the market
price drops to two cents per kg, as happened in
Holland in the summer of 2011, it is still harvested
and sold. In the short term, of course, that means
financial loses, but in the long-term it translates into
greater credibility with customers, especially with
supermarkets.
2011 is exemplary in this regard. Export volumes
remained more or less equal to 2010, but dropped
significantly in value, a downturn that was largely due
to the 2-3 month block on exports of greenhouse vegetables
following the “killer bacteria” (Escherichia coli)
Holland’s high-tech greenhouses are getting ever larger in order
to secure economies of scale. In just two years the average size
has increased from 3.7 to 4.9 ha/farm.
Le tecnologiche serre olandesi sono sempre più ampie per realizzare
economie di scala. In soli due anni la superficie media è passata da
3,7 a 4,9 ha/azienda.
anno intermedio di relativa ripresa nel 2010. Se però
analizziamo i dettagli del settore ortofrutticolo, notiamo
un aspetto interessante: la crisi ha intaccato soprattutto
i prezzi, cioè il valore delle produzioni, ma poco o niente
i volumi, che anzi in molti casi sono addirittura
aumentati.
Oltre che da precise scelte economiche e finanziarie, ciò
dipende in gran parte anche dal diverso atteggiamento
che gli olandesi hanno sempre avuto verso il mercato,
ad esempio rispetto ai Paesi mediterranei.
Strategia e credibilità
Il settore ortofrutticolo è fatto da sempre di alti e bassi,
ma il cliente è il re e non va mai abbandonato, nemmeno
nel pieno della crisi economica più nera dell’ultimo
secolo, né si deve mai rinunciare alla ricerca della massima
qualità.
La terribile crisi degli agrumi di quest’inverno, ad esempio,
con prezzi ben al di sotto dei costi di produzione, ha
indotto molti coltivatori, dalla Spagna fino all’Egitto, a
lasciare le arance sulle piante, anche a costo di comprometterne
le produzioni future. In Olanda non potrebbe
mai succedere. Prendiamo ad esempio il cetriolo: anche
se il prezzo di mercato scende a due centesimi al kg,
com’è successo nell’estate 2011 in Olanda, si continua
comunque a raccoglierlo e a venderlo. Nel breve periodo
significa, ovviamente, perdere un sacco di soldi, ma
nel lungo termine si traduce in grande credibilità verso i
clienti, soprattutto i supermercati.
Il 2011 fotografa bene questa situazione. I volumi esportati
sono rimasti più o meno uguali al 2010, ma sono
scesi notevolmente in valore, e tale calo è dovuto in gran
parte al blocco dell’export degli ortaggi di serra per circa
2-3 mesi a seguito della crisi del cosiddetto “batterio killer”
(Escherichia coli), scoppiata in Germania a fine maggio
dell’anno scorso.
Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
31
market/Holland
mercato/Olandai

market/Holland
mercato/Olandai
crisis which started in
Germany towards the
end of May last year.
The notoriously efficient
Dutch horticultural system
has not taken these
market difficulties, which
show every sign of continuing
into 2012, lying
down. The preferred
watchwords for dealing
with the crisis are currently,
as one would
expect, efficiency, concentration
in units of
larger size and rationalization
of the production
and distribution system
with regard to three key
areas: service, food
security and innovation.
An efficient port
Service means, first and
foremost, logistics at the
service of product freshness,
that is to say
selection, careful packaging,
the cold chain,
and distribution that is really “on time”. It also means
category management through close cooperation
between producers and distribution, in order to maximize
consumer satisfaction at the point of sale.
Much of Holland’s strength in international markets is
Lettuce heads on floating panels (floating hydroponics): when
fully automated, labour can be reduced almost to zero.
Lattuga da cespo su pannelli galleggianti all’aperto (floating
hydroponics): il sistema integralmente automatizzato può quasi
azzerare l’impiego di manodopera.
32 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
Dutch growers are constantly looking for products with high
added value in order to stimulate still greater loyalty in their north
European customers.
I coltivatori olandesi sono alla continua ricerca di prodotti ad alto
valore aggiunto, per fidelizzare sempre di più i consumatori del nord
Europa.
Il sistema ortofrutticolo
olandese, notoriamente
efficiente, non sta affatto
a contemplare inattivo le
difficoltà dei mercati, che
si prospettano enormi
anche per il 2012. Le
principali parole d’ordine
per uscire dalla crisi sono
attualmente, come è logico
aspettarsi, efficienza,
concentrazione in unità di
maggiore dimensione e
razionalizzazione del
sistema produttivo e
distributivo, basato su tre
direttrici fondamentali:
servizio, sicurezza alimentare
e continua innovazione.
Un porto efficiente
Servizio significa innanzitutto
logistica del fresco,
ovvero selezione e confezionamento
accurati, ca -
tena del freddo, distribuzione
realmente on time.
Significa anche category
management, cioè gestione dei prodotti per categorie,
tramite una stretta collaborazione tra produttori e distribuzione,
per massimizzare la soddisfazione del consumatore
in ogni punto vendita.
Gran parte della forza olandese nei mercati internazio-
Traditional sodium vapor lamps have been replaced with LED
lighting thus reducing the cost of artificial lighting by 30 to 50%.
Le tradizionali lampade a vapori di sodio vengono sostituite con
quelle a Led, abbattendo così dal 30 al 50% i costi dell’illuminazione
artificiale.

ased on reexports
(which
account for one
third of vegetable
exports and ne arly
90% of those of
fruit!), the main -
stay of which is, of
course, the port of
Rotterdam, one of
the most important
in the world,
third in terms of
traffic only after
Shanghai and
Singapore.
Despite the crisis,
even in 2011 it has
continued to grow
(+6% in container
traffic), so that it is now the main gateway to Europe
for out of season fruit, including for Italy. Rotterdam is
not only a very large river port, it is above all very efficient,
particularly in the rapid unloading and sorting of
fruit arriving in containers from South Africa and especially
from South America (Brazil, Chile, Argentina).
The Port of Rotterdam has further plans for expansion
in the pipeline for 2012, which is a sign that at the end
of the day the Dutch remedy for overcoming the crisis
boils down to not feeling sorry for yourself and investing
in the future.
(English version by Lawrence Smith)
Dutch banks have always played a very
important role in the rationalization of
the agricultural sector, especially in
times of crisis like these.
In the Netherlands, finance for new
investments is based primarily on the
farmer’s professional expertise, to which
much more weight is given than to
assets. In times of crisis banks attempt
to give the sector as much help as possible
in the expectation of better times,
so the only companies which go to the
wall are those which are small and outdated
and which lack a consolidated
distribution network. Banks do everything
in their power to save the larger,
more modern companies (too big to fail,
nali è basata
anche sulla riesportazione
(un
terzo degli ortaggi
e quasi 90% della
frutta!), che ha
come colonna
portante, ovviamente,
il porto di
Rotterdam, uno
dei più importanti
al mondo, addirittura
terzo per
movimento merci
dopo Shanghai e
Singapore.
Nonostante la
crisi, anche nel
2011 ha continuato
a crescere (+6%
nel traffico container), tanto che è ormai la porta d’ingresso
privilegiata della frutta fuori stagione in Europa,
Italia compresa. Si tratta, infatti, non solo di un porto fluviale
veramente enorme, ma soprattutto efficiente, in
particolare per lo scarico e smistamento rapido della
frutta in container proveniente dal Sudafrica, ma soprattutto
dal Sudamerica (Brasile, Cile, Argentina).
Il Porto di Rotterdam ha in cantiere ulteriori e continui
programmi di ampliamento anche nel 2012, segno che
alla fine la vera parola d’ordine di tutto il sistema ortofrutticolo
olandese per uscire dalla crisi è una sola: vietato
piangersi addosso e guardare sempre avanti!
The Port of Rotterdam, the largest in Europe, is Europe’s number one gateway for
the importation of fruit and vegetables from South America, Africa and the Far East.
Il Porto di Rotterdam, il più grande d’Europa, la porta d’ingresso privilegiata per
l’importazione di ortofrutta da Sudamerica, Sudafrica ed Estremo Oriente.
How Dutch banks help farmers
Così le banche aiutano gli agricoltori
we might say) because otherwise their
assets would rapidly lose value.
Such farsighted management is also
possible because banks leave it to the
real specialists in the field, amongst
whom there are often ex-agriculturalists
from leading companies who know how
to make profitable investments in agriculture.
(LS)
Le banche olandesi hanno sempre avuto
un ruolo importantissimo nella razionalizzazione
del settore agricolo, soprattutto
nei momenti di crisi come questo.
In Olanda i finanziamenti per nuovi investimenti
vengono erogati soprattutto sulla
base del livello professionale dell’agricoltore,
valutato assai di più del suo patrimo-
nio (l’equity è circa il 27%). In caso di crisi
si cerca di aiutare il settore più che si può,
in attesa di tempi migliori, quindi vengono
abbandonate solo le aziende più piccole,
obsolete, non inserite in solidi circuiti
commerciali. Le aziende più grosse e
moderne (troppo grosse per fallire, si
potrebbe anche dire), vengono salvate a
tutti i costi dalle banche, che sennò
vedrebbero crollare rapidamente anche il
valore dei propri assets.
Questa gestione lungimirante è possibile
anche perché affidata dalle banche a veri
e propri specialisti di settore, tra cui troviamo
spesso anche degli ex-agricoltori leader
che sanno bene come rendere redditizi
gli investimenti in agricoltura.
Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
33
market/Holland
mercato/Olandai

market/private label Marca
mercato/private label Marca
Private label boom
a rising curve
Boom delle private label
un successo in costante ascesa
Davide Bernieri
The numbers that emerged from Marca at the Bologna Fiera convention centre,
the only show in Italy focusing on the big retail business, spoke loud and clear.
The private label trade is a force to be reckoned with, although market penetration
in Italy is still somewhat spotty
I dati illustrati in occasione di MarcabyBolognaFiere, unica manifestazione in Italia
a coinvolgere le principali insegne della Gdo, parlano chiaro. È il momento dei prodotti
a marchio, anche se in Italia la loro penetrazione sul mercato è a macchia di
leopardo
Fit, trim and looking for opportunities. This is the
gist of the check-up of a trade poised to extend its
reach to areas of the country where there is ample
room for growth. Private labels in Italy are experienc-
34 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
In salute e con ulteriori opportunità di espansione,
date dalla diffusione sul territorio nazionale dove vi
sono zone con ampi margini di crescita. Le private
label in Italia stanno vivendo un momento d’oro e con-

ing a golden age as they keep gaining market share to
the detriment of traditional brand names. It’s a
dynamic trend that naturally carries along fresh and
fresh-cut produce, whose popularity with Italian
households owes much to effort the big supermarket
chains are making to promote their private label trade.
According to a 2011 Symphony IRI survey of big retail
outlets, private label or in-house items now account for
17.2% of their packaged food sales, for a €9 billion
turnover, a figure that rises to 11 billion is we include the
discount chains. It’s a trend that industry observers had
widely anticipated given the gap still separating Italy
from countries where big retail and, hence, private-label
branding achieved early and widespread success.
An uphill path
In effect, Italy’s far from the numbers the UK posts,
where the private-label sector claims some 43% of
sales. The same hols true for Germany, where it has a
32% share, and France, where it’s 28%. Yet we are
better than the world average, which is just shy of 15%.
«The private label trade – said Gianmaria Marzoli,
Vice-president of Symphony Iri Group – posted higher
numbers than all competitors in 2011, with a 7.1% rise
in turnover, up €600 million on the year. It’s a performance
that also means more shelf space, which was up
3.2%. What’s remarkable, and gives us a yardstick to
gauge the enormous growth potential still latent in the
trade, is the different rate of private-label penetration
throughout the national marketplace In areas like
Emilia-Romagna and Tuscany, the notable efforts of
some chains have pushed its share over 22%. By contrast,
the Campania area brings up the rear with a
10.8% share, although the rate is also below the
national average in other regions like Veneto».
On the other hand, the current trend towards recession
and the stepped-up efforts by the country’s
households to shop for the lowest prices are the main
forces driving the private-label market. Another factor
is the considerable effect generated under the combined
policies of the more or less big chains, policies
that focus on investing heavily in the private-label
sector, broadening its stock and targeting it to segments
by consumer use or by purchasing power.
Demands of discerning consumers
«If we look at the factors inducing consumers to
choose private-label items – noted Guido Cristini, who
holds the chair in marketing at Parma University and is
the coordinator of market analysis at the brand-name
oversight committee – we of course see that the priceto-quality
ratio is the main one. Yet, we’re also beginning
to see signs of the trade’s developing maturity in
that other factors like eco-sustainability, awareness of
the environment and all its related issues, product
innovation, which until now had been the preserve of
tinuano a guadagnare quote di mercato a scapito dei
prodotti di marca. Naturalmente non si sottraggono a
questa dinamica i freschi e gli ortofrutticoli di IV
gamma, la cui diffusione tra le famiglie italiane ha
beneficiato di questa politica commerciale dei retailer
tesa a spingere le pl.
Secondo dati Symphony Iri riferiti al 2011, i prodotti a
marchio del distributore hanno raggiunto quota 17,2%
del mercato del largo consumo confezionato, per un
controvalore di 9 miliardi di euro, che diventano 11 se si
comprende anche il canale discount. Un trend, questo,
che gli analisti avevano ampiamente previsto, visto il gap
che divideva (e tuttora divide) l’Italia dai Paesi che hanno
conosciuto una precoce affermazione della distribuzione
moderna e una conseguente maggior diffusione delle
private label.
Un percorso in salita
Siamo ben lontani, infatti, dalle percentuali britanniche,
visto che in Uk le private label raggiungono un’incidenza
del 43%. O dalla Germania, che si attesta a quota
32% e dalla Francia che arriva al 28%. Ma siamo sopra
alla media mondiale, che sfiora il 15%.
«Le private label nel 2011 – dichiara Gianmaria Marzoli,
vice presidente di Symphony Iri Group – sono andate
meglio di tutti, con una crescita del fatturato del 7,1%,
pari a +600 milioni di euro e un crescente spazio a scaffale,
che ha mostrato un +3,2%. Ciò che colpisce, e che
dà la misura di un grande potenziale di crescita tuttora
inespresso, è la differente penetrazione dei prodotti a
marchio del distributore sul territorio nazionale. In alcune
aree, come l’Emilia-Romagna e la Toscana, anche
grazie all’ottimo lavoro portato avanti da alcune catene,
le private label superano il 22% di quota di mercato.
Fanalino di coda è, invece, la Campania, che mostra
una quota del 10,8%, ma anche altre in realtà, pensiamo
al Veneto, l’incidenza delle pl è ben al di sotto della
media nazionale».
Tuttavia è la crisi economica in atto, e la conseguente
ricerca della massima convenienza da parte delle
famiglie italiane, a spingere sul pedale dell’acceleratore,
assieme all’azione congiunta delle catene distributive
più o meno grandi, che hanno deciso di investire
con forza nei prodotti a marchio, allargando l’offerta e
segmentandola per destinazione d’uso/capacità di
spesa.
Richieste di un consumatore evoluto
«Se guardiamo ai fattori che spingono un consumatore
a scegliere le private label – spiega Guido Cristini,
ordinario di marketing all’Università di Parma e coordinatore
scientifico dell’Osservatorio sulla marca commerciale
– naturalmente il rapporto prezzo/qualità
rimane in primo piano. Tuttavia, e questo è un altro
segnale di maturazione di questo comparto, oggi si
stanno facendo strada altri fattori come la sostenibilità,
Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
35
market/private label Marca
mercato/private label Marca

market/private label Marca
mercato/private label Marca
the big brand names, and the demand for locally
farmed foodstuffs are gaining greater momentum
now». No longer, then, is the private-label item simply
a way to use its cheaper prices as its main sales pitch
to win the custom, and part of the budgets, of the
country’s households. Now that the big chains stock a
greater, in-depth assortment of own-house labelled
items, they are in a better position to meet the
demands of discerning shoppers. So, if we breakdown
the growth figures by quality level/price of the various
lines of private-label items, we find that next to the
9.8% rise in the first-price range, which is the cheapest
category, is the even more spectacular 23.5% performance
of the premium-price items of higher quality.
A good 2011 showing, with a 9.1% rise in sales, was
also posted by organics, always one of the mainstays of
those chains that focus more on their own-label sector.
«We’ve got to start thinking in terms of private-label
consumers – concluded Cristini. – They are no longer
a segment of cheap-price only. Indeed, our surveys
indicate that the persons spending more are shoppers
with at least a mid-to-high educational level and
a similar socio-economic standing. These consumers
represent, of course, the larger households of 4-5
members. They are more inclined to have bigger
shopping bills and most reside in the North, more
specifically in the north-western regions, of the country.
Implicit here is the fact that sales under private
labels in the regions of the South are still lower than
average».
(English version by David Verzoni)
36 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
l’attenzione all’ambiente e tutti i temi correlati, l’innovazione
di prodotto (fino a ieri una delle prerogative dei
prodotti branded) e il localismo con l’uso di materie
prime locali». Non più, quindi, le private label come
prodotto che fa della sua convenienza l’arma per fare
breccia nel cuore (e nel portafoglio) degli italiani, con
un vissuto cheap. Oggi le catene, con linee di prodotti
a marchio sempre più ampie e profonde, sono in
grado di dare risposte alle richieste del consumatore
evoluto. Così, segmentando il dato di crescita in base
al livello qualitativo/di prezzo delle varie linee di pl,
emerge che a fianco del +9,8% messo a segno dalle
gamme di primo prezzo, che beneficiano di un approccio
improntato alla massima convenienza, sono le linee
premium, quelle con un profilo qualitativo più elevato,
a mostrare le performance più brillanti, addirittura
+23,5% a valore.
Bene anche il biologico, da sempre uno dei cavalli di
battaglia delle catene più attente alle private label, che
ha messo a segno nel 2011 un +9,1% a valore.
«Dobbiamo pensare al consumatore di private label –
conclude Cristini – non più come a una figura involuta:
secondo le nostre ricerche, infatti, vediamo che
quelli che spendono di più sono persone con una
scolarità medio alta e un’analoga classe socio/economica.
Naturalmente sono le famiglie più grandi, quelle
da 4-5 componenti, a mostrare una propensione
all’acquisto più elevata, e residenti al Nord, con una
prevalenza delle regioni nord-occidentali: al Sud le private
label mostrano ancora performance inferiori alla
media».

market/brand “Fruit from Chile”
mercato/brand “Frutta dal Cile”
A new brand
for Chilean fruit
Un nuovo marchio
per la frutta cilena
Giulia Giovanelli
Presented at Fruit Logistica in Berlin, the object of the new brand is to promote
the rich and varied production of the country and facilitate its recognition in international
markets
Presentato al Fruit Logistica di Berlino, vuole promuovere la ricca e variegata produzione
del Paese e favorirne la riconoscibilità sui mercati intenazionali
Anew brand for Chilean fruit has just seen the
light of day. The result of cooperation between
the public and private sectors, the new brand has
been created for the purpose of promoting the
Chilean F&V sector world wide. The project, which
was first presented at the Fruit Logistica in Berlin,
will be promoted at other major F&V sector shows
in the course of 2012 in order to boost trade relations
with markets in the United States, Europe and
Asia.
The new “Fruit from Chile” (in Spanish, Frutas de
Chile) brand will form part of an ambitious marketing
plan costing $1 million, through which the Chilean
F&V industry intends to promote itself on international
markets. The realization of the project was made possible
thanks to a long collaboration between the
Association of Chilean fruit exporters, the Fruit
Exporters Association (ASOEX) and the government
agency ProChile, which highlighted the benefits that
the project would bring to the country origin, in particular
the positive impact it would have on product
quality and employment.
Félix de Vicente, director of ProChile emphasizes the
benefits: «The creation of a sector trade mark allows
us to consolidate the position of those districts which,
though long engaged in the export sector, still need to
strengthen their presence in foreign markets with
high-impact promotional campaigns in order to inform
the world that Chile has quality products and services
in areas other than those with which it is traditionally
associated».
Ronald Bown, Chairman of ASOEX, added: «Through
this restyling, Chile wants to draw attention to those
38 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
Nasce un nuovo brand per la frutta che arriva dal
Cile. Un’idea che prende vita dalla cooperazione
tra il settore pubblico e quello privato, ai fini di promuovere
l’industria cilena dell’ortofrutta nel mondo.
Presentato in occasione del Fruit Logistica di Berlino,
nel corso del 2012 il progetto verrà promosso anche in
altre importanti fiere del settore per incrementare i rapporti
commerciali con i mercati di Stati Uniti, Europa e
Asia.
“Frutta dal Cile” (in spagnolo Frutas de Chile) è l’attuale
brand inserito nell’ambizioso piano marketing da 1
milione di dollari, con il quale l’industria cilena ha intenzione
di promuoversi sul mercato internazionale. La
realizzazione dell’intero progetto è stata possibile grazie
a una lunga collaborazione guidata dall’Associa -
zione cilena degli esportatori di Frutta, la Fruit
Exporters Association (Asoex) e dall’Agenzia governativa
ProChile, al fine di mettere in risalto i benefici nel
Paese d’origine, la qualità dei prodotti e le ricadute
positive sul lavoro.
Félix de Vicente, direttore di ProChile sottolinea: «La
creazione di una denominazione commerciale del settore
ci permette di consolidare la posizione di quei
distretti produttivi che pur avendo alle spalle una tradizione
nel settore dell’esportazione, hanno necessità di
rafforzare la propria presenza nei mercati esteri con
campagne promozionali di grande impatto, per comunicare
al mondo che il Cile ha prodotti di qualità e servizi
in settori diversi da quelli più tradizionalmente
conosciuti».
Ronald Bown, Chairman di Asoex, ha aggiunto:
«Attraverso questo restyling, il Cile vuole esaltare le
caratteristiche che lo portarono a diventare uno dei più

characteristics which have enabled it to become one
of the largest suppliers of fresh fruit in the world. For
this reason during the first phase of our strategy, our
goal will be to launch the brand with importers, distributors
and retail chains».
Variety
The object of the promotional campaign will be to
highlight the strengths of Chilean production: where
the fruit and vegetables come from, and their quality
and variety, which are the product of the country’s
geographical diversity, its privileged climate and
other unparalleled features of Chilean fruit production.
The communication strategy for 2012 and 2013
envisages a series of actions based on the promotion
of different trade marks, in addition to developing
the brand in different languages. The development
of other sub-brands, using the same graphical
structure, is a possibility that will not be neglected.
According to official statistics from Asoex, Chile’s
fresh fruit exports reached 2.64 million tons during the
2010-2011 season (7.2% more than in 2009-2010),
making the country the world’s leading exporter of
table grapes, plums and blueberries, second for avocado,
third for kiwi and raspberries, fourth for peaches
and fifth for apples.
(English version by Lawrence Smith)
grandi fornitori di frutta fresca del mondo. Per questo
motivo durante la prima fase della nostra strategia, il
nostro obiettivo sarà quello di lanciare il marchio presso
gli importatori, i distributori e le catene di vendita al dettaglio».
Varietà dell’offerta
Il progetto promozionale vuole rimarcare i punti di forza
della produzione cilena: la qualità e la varietà dei prodotti,
l’origine, data della diversità geografica, del clima privilegiato
e delle caratteristiche impareggiabili di produzione
della frutta cilena.
La strategia di comunicazione per il 2012 e il 2013 prevede
una serie di azioni basate sulla promozione dei
diversi marchi, oltre allo sviluppo del brand nelle diverse
lingue, come dimostrano: Bleueberry dedicato ai mirtilli,
Citrus per gli agrumi, Cherries dedicato alle ciliegie,
Walnuts per la frutta secca, Prunes per il comparto prugna,
Hass Avocados e Kiwifruit. Non è trascurabile poi
la possibilità che si creino altri sotto-marchi, utilizzando
la stessa struttura grafica.
Secondo le statistiche ufficiali dell’Asoex, le esportazioni
di frutta fresca dal Cile hanno raggiunto i 2,64 milioni di
tonnellate durante la stagione 2010-2011 (7,2% in più
rispetto al 2009-2010), trasformando il paese nel primo
esportatore di uva da tavola, prugne e mirtilli, secondo
per la distribuzione di avocado, terzo per kiwi e
lamponi, quarto per le pesche e quinto per
quanto riguarda le mele.
Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
39
market/brand “Fruit from Chile”
mercato/brand mercato/brand “Frutta “Frutta dal dal Cile” Cile”

product/lettuce
produce/lattughe
Curtis, Gautier.
Curtis, Gautier.
Debut cultivars
for lettuce
Le nuove proposte varietali
per le lattughe
Giuseppe Francesco Sportelli
A broad range of novelties highlights innovation in the trade
L’ampio ventaglio di novità conferma la vivacità dell’innovazione per tutte le tipologie
commerciali
The abundant assortment of new lettuce cultivars
being offered by the major seed companies in
their 2012 catalogues shows the dominance of butterhead
(cappuccio), batavia (gentilina), iceberg and
40 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
Nell’ampio ventaglio di nuove proposte varietali per le
lattughe delle società sementiere per il 2012 dominano
le cappuccine, le gentiline, le iceberg e le romane
che, come è noto, costituiscono la gran parte del mer-

Rs 1877, Monsanto.
Rs 1877, Monsanto.
Romaine types, which have long been the mainstays
of the market. Yet this traditional stock is also making
room now for new varieties under oak-leaf, multi-leaf
and other types.
Enza Zaden is spotlighting Fuzila, an open-head, wellstructured
medium-green compact Batavia type with
erect stem, and E 16.5209, a bright green Romaine
with vigorous, upright growth habit.
E 16.5209, Enza Zaden.
E 16.5209, Enza Zaden.
cato della lattuga. Non mancano tuttavia nuove varietà
di foglia di quercia, multifoglia e altre.
Enza Zaden propone Fuzila, gentile compatta a cespo
product/lettuce
produce/lattughe

product/lettuce
produce/lattughe
Faro, Isi Sementi.
Faro, Isi Sementi.
Gautier is introducing three butterheads, three
batavias and two others.
Butterheads: Gorio, which is earmarked for fresh market
but is also ideal as hearts for the fresh-cut trade;
Juliet, marked by a semi-open head with light and
shiny green leaves; and Clipper, with a voluminous,
semi-closed head for high white-leaf heart yield for
the fresh-cut market.
Batavias: Amalfis has good volume, semi-open head
and shiny whitish-green colour; Curtis, a compact
average shiny whitish-green with easily handled
leaves; and Elytis, whitish, thick, puckered leaves with
wavy edge, bright green colour and semi-open head.
The other two are Derbi, a little gem/sucrine type
that’s compact with smooth, dark-green leaves, full,
weighty heart and of excellent quality; and Solinice is
an easy to handle oak-leaf with large, shiny green,
slightly puckered leaves.
Isi Sementi is offreing Faro, a shiny dark-green
Romaine of upright head, high volume, full rounded
stem; Magic, a compact, weighty iceberg with
spherical head, thick shiny green leaves suited for
fresh and fresh-cut trade; Bolero, a red-oak with
compact, notably uniform large head with finely
lobed leaves; Eliana, a butterhead prized for the
weight and growth habit of its head; Ghibli, this too
a butterhead with large, semi-open head and
creamy-yellowish colour of heart for fresh and
fresh-cut trades.
Monsanto Vegetable Seeds has three new attractive
butterheads of high quality to add to produce shelves.
42 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
Multyred 55, Nunhems.
Multyred 55, Nunhems.
aperto verde medio, con fondo eretto, ben strutturato,
e E 16.5209, romana verde brillante con pianta vigorosa,
verde brillante, dal portamento eretto.
Gautier presenta tre lattughe cappuccine e tre gentiline.
Le cappuccine: Gorio, indicata per mercato fresco, ma
ideale anche per i cuori di lattuga in IV gamma; Juliet, a
testa semiaperta, con foglia bionda e verde brillante;
Clipper, voluminosa a cespo semichiuso, adatta, per
l’elevata resa in bianco, alla produzione di cuori da IV
gamma.
Le gentiline: Amalfis ha pianta di buon volume a testa
semiaperta e foglia verde biondo brillante; Curtis, bionda
compatta, verde medio brillante, con foglia maneggevole;
Elytis, bionda con foglia spessa, bollosa, a
margine ondulato, verde brillante, e cespo semiaperto.
Derbi, tipologia little gem/sucrine, è compatta, con
foglie lisce e verdi scure, cuore pieno, pesante e di ottima
qualità. Solinice è una foglia di quercia verde brillante,
grande, poco bollosa, tiene bene alle manipolazioni.
Isi Sementi propone: Faro, romana a foglia verde scura
brillante, con cespo eretto, volume elevato, fondo pieno
e arrotondato; Magic, iceberg con testa sferica, compatta
e pesante, foglia spessa e verde brillante, per mercato
fresco e IV gamma; Bolero, foglia di quercia rossa,
con cespo compatto, pesante e molto uniforme, foglie
lobate finemente; Eliana, cappuccio apprezzata per
peso e portamento del cespo; Ghibli, cappuccio con
cespo semiaperto, compatto, pesante, per mercato fresco
e IV gamma (per cuore denso giallo crema).
Tre cappuccine, attraenti e di alta qualità sullo scaffale,
sono l’offerta di Monsanto Vegetable Seeds: Rs 0105,
con foglie verde brillante e ottima forma del fondo, per
mercato fresco e IV gamma; Rs 1877, con cespo ottimo
per volume e peso, per mercato fresco; Rylane, con
cespi consistenti e uniformi.

Flavius Rz, Rijk Zwaan.
Flavius Rz, Rijk Zwaan.
Rs 0105 features bright green leaves with well-formed
stem and is suited to fresh and fresh-cut trades; Rs
1877, with an excellent head by volume and weight
for the fresh market; and Rylane with uniform, weighty
head.
Nunhems is featuring Multyred 55, a multi-leaf red of
average vigour, compact, uniform head for fresh and
fresh-cut markets
Amalizia, Vilmorin.
Amalizia, Vilmorin.
Nunhems propone Multyred 55, multifoglia rossa di
vigore medio, compatta e con foglie uniformi, per mercato
fresco e IV gamma.
product/lettuce
produce/lattughe

product/lettuce
produce/lattughe
Rijk Zwaan is introducing four new cultivars, all with
thick, resistant easy-to-handle leaves suitable for
packing. To begin with is Flavius Rz, a shiny lightgreen,
large and voluminous Romaine; next is 41-65
Rz, another light-coloured, compact Romaine with
closed stem; nest is Dalmation Rz, a shiny mediumlight
green batavia; and then there is 81-45 Rz, a lightcoloured
batavia with large, voluminous head.
Syngenta Seeds is offering Vladan, a shiny-green,
large, compact-head cappuccio (butterhead) with
high heart yield for the fresh and fresh-cut trades;
Sivna, a fresh-market Romain featuring a heavy, voluminous
head with puckered dark-green leaves; and
Forbes, a broad-leaf, shiny green en dive with a solid
white heart for fresh and fresh-cut markets.
Vilmorin is putting the spot light on fresh-market butterheads
and batavias.
The batavias, all feature uniform heads that are very
attractive when packed and include: Amalizia, a medium-light,
very shiny green with lìthick leaves,
Gemmaverde, a medium-shiny green with easy-tohandle
leaves, and Speranzia, a shiny medium-light
green with firm, easy-to-handle leaves.
Bvp 9226 is a shiny, medium-light green batavia
with uniform head, finely curled edge; Bvp 9414 is
also a shiny, medium-light green batavia with uniform,
head, curly and easy-to-handle leaves,
Adorale, another batavia, is for the fresh market and
features very shiny light green, curly-edged leaves
Almenara, Zeta Seeds.
Almenara, Zeta Seeds.
44 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
Quattro sono le lattughe proposte di Rijk Zwaan,
tutte caratterizzate da ottima plasticità delle foglie,
spesse, resistenti alle manipolazioni e adatte all’incassettamento:
Flavius Rz, romana biondo brillante,
voluminosa e pesante; 41-65 Rz, romana biondo
media, con fondo chiuso e compatto; Dalmation Rz,
batavia gentilina medio-biondo brillante; 81-45 Rz,
batavia bionda gentilina con cespo voluminoso e
pesante.
Syngenta Seeds propone Vladan, cappuccio verde
brillante con cespo pesante e compatto e alta resa
del cuore, per mercato fresco e IV gamma, e Sivna,
romana per mercato fresco con cespo pesante e
voluminoso, foglia bollosa e verde scura. Inoltre offre
Forbes, endivia scarola per mercato fresco e IV
gamma, con cuore pieno e bianco, foglia ampia e
verde brillante.
Lattughe cappuccine e gentiline per mercato fresco
sono al centro dell’offerta di Vilmorin.
Le cappuccine, con cespi uniformi, molto attraenti in
cassetta: Amalizia, verde medio chiara molto brillante,
con foglia spessa; Gaiaverde, verde media brillante;
Gemmaverde, verde media brillante, con foglie adatte
alla manipolazione; Speranzia, verde medio chiara brillante,
con foglie consistenti e ben manipolabili.
Bvp 9226 è una gentile verde medio chiara brillante, con
cespi uniformi, fine frastagliatura. Bvp 9414 è una gentile
verde media brillante, con foglia spessa, cespi omogenei,
foglia frastagliata e maneggevole. Adorale è una
Almenara, Zeta Seeds.
Almenara, Zeta Seeds.

that are easy to handle. Then comes Matelote, a
dark green Romaine with good volume and open
head.
Zeta Seeds will feature eleven new varieties.
Seven are icebergs, all of top quality for tenderness,
fragrance and flavour with closed head. Almenara has
a well-formed, notably uniform shiny green head;
Almirez features plenty of shiny green, wrap-around
leaves with a good sized, compact, full and uniform
head; Carù has a good-sized, uniform head and
bright, shiny green colour; Kavir has a lot of slightly
puckered leaves and good-sized, compact head;
Makam boasts a head over 500 g and dark shiny
green leaves; Sinai has a weighty head; and Tanami
has a head weighing over 500 g and a shiny darkgreen
colour.
Next is 13zs409, a green midi-Romaine also suited to
fresh-cut and “heart” processing with full, weighty
closed head and sweet, flavourful taste. Then there
are the three mini-Romaines with shiny, mediumgreen,
thick curly-edged fragrant, sweet-tasting
leaves suited to all occasions: Anoeta, of average size
and weight of 150-180 g, Barbarella, of good size and
weight, and Parioli, of average size and weight of 150-
200 g.
(English version by David Verzoni)
batavia verde medio chiara molto brillante per mercato
fresco, con fogliame frastagliato e ben manipolabile.
Matelote è una romana verde scura con buon volume e
portamento aperto.
Infine Zeta Seeds propone undici varietà.
Sette le iceberg, tutte di qualità elevata per tenerezza,
fragranza e sapidità e con ottima chiusura della testa:
Almenara ha cespo ben conformato, verde brillante e
molto uniforme; Almirez presenta fogliame abbondante
e ben coprente, verde brillante, cespo di buone dimensioni,
pieno, compatto, ben coperto; Carù ha cespo di
buona pezzatura, verde intenso brillante e molto uniforme;
Kavir ha fogliame abbondante e leggermente bolloso,
cespo di buone dimensioni, pesante, compatto;
Makam vanta un cespo di oltre 500 g, verde scuro brillante;
Sinai ha cespo pesante; Tanami ha cespo di oltre
500 g, verde scuro brillante.
Adatta anche per IV gamma e lavorazioni innovative a
“cuore” è 13zs409, una midi romana verde, con testa
piena e chiusa, pesante, dolce e sapida. Le tre mini
romane hanno cespo serrato, verde medio brillante, e
testa totalmente chiusa, con foglia spessa, fragrante,
dolce, saporita, che si presta a tutti gli usi: Anoeta, con
taglia e peso medi (150-180 g), Barbarella, con buona
pezzatura e buon peso, e Parioli, di taglia e peso medio
(150-200 g).

isr/Sprouts Farmers Market (Usa)
gdo/Sprouts Farmers Market (Usa)
The entrance to a Sprouts Farmers Market.
L’ingresso di Sprouts Farmer Market.
Sprouts Farmers Market stands
for excellence in specialization
Sprouts Farmer Market
l’eccellenza nella specializzazione
Daniele Tirelli
One of the leading chains in the US, Sprouts Farmers Market has an excellent
fresh produce department that is restocked daily. Its zero food miles philosophy
is a winner
È una delle maggiori catene statunitensi e vanta un eccezionale reparto di ortofrutta
rifornito quotidianamente. Vincente la filosofia del chilometro-zero
It is said that coming up with something new in the
world of retail is getting more and more difficult. Yet
the United States, where everything seems to have all
ready been tried, always manages to surprise us. There
is still room for innovation. In many cases it is possible
to combine apparently antithetical paradigms like price
46 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
Si dice che innovare nel retail sia sempre più difficile.
Eppure gli Stati Uniti, dove sembra essere stato
detto tutto e tutto essere stato fatto, riescono sempre a
sorprenderci. Innovare si può. In molti casi si possono
ibridare paradigmi in apparenza antitetici quali la convenienza
di prezzo e la qualità/freschezza del prodotto. Il

Fresh F& V arrive every day.
Frutta e verdura arrivano freschi tutti i giorni.
convenience with product quality/freshness. As long as
you respect a principle that lies at the heart of
American entrepreneurship: do one thing, just one, but
do it really well. In other words, the watch word is specialization.
And that is the secret of Sprouts Farmers
Market, one of the hottest chains on the scene, which
from its birth place in one of the unlikeliest of places for
a F&V specialist, Phoenix (Arizona), is extending its
operations in Colorado, Texas and California.
Sprouts was founded by a family of entrepreneurs
from San Diego, the heirs of Henry Boney, their grandfather,
who, beginning with the classic fruit stall in
1943, went on to create a series of small chains like
Boney’s, Bradshaw’s, and Superama which he sold it
in 1956, to then invent the Speedee Mart chain of C-
Stores that was bought by 7-Eleven. In 1976, the
Boney family launched Windmill Farms which specialized
in health food, only to sell it in order to finance
Henry’s Marketplace (1997), which in its turn was sold
to Wild Oats. Finally, in 2002, Sprouts Farmers Market
was born, a chain specializing in fresh produce, which
today boasts more than 100 stores and annual sales
of nearly $ 1.5 billion.
Innovation in product assortment
Sprouts is a hybrid. It remains open from 7 am to 11
pm. It is based on a 3-4 thousand square meters format
designed by the Los Angeles architectural firm
Nadel in which there is space for about 40 thousand
products, above all fresh produce, and 80-90 staff. It
is inspired by principles derived from two models:
Trader Joe’s (low prices, good communications and
private labels) and Wholefoods (quality and organic
products). In short, we are talking about a category
killer with all the trappings of the fresh food store:
simplicity, clarity in positioning, serial replicability. The
winning factor, however, remains product depth and a
F&V symbolize the Sprouts image.
L’ortofrutta simboleggia l’immagine di Sprouts.
tutto, però, rispettando sempre il principio basilare dell’imprenditorialità
americana: fare una cosa, una sola,
ma a livello di eccellenza, in altri termini, specializzandosi.
Questo è il segreto di Sprouts Farmer Market, una
delle catene più “hot” dell’attuale panorama che, partita
dal luogo più improbabile per uno specialista nell’ortofrutta,
Phoenix (Arizona), si sta diffondendo in Colorado,
Texas e California.
Sprouts è stata fondata da una famiglia d’imprenditori
commerciali di San Diego eredi del nonno Henry Boney
il quale, avviato il classico stand per la vendita della frutta
nel 1943, costituì, negli anni ‘50, piccole catene come
Boney’s, Bradshaw’s e Superama che rivendette nel
1956, per inventarsi Speedee Mart una catena di C-
Store che fu acquistata da 7-eleven. Nel 1976 i Boney
lanciarono Windmill Farms specializzandola in alimenti
salutistici, ovviamente per rivenderla e finanziare la successiva
Henry’s Marketplace (1997) a sua volta ceduta
a Wild Oats. Infine, nel 2002, ecco nascere Sprouts
Farmer Market, la catena specializzata nel fresco, che
vanta oggi più di 100 store e un fatturato che sfiora 1,5
miliardi di dollari.
Innovazione nell’assortimento
Sprouts è un ibrido. Resta aperto dalle 7 del mattino alle
11 di sera. È basato su un format, disegnato dallo studio
Nadel di Los Angeles, di 3-4mila mq in cui trovano
spazio circa 40mila referenze, soprattutto fresche o freschissime,
gestite da 80-90 addetti. I suoi criteri ispiratori
provengono dai modelli di Trader Joe’s (prezzo contenuto,
comunicatività e private label) e Wholefoods
(qualità e prodotti biologici). In breve, siamo di fronte ad
un category killer degli alimentari freschi con tutti i crismi
di questa tipologia di store: semplicità, chiarezza nel
posizionamento, replicabilità seriale. Il fattore vincente,
tuttavia, resta la profondità di assortimento aperta a un
gran numero d’innovazioni: dai pomelo cinesi e ai tan-
Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
47
isr/Sprouts Farmers Market (Usa)
gdo/Sprouts Farmers Market (Usa)

isr/Sprouts Farmers Market (Usa)
gdo/Sprouts Farmers Market (Usa)
Bulk sales, utilizing over 300 dispensers, account for 12% of the
store’s turnover with very high profit margins.
La vendita bulk, con oltre 300 dispenser, assicura il 12% di un
fatturato con margini di profitto elevatissimi.
large number of innovations: from Chinese pomelos
and tangelos, to Peruvian potatoes and Japanese
aubergines or new varieties of plum-apricot, but also
energy and health drinks, as well as food supplements
and probiotics. But its image is constituted by
F&V: its managers say that “Produce is, literally, the
center of the store,” and as its core business, this
department is restocked daily and guarantees maximum
freshness.
Basic but attractive
The chain’s superstores are designed to provide an
environment that is basic, but not as plain as those of
discount stores or wholesale clubs. The shelves are
low and allow you to grasp at a glance everything that
is being offered. Natural eco-friendly materials like
untreated wood prevail. Indeed, in many cases, the
display is a simple accumulation of packaged goods,
but ordered to perfection. In other words, display
structures are unobtrusive and allow products to
speak for themselves. The layout consists of many
points of attraction, so that the client is not obliged to
make the kind of journey that is typical of other supermarkets.
The perimeter walls house refrigerated units
containing cheeses, juices and take away food, with
large overhanging panels which either symbolically or
verbally ( in the style of Trader Joe’s with its playful,
naïve graphics) indicate places of production and
recall the atmosphere of a farmers’ market.
This is completed by a bakery counter that exploits
the drawing power of a continual supply of products
produced throughout the day. The fish department
boasts deliveries six days a week, while that of prepared
meats, in keeping with the logic of full-service,
allows customers to choose or order the cuts or
preparations they prefer. Another very trendy depart-
48 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
Sprouts offers 7000 natural remedy and vitamin products, from
energy drinks and healthy food supplements to probiotics.
Dalle bevande energetiche e salutistiche agli integratori alimentari e
probiotici, sono 7mila le referenze di rimedi naturali e vitamine.
gelo, alle patate peruviane, alle melanzane giapponesi o
alle nuove varietà di prugne-albicocche, ma anche alle
bevande energetiche e salutistiche, nonché agli integratori
alimentari e probiotici. La sua immagine è però
costituita dall’ortofrutta: “Produce is, literally, the center
of the store” dicono i manager ed essendo, per definizione,
il core-business, questo reparto è rifornito quotidianamente
e garantisce il massimo della freschezza.
Essenziale ma attraente
Il disegno di questi superstore prevede un ambiente
essenziale, ma non disadorno come quello dei discount
o dei wholesale club. Le scaffalature sono basse e consentono
di cogliere a colpo d’occhio tutta l’esposizione
del punto di vendita. Vi prevale l’utilizzo di materiali naturali
ed eco-compatibili come il legno non trattato.
Addirittura, in molti casi, il display è costituito dal semplice
accumulo della merce imballata, ma tutto in un
ordine perfetto. Così le strutture risultano poco appariscenti
e lasciano spazio al prodotto che parla di sé. Il
layout è costituito da numerosi punti di attrazione,
cosicché il cliente non sia obbligato ai classici percorsi
degli altri supermercati. Le pareti perimetrali ospitano gli
scaffali refrigerati dei formaggi, dei succhi e della gastronomia
d’asporto, sovrastati da ampi pannelli e decorazioni
essenziali che, in forma simbolica o verbale, rimandano
(sullo stile lanciato da Trader Joe’s con la sua grafica
spontanea, scherzosa e naif) ai luoghi di produzione
e all’atmosfera agreste di un farmer market, appunto.
Il tutto è completato dal banco del bakery che sfrutta
come richiamo una produzione che si articola nell’arco
dell’intera giornata. Il reparto del pesce vanta una consegna
sei giorni alla settimana, mentre quello delle
carni preparate sposa la logica full-service per cui il
cliente può scegliere o ordinare i suoi tagli o le sue preparazioni
preferite. Un altro reparto particolarmente

ment is that of gluten-free products, a department
which is growing steadily, while the department for
bulk purchasing is of particular note. For the purpose
there are more than 300 dispensers which account for
12% of the store’s turnover with very high profit margins.
The wines and beers on offer (of which about
eighty artisan specialities) marry the principle of local
provenance with organic production. Mention must
be made, finally, of the presence of more than 7 thousand
products offering natural remedies and vitamins,
displayed en masse on the so-called health wall.
Meetings with customers
Essentially Sprouts pursues a mission based on three
points: customer service of an extraordinary high level,
unbeatable prices and an impeccable point of sale with
a great deal of flexibility. Each area in fact enjoys a
great deal of autonomy in choosing suppliers so as to
permit them to draw on local production and pursue,
as far as possible, a philosophy of “zero-food miles”.
And all of this is pursued with a logic of extremely
aggressive pricing thanks to very low running costs!
A very interesting feature of Sprouts is its handling of
personnel management and customer relations. “We
meet on the floor,” say the store managers. This means
that meetings are held in the point of sale and often
involve customers whose
opinions are listened to
with the greatest attention.
Since it functions as
a sort of neighbourhood
store in the community in
which it is based, and
given that by the nature
of what it offers it attracts
large numbers of customers,
Sprouts operates
a rule whereby customers
can ask to taste
any of the products they
have on sale.
In conclusion, in calling
itself a “farmer’s market”,
Sprouts combines, contrary
to what happens in
Italy, a highly coherent
approach to the philosophy
of freshness with
hypermodern organization
and rigorous logistics.
It deserves, therefore,
to feature in our
pantheon of international
retail excellence.
(English version by Lawrence
Smith)
With about 80 craft specialties, Sprouts’ wines and beers marry
the principles of local provenance and organic production
Con circa 80 specialità artigianali l’offerta di vini e di birre sposa il
principio della produzione locale o biologica.
trendy è quello dei prodotti gluten-free in crescita
costante e, in particolare, quello della vendita bulk.
Quest’ultima si realizza grazie a oltre 300 dispenser
che assicurano il 12% di un fatturato con margini di
profitto elevatissimi. L’offerta di vini e di birre (circa
un’ottantina di specialità artigianali) sposa il principio
della produzione locale o biologica. Da sottolineare,
infine, la presenza di oltre 7mila referenze di rimedi
naturali e vitamine, presentate in logica di massificazione
del cosiddetto wellness wall.
Il cliente alle riunioni
In sostanza, Sprouts persegue una missione basata su
tre punti: uno straordinario customer service, un price
for value imbattibile dai concorrenti, un punto di vendita
impeccabile a cui aggiungere una notevole flessibilità.
Ogni area gode, infatti, di una notevole autonomia nelle
proprie scelte di approvvigionamento così da poter valorizzare
le produzioni locali e perseguire, per quanto possibile,
la filosofia del “chilometro-zero”. Tutto questo
ricondotto a una logica di prezzi estremamente aggressivi,
grazie a costi di gestione molto contenuti!
Una caratteristica molto interessante di Sprouts è la
gestione del personale e la relazione con il cliente. “We
meet on the floor” dicono gli store manager. Ciò vuol
dire che le riunioni di lavoro si fanno nel punto di vendita
e capita spesso che vi
siano coinvolti anche i
clienti ai quali si presta la
massima attenzione.
Essendo Sprouts, nelle
comunità in cui s’insedia,
una sorta di negozio di
vicinato e, per la natura
della sua offerta, un
negozio ad elevata frequentazione,
vige la regola
del libero assaggio per
il cliente che può chiedere
di gustare, appunto,
ogni prodotto messo in
vendita.
In conclusione, Sprouts,
definendosi un “farmer
market” coniuga, contrariamente
a quanto vige in
Italia, un approccio
molto coerente alla filosofia
del fresco con
un’ipermodernità organizzativa
e logistica rigorosissima.
Meri ta, dun-
que, di essere an no -
verato anch’esso nella
galleria della retail excellence
internazionale.
Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
49
isr/Sprouts Farmers Market (Usa)
gdo/Sprouts Farmers Market (Usa)

isr/Dico (Italy)
gdo/Dico (Italia)
Cristiano Zingarlini
head fruit and
vegetable buyer for Dico
S.p.A.
responsabile acquisti
ortofrutta Dico S.p.A.
50 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
Cristiano Zingarlini
Dico, quality and safety
at the right price
Dico, qualità e sicurezza
a passeggio con la
convenienza
Federica Pagliarone
Italian foods with terroir pedigree and, in the near term, produce from private label
supply: business model of a discount chain
Prodotti italiani legati al territorio e, nell’immediato futuro, ortofrutta di filiera a
marchio: le strategie di un discount
The Dico (DIscount COop) chain entered the discount
market in northern Italy way back in 1994 as
a result of the joint venture involving Coop
Romagna-Marche, Coop Emilia-Veneto, Coop
Estense, Coop Nordemilia, Coop Liguria, Coop
Lombardia e Nova Coop. Initially called Sviluppo
Discount S.p.A, after a merger with Sviluppo
Discount, it then grew through the buy-out of
Conad’s TopDì discount chain and became Dico,
one of the country’s leading discount retailers. By
2007, Dico had expanded into all of Italy’s regions
and by 2008 had no fewer than 367 outlets, 244
owned outright and 123 in franchising. Growth is ha
habit for Dico Discount as by the end of 2011 it
boasted 437 outlets, 330 directly owned and 107
affiliates.
Food quality and safety are the backbone of the
items in Dico’s assortment, an approach that
ensures scrupulous monitoring of processing procedures
and of the items dispatched by suppliers.
Indeed, foods bearing the Dico label must comply
with specific oversight procedures for suppliers,
ingredients and processing methods in order ensure
they are suitable for sale. Then too suppliers must
comply with strict standards, including inspection
procedures to assure compliance and periodic laboratory
testing to make sure food quality is up to
company standards and remains so over time. Not
L’insegna Dico (Discount Coop) entra nel mercato
discount del nord Italia nel lontano 1994 quando, dall’unione
di Coop Romagna-Marche, Coop Emilia-
Veneto, Coop Estense, Coop Nordemilia, Coop Liguria,
Coop Lombardia e Nova Coop nasce Sviluppo Discount
S.p.A. Successivamente, dopo la fusione con Sviluppo
Discount e l’acquisizione di TopDì, catena discount di
Conad, Dico diventa una delle più importanti catene
discount nazionali. Nel 2007, Dico Discount è presente
in tutte le regioni italiane e nel 2008 conta ben 367 punti
vendita, di cui 244 di proprietà e 123 in franchising. Da
allora, la crescita di Dico Discount prosegue senza
sosta, tanto che nel 2011 raggiunge quota 437 filiali, di
cui 330 dirette e 107 in affiliazione.
Qualità e sicurezza sono gli elementi cardine nella scelta
dei prodotti che Dico mette in assortimento, garantendo
esami scrupolosi sui processi produttivi e sulla
merce consegnata dai fornitori. Per i prodotti a marchio
Dico, infatti, procedimenti specifici per la valutazione
preventiva di fornitori, materie prime e processi produttivi
ne assicurano l’idoneità. Vengono poi predisposti
severi capitolati di fornitura, procedure di rilevazione di
non conformità e programmi di analisi periodiche per
verificare che la qualità dell’assortimento resti costante.
Ma c’è di più: presso laboratori accreditati Sinal è in funzione
un sistema che assicura e monitora nel tempo la
qualità del prodotto Dico con ulteriori controlli chimici e
microbiologici. Da non dimenticare poi la convenienza:

to mention the fact that laboratories accredited by
Sinal are equipped with a system to control and
ensure the quality of Dico products through additional
chemical and microbiological testing. Last, but
not least, is pricing: accurate sorting by suppliers
and Dico’s own purchasing policy make sure that the
prices of all the company’s items are truly competitive
without sacrificing quality.
We talked about all this and more with Cristiano
Zingarlini, head of produce purchasing at Dico
S.p.A.
Can you tell us how Dico actually manages its
fresh produce supplies?
Dico undertook a thorough overhaul of its fruit and
vegetable business in 2011, a radical move that led to
the setting up of four new nation-wide supply hubs in
six weeks in addition to the main one in Tuscany.
When it comes to produce, we currently work from
five regional hubs located in Veneto, Piedmont,
Campania, Tuscany and the Marches. This is a strategic
set-up with a national reach that’s designed to
promote logistical synergies aimed at ensuring fresh
supplies for sale on a daily basis in our fruit and vegetable
departments.
Can you say something about logistics, an area
that’s a key factor in the fresh produce industry?
How are you organised here?
Our logistics operations are at the full-time service
of our outlets. The idea is to make sure sic deliveries
a week of fresh food reach our supermarkets. To
make a long story short, the produce we buy goes
from field harvest to our shelves in no more than 10-
16 hours. It’s our way of making sure our customers
reap the full advantage of the short supply-chain
concept in terms of real freshness and quality. The
effort that goes into this approach is the fruit of
proper planning and hands-on, efficient execution
from one step to the next that our company is
famous for.
What kind of volumes do you handle?
Our hub network handled a combined yearly produce
volume in 2011 that was just shy of nine million
crates, all the crates and boxes being recyclable
from CPR, a very concrete way of showing how
strongly we’re committed to environmental protection.
What do you think are the key strategic factors
that make up your market edge?
The basic strategy we follow in the business model of
our fruit and vegetable operations is built on principles
designed to meet consumer expectations to the
full. Our competitive edge comes from the fact that
grazie alla selezione dei fornitori e alle politiche di acquisto,
i prezzi Dico sono assai competitivi su tutti i prodotti,
senza per questo escludere la qualità.
Ne parliamo con Cristiano Zingarlini, responsabile
acquisti ortofrutta Dico spa.
Ci spiega in che modo Dico gestisce i processi del
settore del fresco?
L’ortofrutta Dico nel 2011 è stata protagonista di un
rinnovamento radicale che ha visto l’attivazione di
quattro piattaforme in sei settimane sul territorio nazionale,
in aggiunta alla capostipite in Toscana. Nello specifico,
per la distribuzione di ortofrutta, siamo organizzati
su cinque piattaforme distribuite in Veneto,
Piemonte, Campania, Toscana e Marche. Senza dubbio,
questa disposizione strategica delle piattaforme
sul territorio nazionale favorisce sinergie logistiche
garantendo quotidianamente la freschezza dei prodotti
serviti nei vari reparti.
Ci parli della logistica, uno dei pilastri dell’industria del
fresco. Com’è strutturata operativamente?
La nostra logistica opera incessantemente al servizio del
punto vendita, garantendo sei consegne la settimana di
prodotti freschi. In sintesi possiamo dire che, dalla raccolta
in produzione alla sistemazione sui banchi di vendita,
il prodotto non supera mai le 10-16 ore per cui il
cliente gode appieno del vero concetto di filiera corta
Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
51
isr/Dico (Italy)
gdo/Dico (Italia)

isr/Dico (Italy)
gdo/Dico (Italia)
we hoe a row that is
marked by two very simple
but fundamental factors.
These are food
quality in terms of taste
and flavour and price as
a sign of a coherent customer
policy, along with
the service that attaches
to, promotes in value
and upgrades the execution
of these two path
markers.
What are the items that
have proved most successful
for you?
Whatever the task at
hand, we pick the best
ones every day from the
most suitable production
districts by planning
delivery calendars with our growers and following
through up the supply chain to meet the targets
we’ve set. For example, since we’re so highly
focused on food safety, the supply contracts we
have with grower cooperatives or producer organisations
have a built in, concrete system of guarantees
that is backed up first by constant laboratory
testing and then by hands-on quality control procedures.
Given that we are a discount chain, our real
forte for households is the sale of basic foods in the
mid-market range that are advantageous to a customer
base that is looking for what is seasonal,
healthful and affordable.
What approach do you use to meet customer
demands?
We stock an assortment of some 130 items, 50 of
which are packaged for fast and convenient shopping.
We then plan aggressive promotionals and highfrequency
bargain spots, all based on produce of
national provenance.
Do you monitor emerging market trends?
Trends have a lot to do with professional intuition in
that if you simply follow them, they out run you and
you often find yourself out of synch with consumer
demands. That’s why we try to keep a watchful eye
and ear close to our territorial ground so we can
keep up with any new signals coming from our customers.
What are your key supply markets?
We are firm believers in what the growers in our country
have to offer and invest our time and resources in
52 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
espresso in freschezza e
qualità. Lo sforzo che si
compie si deve a un’organizzazione
preparata,
pronta e vigile sui processi
di razionalizzazione di
ogni operazione.
Quanti sono i vostri volumi
movimentati?
Nel 2011 le piattaforme
hanno sfiorato i nove
milioni di colli annui, tutti
serviti in casse e contenitori
riutilizzabili del circuito
Cpr: questo è un concreto
segnale del nostro
orientamento verso la
salvaguardia dell’ambiente.
Quali sono le leve strategiche
che ritiene fondamentali per la competitività
aziendale?
La nostra strategia nel settore ortofrutta è forte di principi
finalizzati alla piena soddisfazione del cliente. In particolare,
ci rende competitivi il fatto di privilegiare elementi
molto semplici ma fondamentali, come la qualità
dei prodotti in termini organolettici, il prezzo inteso come
elemento di coerenza offerto al cliente e il servizio che
coniuga, valorizza ed eleva a miglior prestazione i due
elementi precedenti.
Quali sono le varietà che vi danno maggiori soddisfazioni?
Ogni giorno scegliamo sempre e comunque le migliori
varietà nei territori più vocati pianificando i calendari con
i produttori e seguendo i programmi. Nello specifico,
essendo intransigenti in termini di sicurezza alimentare,
il rapporto di fornitura con cooperative e/o organizzazioni
di produttori innesca un concreto sistema di assicurazione,
completato da un programma costante di analisi
di laboratorio prima, e da un controllo qualità serratissimo
poi. Operando nel canale Discount siamo apprezzati
nelle vendite di prodotti basici di media prestazione a
vantaggio di una clientela attenta a conciliare la stagionalità,
il mangiar sano e la quadratura del bilancio familiare.
Che cosa fate per andare incontro alle esigenze del
consumatore?
Offriamo un assortimento di circa 130 referenze, di cui
50 confezionate per agevolare la rapidità d’acquisto. A
tutto ciò si somma un piano promozionale aggressivo e
spot di opportunità ad alta frequenza, il tutto attingendo
da produzioni nazionali.

keeping to a concrete policy of quality with enormous
emphasis on food safety.
What are your best selling items?
Our lead items are the fruit and vegetables from
domestic producers chosen by growing district and
put on sale as part of the assortments we think best
meet the demands of customers who are looking for
the right quality-to-price ratio.
Do you focus more on quality or on price?
Since prices in today’s market keep declining,
engaging in any kind of price war would make
sense only if the selective factors regarding quality
are there to back it up. In other words, it’s the
shopper who first of all has the power to decide
whether the price is right and who is willing neither
to sacrifice quality nor to lower expectations since
hard-earned money is about to be sent even if he
or she is dealing with what we might call “nextbest”
items. It goes without saying that whatever
one buys, it has to be the best item at the given
moment at the best price. The best produce buyer
is the shopper with the best professional eye.
That’s how you can tell what demands your facing
and how to meet them to fulfil the expectations of
your customers.
How does your company compare to the competition?
If we look at our profile in the domestic market, our
position is excellent since we’ve put our energy into
working closely with producers who are willing to let
themselves be guided by current and emerging consumer
demands. This gives us an edge every day in
prices that are well matched to the items we sell and
the attraction our stock assortment holds for shoppers.
What’s your view of the EU’s proposed directive
about the labelling of genetically modified foods?
I think it’s a must for consumers to have all the information
they need to make their choices. It’s really a
right and everyone should fall in line with it. Indeed,
it’s something that its goes hand in hand with increasing
consumer awareness that fruit and vegetables
contribute a lot towards our well-being and in protecting
our health.
What about your near-term plans and targets?
Well, right now our plans call for expanding the range
of fruit and vegetable items in our supply-chain
assortment. It’s part of our strong commitment to our
producers and consumers, with Dico underwriting the
guarantee for all parties concerned.
(English version by David Verzoni)
Siete attenti alle tendenze del mercato?
Le tendenze vanno intuite, il solo seguirle ti fa arrivare in
ritardo e spesso si rischia di essere fuori sincronia con le
esigenze del cliente, per cui cerchiamo di essere sempre
vigili sul territorio e di stare a stretto contatto con la
clientela per cogliere sul campo nuovi segnali.
Quali sono i vostri mercati di riferimento?
Siamo orientati al prodotto italiano, investendo energie e
risorse per dare continuità e concretezza a una linea di
qualità con un focus enorme in tema di sicurezza alimentare.
E i vostri prodotti di punta?
I nostri punti di forza sono i prodotti italiani selezionati
per territorio e proposti in assortimenti adatti a una clientela
che ne apprezza il conseguente rapporto qualitàprezzo.
Puntate di più sulla qualità o sul prezzo?
In tempi in cui l’elemento prezzo all’origine è in continua
flessione, la battaglia del prezzo ha senso solo se sorretta
da elementi selettivi riguardo alla qualità. Mi spiego
meglio: il cliente più di tutti ha la capacità di recepire la
bontà della proposta, non transige sulla qualità e non è
disposto a mediare sull’acquisto poiché, anche se si
tratta di prodotti “poveri”, li acquista con sacrifici. Va da
sé che ciò che acquista deve essere il miglior prodotto
nel miglior momento alla migliore condizione. Il miglior
buyer ortofrutta è rappresentato dal cliente che è il
miglior tecnico in assoluto. Da ciò si evince quante esigenze
si devono considerare per soddisfare in pieno le
attese del cliente.
Come si profila la vostra azienda rispetto alla concorrenza?
Sul panorama nazionale siamo posizionati in modo davvero
eccellente, avendo puntato su produttori che si
sono lasciati guidare per seguire le esigenze in evoluzione
del consumatore. Questo ci consente di essere ogni
giorno competitivi con i prezzi, accattivanti con le proposte
e attraenti nell’assortimento.
Cosa ne pensa del progetto di legge europeo sull’etichettatura
di prodotti geneticamente modificati?
Ritengo imprescindibile fornire quante più notizie e informazioni
necessarie al consumatore: un diritto cui nessuno
si può sottrarre, anche in funzione di una sempre
maggiore consapevolezza che frutta e verdura concorrono
a migliorare il benessere e a preservare la salute.
Progetti e obiettivi per il prossimo futuro?
Abbiamo in cantiere lo sviluppo di un’ampia gamma di
prodotti ortofrutticoli di filiera a marchio, a suggello di un
patto tra chi produce e il consumatore finale, il tutto
supportato da noi in veste di garanti.
Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
53
isr/Dico (Italy)
gdo/Dico (Italia)

French soybean sprouts
producers unite
Germogli di soia francesi
la filiera si è federata
Luigina Trento Polo Agroalimentare - Ubifrance Italia
The new producer association has made quality control one of its priorities. It is
guaranteed by the logo
L’associazione francese che raggruppa i produttori è l’organismo che, tra gli obiettivi,
si è posto il controllo della qualità. Il logo sugli imballaggi lo garantisce
The French have once again confirmed their willingness
to unite and pull together, even in a niche
sector like that of soybean sprouts. Since 8 July 2011,
following a crisis that that was a severe blow to the
sector, French soybean sprout producers have united
in the AFPGG: the Association française des Produ -
cteurs de Graines germées (French association of
soybean sprout producers).
The four principal producers, L’Atelier Vert,
Germ’Line, Vitalfa and Wostin, which between them
account for 70% of the soybean sprout market, have
joined the association.
The objectives of the association are to represent its
members in national, international and professional
institutions and defend their interests; to guarantee the
promotion of soybean sprouts, and set up an official
protocol to ensure quality; and to take any collective
Soybean sprouts consumption in Europe
Il consumo dei germogli di soia in Europa
107 107
54 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
67
40
80
Other
Altri
Icugini d’oltralpe hanno confermato ancora una volta il
loro orientamento a fare gruppo e sistema anche in un
settore di nicchia come quello dei germogli di soia.
Dall’8 luglio 2011, infatti, in seguito all’ondata di crisi che
ha toccato pesantemente il settore, i produttori francesi
di germogli si sono riuniti nell’Afpgg: Association française
des producteurs de graines germées (associazione
francese dei produttori di germogli di soia).
Dell’associazione fanno parte i quattro principali produttori,
che rappresentano il 70% del mercato dei germogli
in Francia: L’atélier Vert, Germ’Line, Vitalfa e Wostin.
Gli obiettivi dell’associazione sono la rappresentazione
dei propri membri nelle istituzioni nazionali, internazionali
e professionali e difendere i loro interessi; garantire la
promozione dei germogli di soia; istituire e garantire un
protocollo ufficiale di qualità; realizzare tutte le azioni collettive
conformi all’interesse generale e compatibili con
le norme europee.
Dal 24 ottobre scorso, inoltre, un logo viene apposto
sugli imballaggi per assicurare ai consumatori l’applicazione
del protocollo di qualità. Attraverso “il protocollo
ufficiale di qualità” i produttori s’impegnano a garantire il
controllo e l’ispezione della produzione.
Il controllo in quattro atti
Prima della sua germinazione, attraverso la certificazione
di ogni lotto di seme. Questo consente di individuare
in anticipo un potenziale germoglio contaminato su
100mila semi.
Al momento della germinazione, grazie al controllo sistematico
della qualità delle acque utilizzate per la germinazione.
In uscita dalle sale di germinazione, attraverso il controllo
sistematico delle acque di drenaggio.

Lentil sprouts.
Germogli di lenticchie.
action consistent with the general interests of their
members and compatible with European standards.
In addition, since 24 October last, a logo has been
affixed to packaging to provide consumers with a
guarantee of adherence to the quality protocol. In
signing up to “the official quality protocol” producers
undertake to ensure the monitoring and inspection of
production.
Four step quality control
Before germination through the certification of each batch
of seeds. This allows for advance detection of a
potentially contaminated shoot in batches of 100
thousand seeds.
On germination, thanks to systematic quality checks
on the water used for germination.
On exit from the germination phase through systematic
checks on drainage water.
On the finished product through sampling.
Inspection of production by an independent body
Production is inspected by an independent body,
namely by Merieux Silliker laboratories.
These are random inspections based on a procedure
that takes in to account good production practices
(HACCP) and respects “the official quality protocol”.
Origin and variety of seeds
In the case of mung bean sprouts (more commonly
known as soybean sprouts), the seeds utilized come
mainly from China and Burma; in the case of other
varieties they come from France or Italy. The seeds
which are specifically destined for soilless germination
differ from those used for open field cultivation.
The bean sprouts that are available on the market
belong to one of five major plant families.
Legumes: alfalfa, mung beans, lentils, peas, chickpeas.
Crunchy mix.
Miscela croccante.
Sui prodotti finiti, attraverso il controllo per campionatura.
L’ispezione della produzione condotta da un organismo
indipendente
L’ispezione è condotta da un organismo indipendente,
cioè dai laboratori Merieux Silliker.
Le ispezioni casuali si basano su una procedura che
tiene conto delle buone pratiche di fabbricazione
(Haccp) e del rispetto dei punti “del protocollo ufficiale di
qualità”.
Origine e varietà dei semi
I semi usati per la produzione di germogli provengono
principalmente dalla Cina e dalla Birmania per il fagiolino
mungo (comunemente noto come germoglio di soia),
e dalla Francia o dall’Italia per le altre varietà. I semi specificamente
destinati alla germinazione fuori suolo, sono
Leek sprouts.
Germogli di porro.,
Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
55

Soybean sprouts.
Germogli di soia.
Gramineae: oats, wheat, corn, millet, quinoa, buckwheat.
Composite: sunflower, lettuce.
Alliacee: garlic, fennel, onion, leek, parsley.
Brassicaceae: mustard, cress, broccoli, red cabbage,
Chinese cabbage, arugula.
Germination
In the case of soilless germination, the dormant state
is interrupted when the seed comes into contact with
water and a heat source. Within a few days (2 to 8
depending on variety) the so called “radicle” is produced,
the embryonic form of the plant.
It is at this embryonic stage that the seed contains the
food reserves that will be needed for the future growth
of the plant. At this stage it produces enzymes, transforms
proteins into amino acids and the vitamins and
the micronutrients initially present increase by 8 to 10
times: a wheat shoot contains about six times more
vitamin C and 3 times more vitamin A than the seed.
Green chicory sprouts
Germogli di radicchio verde.
56 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
diversi da quelli utilizzati per la coltura a pieno campo.
L’insieme dei germogli disponibili in commercio comprende
cinque grandi famiglie di specie vegetali.
Leguminose: alfalfa, fagiolino mungo (più comunemente
chiamato germoglio si soia), lenticchie, piselli, ceci.
Graminacee: avena, frumento, mais, miglio, quinoa,
grano saraceno.
Composite: girasole, lattuga.
Alliacee: aglio, finocchi, cipolla, porro, prezzemolo.
Brassicacee: senape, crescione, broccolo, cavolo ros -
so, cavolo cinese, rucola.
La germinazione
Coltivato fuori suolo, il seme interrompe il riposo vegetativo
poiché viene in contatto con l’acqua e una fonte
di calore. Nel giro di qualche giorno (da 2 a 8 a seconda
delle varietà) emette la cosiddetta “radichetta”, forma
embrionale della vita del vegetale.
È a questo stadio embrionale che il seme forma le riserve
in nutrimento che saranno necessarie alla pianta per
la sua crescita futura. In questa fase, produce degli enzimi,
trasforma le proteine in amminoacidi e moltiplica da
8 a 10 volte il tenore in vitamine e oligoelementi inizialmente
presenti: un germoglio di frumento contiene circa
sei volte in più di vitamina C e tre volte di vitamina A
rispetto a un seme di frumento.
Moltiplicatrice del tenore in vitamine (in particolare B e C)
e in minerali (magnesio, calcio, ferro e fosforo principalmente),
la germinazione aumenta simultaneamente la
loro biodisponibilità. Essi saranno, quindi, più prontamente
assorbiti dall’organismo. I germogli, inoltre,
essendo ricchi di enzimi, facilitano la digestione degli alimenti
cotti che ne sono poveri. Sono anche una fonte di
carotene, utile a combattere l’invecchiamento prematuro
delle cellule. Infine, e soprattutto, sono molto ricchi di
proteine di alta qualità, perché contengono tutti gli
amminoacidi essenziali.
Sunflower sprouts
Germogli di girasole.

By boosting the vitamin (especially B and C) and mineral
(magnesium, calcium, iron and phosphorus mainly)
content, germination simultaneously increases
their bioavailability. They can, therefore, be more
readily absorbed by the body. Moreover, as they are
rich in enzymes, sprouts aid the digestion of cooked
food otherwise poor in this regard. They are also a
source of carotene, which is useful in combating the
premature aging of cells. Finally, and importantly, they
are very rich in high-quality protein, because they
contain all the essential amino acids.
The French market
In France, after long having been rather limited, the
consumption of soybean sprouts has increased considerably
since 2000. Most notably, since 2002, they
figure on catering sector menus and now the restaurant
and hotel sector has followed suit. The large
supermarket chains have recently moved into this
market which now has a turnover of 40 million euros
(consumer sales in 2010).
In Italy, seven producers cover 80% of the market.
With approximately 200 employees, the sector generates
an annual turnover of around 15 million euros.
Though faced with competition from a wide range of
varieties, the mung bean leads the field. Indeed, soybean
sprouts account for 90% of 15 thousand tons of
bean sprouts marketed every year in France.
The European market
At European level, there are about hundred companies
in the sector, employing about two thousand people
between them, for a turnover of about 150 million euros.
In terms of consumer sales, the European market is
worth about 400 million euros. The Dutch and the British
are the biggest consumers of soybean sprouts.
(English version by Lawrence Smith)
Rosabi sprouts.
Germogli di rosabi.
The logo which provides
customers with a
guarantee of adherence
to the quality protocol.
Il logo che assicura ai
consumatori il rispetto
del protocollo di
qualità.
Il mercato francese
In Francia, il consumo
dei germogli di
soia dopo essere
rimasto per lungo
tempo contenuto, dal
2000 in poi è aumentato
in maniera considerevole. Dal 2002, in particolare, il
settore catering li ha inseriti nei loro menu. Poi è stata la
volta della ristorazione e del settore alberghiero. Di
recente, le grandi catene si sono orientate verso questo
mercato che fattura oggi 40 milioni di euro (vendite ai
consumatori 2010).
In questo Paese la produzione è garantita da sette industriali,
di cui cinque coprono l’80% del mercato. Con
circa 200 impiegati, la filiera genera un fatturato annuale
di circa 15 milioni di euro.
A fronte di una vasta gamma di varietà, il fagiolino
mungo si posiziona in cima alle vendite. In effetti, il 90%
delle 15mila tonnellate di germogli commercializzate
ogni anno in Francia è costituito da germogli di soia.
Il mercato europeo
A livello europeo il settore conta un centinaio di aziende
che impiegano circa duemila persone e realizzano un
fatturato che si aggira sui 150 milioni di euro.
In termini di vendite al consumatore, il mercato europeo
totalizza circa 400 milioni di euro. Gli olandesi e i britannici
sono i maggiori consumatori di germogli di soia.
Sango Radish sprouts.
Germogli di ravanello sango.
Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
57

Fresh-cut produce
quality from devices to labeling
Quarta gamma, la qualità
dagli strumenti all’etichetta
Giancarlo Colelli Università di Foggia
How to achieve the best results and have your customers perceive the freshness
of the product when opening the package. The various stages of product processing
Come ottenere i migliori risultati e far percepire al consumatore la freschezza all’apertura
della confezione. I vari stadi della lavorazione del prodotto
There might be a lot of variability in fresh-cut processing
lines according to the type of product and
to the complexity of the operations. From very simple
tools (knives, tables, and) that might be used in small
fresh-cut fruit operations, to fully automated lines for
fresh-cut salads. Regardless of their complexity, the
equipments used in fresh-cut processing strongly
affect the quality of the final product. Therefore they
have to be selected and designed according to the
type of product that has to be processed. Here are
some examples.
Cutting tools: the degree of direct and indirect me -
58 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
Nelle linee di lavorazione dei prodotti di IV gamma è
presente un certo margine di variabilità in relazione
al tipo di prodotto in oggetto e alla complessità delle
operazioni adottate: dagli strumenti più semplici (coltelli,
tavoli, vasche) che possono essere utilizzati nelle operazioni
più elementari di lavorazione della frutta, fino alle
linee totalmente automatizzate per la preparazione delle
insalate. Indipendentemente dalla loro complessità, le
attrezzature utilizzate influenzano in modo determinante
la qualità del prodotto finale. Tali dispositivi vanno pertanto
concepiti e selezionati in base al tipo di prodotto
da sottoporre a lavorazione. Di seguito alcuni esempi.

chanical damage associated to trimming, peeling,
shredding, slicing, and dicing operations depends
on the proper sharpness of the cutting tool; improper
management of this step can result in rapid
browning of the cut surface, translucency, loss of
turgor and texture, and juice leakage. Choosing
proper tools and adopting innovative materials (i.e.
ceramics) and technologies (water-jet cutters) can
dramatically decrease the negative effects of
mechanical damage.
Fresh-cut industry does not have a “killing step” to
destroy all microbial contamination, so washing efficiency
is of paramount importance in reducing microbial
load; choosing the right washer configuration for
a certain type of product will surely contribute to a
better safety and a longer shelf-life.
Bagged produce does not require excess moisture on
its surface, so after washing and rinsing, drying operation
is critical in order to keep quality and reduce
microbial growth; the evolution in drying equipment
technology – from various types of spin-dryers, very
efficient but potentially damaging, to the different
configuration of tunnels – ensures the best operating
conditions for a certain kind of product.
A number of “things” – generally originating from the
field – can be part of the raw material (mostly vegetal
parts, but also small insects, dirty particles, plastic
pieces, etc.) and should be removed during processing.
Prevention is critical and so is a proper design of
the processing line, but specific equipments (perforated
cylinders, adhering tapes, vision systems) can
make the difference in keeping the potential number
of complains practically close to zero.
Of course, this is only a few examples of how equipment
might affect the produce final quality and
potential shelf-life. Innovation plays a key role in
increasing plant automation and flexibility in the
application, with a constant attention to potential
impact on the product.
Il danno meccanico diretto e indiretto associato a operazioni
di taglio, sbucciatura, sminuzzatura, affettatura e
spezzettatura dipende dal filo della lama utilizzata. Un
uso scorretto in questa fase può determinare un rapido
inscurimento della superficie tagliata, translucenza, perdita
di turgore, consistenza e succo. Scegliere strumenti
appropriati, adottare materiali (es. ceramica) e tecnologie
(taglio ad acqua) innovativi può ridurre notevolmente
gli effetti negativi dei danni meccanici.
L’industria della IV gamma non dispone di una “fase di
abbattimento” per la distruzione dei microbi, dunque
l’efficacia del lavaggio è di primaria importanza per minimizzare
la contaminazione da microrganismi. La scelta
della configurazione di lavaggio più idonea al prodotto
contribuisce certamente a migliorarne la qualità e ad
aumentarne la shelf-life.
I prodotti insacchettati non richiedono eccessiva umidità;
pertanto, dopo il lavaggio e il risciacquo, l’operazione di
asciugatura è fondamentale per assicurare la qualità e
ridurre la crescita di colonie microbiche. L’evoluzione della
tecnologia legata alle apparecchiature per l’asciugatura –
da varie tipologie di centrifuga, molto efficienti ma potenzialmente
dannose, a soluzioni diverse quali i tunnel – gara -
ntisce che si operi al meglio in base al tipo di prodotto.
Nelle materie prime si possono annidare diversi elementi
che generalmente provengono dai campi (solitamente
si tratta di parti vegetali, ma può trattarsi anche di piccoli
insetti, particelle di sporco, pezzi di plastica, ecc.)
che devono essere rimossi durante la lavorazione. La
prevenzione è certamente fondamentale, così come lo è
un’adeguata concezione della linea di lavorazione, ma
dispositivi specifici (cilindri perforati, nastri adesivi,
videocontrolli) possono veramente fare la differenza.
Naturalmente quelli sopracitati sono solo alcuni esempi di
come i macchinari possono incidere sulla qualità finale del
prodotto e la sua shelf-life potenziale. L’innovazione gioca
un ruolo fondamentale nell’incremento dell’automazione
degli impianti e della flessibilità nell’applicazione, senza
dimenticare il possibile impatto sul prodotto.
Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
59

Shelf-life
There are also other factors that affect the shelf-life of
fresh-cut products. «First of all – maintains Jeff
Brecht, University of Gainesville, Florida – in order to
achieve an absolutely ready-to-eat experience for the
consumer when the package is opened, it is essential
to select the optimum maturity or ripeness stage for
processing. Secondly, using very sharp implements
and otherwise avoiding any unnecessary injury to the
product during processing helps maintain better
product quality. Optimum temperature management
(rapid cooling to and maintenance of 5°C or less) is a
nonnegotiable requirement for maintaining fresh-cut
product quality, but temperature control alone is not
enough and thus most fresh-cut products must be
handled in properly designed modified atmosphere
packaging to supplement good temperature management.
When all of these factors are properly
addressed, the result is a satisfying consumer experience
that ensures repeat sales».
The impact of packaging
Modified Atmosphere Packaging (MAP) is one of the
key technologies associated with the optimization
and shelf life extension of fresh-cut produce.
«Modified atmosphere packaging, when combined
with proper postharvest handling procedures and
60 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
La shelf-life
Vi sono, poi, diversi altri fattori che influiscono sulla shelflife
della IV gamma. «Innanzitutto – spiega Jeff Brecht,
dell’Università di Gainesville, Florida – affinché il consumatore
viva una vera esperienza di freschezza all’apertura
della confezione, occorre selezionare per la lavorazione i
prodotti quando sono nella fase ottimale di maturazione.
In secondo luogo, durante la lavorazione, è buona norma
evitare l’impiego di utensili molto appuntiti che potrebbero
procurare al prodotto danni non necessari. Una buona
gestione della temperatura (raffreddamento rapido e mantenimento
a 5°C o temperatura inferiore), pur essendo un
requisito non negoziabile per il mantenimento della qualità
della IV gamma, non è sufficiente: molti prodotti freschi
pronti per il consumo devono essere adeguatamente confezionati
in atmosfera modificata per consentire il mantenimento
della giusta temperatura. Se si tiene conto di tutti
questi fattori, il risultato è un’esperienza soddisfacente per
il consumatore che diventa garanzia di ulteriori vendite».
L’impatto del packaging
Il confezionamento in atmosfera modificata o protettiva
(Map) è una delle tecnologie chiave associate all’ottimizzazione
e all’estensione della shelf-life dei prodotti freschi
pronti per il consumo. «L’atmosfera protettiva, quando
combinata ad adeguate procedure di trattamento
postraccolta e gestione della temperatura – sostiene Jeff

temperature control management – explains Jeff
Brandenburg, Jsb Group Consultant, Llc Greenfield,
Usa – can have a positive impact on the quality and
shelf life of fresh-cut produce. It is important to understand
that MAP is only effective if there is consistent
temperature management throughout the entire life
cycle of the product, including processing, as well as
the entire distribution channel. Lack of temperature
control will result in physiological variations that compromise
the effectiveness of the packaging system».
Brandenburg also adds: «Properly designed MAP is
the combination of reduced O2 and increased CO2
within the package, with the optimal combination
being unique to each produce variety. By reducing O 2
concentrations below about 10% around many fresh
fruits and vegetables their respiration rate slows,
which in turn indirectly slows the rates at which they
ripen, age, and decay. In addition, reducing the O 2
concentration can, in some cases, reduce oxidative
browning reactions, which can be of particular concern
in fresh-cut products. By increasing the CO 2
level within the package, CO 2 dissolves in water and
Brandenburg, consulente Jsb Group, Llc Greenfield, Usa
– può avere un impatto positivo sulla qualità e la shelf-life
dei prodotti di IV gamma. È importante comprendere che
il confezionamento in atmosfera modificata è efficace soltanto
qualora il controllo della temperatura sia costante
durante l’intero ciclo di vita del prodotto, dunque anche
durante la lavorazione e su tutta la catena di distribuzione.
Se la temperatura non è sottoposta a continui controlli,
infatti, si verificano variazioni fisiologiche che compromettono
l’efficacia del sistema di confezionamento».
Brandenburg aggiunge che «un’atmosfera protettiva
adeguatamente formulata è la combinazione di ridotto
contenuto di O 2 e concentrazione superiore di CO 2 nella
confezione, una combinazione che varia da prodotto a
prodotto. Riducendo la concentrazione di O 2 al di sotto
del 10% circa, la frequenza respiratoria di molte varietà
di frutta e ortaggi rallenta, causando il conseguente rallentamento
di maturazione, invecchiamento e decomposizione.
Inoltre, la diminuzione dell’O 2 può, in certi
casi, ridurre l’inscurimento dovuto ai processi di ossidazione
che possono costituire un problema per i prodotti
freschi pronti per il consumo. Non solo aumentando il
Where to find information on fresh-cut produce
Dove trovare notizie sulla IV gamma
Information by Adel Kader of the University
of California, Davis (USA)
Cook, R. 2011. Trends in the marketing
fresh produce and fresh-cut products
(Ppt presentation): http://ucce.ucdavis.edu/files/datastore/234-2115.pdf
U.S. FDA. 2008. Guidance for Industry:
Guide to Minimize Microbial Food Safety
Hazards of Fresh-cut Fruits and Vegetables(http://www.fda.gov/Food/GuidanceComplianceRegulatoryInformation/Guidance-
Documents/ProduceandPlanProducts/uc
m064458.htm)
Fresh-cut and Food Service Equipment
& Supplies(http://postharvest.ucdavis.edu/yellowpages/?maincat=40)
Information about optimal processing
and handling procedures for fresh-cut
products:
University of California at Davis, Postharvest
Technology Center’s
“Fresh-cut Products: Maintaining Quality
& Safety” workshop materials (http://post -
harvest.ucdavis.edu/files/93535.pdf)
University of Foggia (Italy), Research Unit
on Postharvest Technology, 4 th European
Short-course on “Quality & Safety of Freshcut
Produce” Course Material
(http://www.agraria.unifg.it/en/Departments/PrIME/Course-Schedule/322/)
Barth et al.2004. Fresh-cut vegetables
chapter in USDA Handbook 66 (http:// -
www.ba.ars.usda.gov/hb66/147freshcutvegetables.pdf)
Beaulieu and Gorny.2004. Fresh-cut fruits
chapter in USDA Handbook 66 (http:// -
www.ba.ars.usda.gov/hb66/146freshcutfruits.pdf)
Informazioni di Adel Kader dell’Università di
California, Davis (Usa)
Cook, R. 2011. Trends in the marketing
fresh produce and fresh-cut products(presentazione
Ppt): http://ucce.ucdavis.edu/files/datastore/234-2115.pdf
U.S. FDA. 2008. Guidance for Industry: Guide
to Minimize Microbial Food Safety Hazards
of Fresh-cut Fruits and Vegetables
(http://www.fda.gov/Food/GuidanceComplianceRegulatoryInformation/GuidanceDocuments/ProduceandPlanProducts/ucm064
458.htm)
Fresh-cut and Food Service Equipment &
Supplies
(http://postharvest.ucdavis.edu/yellowpages/?maincat=40)
Information about optimal processing and
handling procedures for fresh-cut products:
University of California at Davis, Postharvest
Technology Center’s
“Fresh-cut Products: Maintaining Quality &
Safety” workshop materials (http://postharvest.ucdavis.edu/files/93535.pdf)
University of Foggia (Italy), Research Unit on
Postharvest Technology, 4th European Shortcourse
on “Quality & Safety of Fresh-cut Produce”
Course Material
(http://www.agraria.unifg.it/en/Departments/PrIME/Course-Schedule/322/)
Barth et al.2004. Fresh-cut vegetables chapter
in USDA Handbook 66 (http://www. -
ba.ars.usda.gov/hb66/147freshcutvegetables.pdf)
Beaulieu and Gorny.2004. Fresh-cut fruits
chapter in USDA Handbook 66 (http:// -
www.ba.ars.usda.gov/hb66/146freshcutfruits.pdf)
Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
61

produces carbonic acid, which will cause a drop in pH
and create an acidifying effect. This acidification, as
well as direct antimicrobial effects, can suppress the
growth of many spoilage microorganisms and for this
reason is essential in many extended shelf life packages».
Expiring date
On the importance of the expiring date as guarantee
of quality we asked David Gombas, Senior Vice
President - Food Safety and Technology United Fresh
Produce Association, Washington, DC.
«It may only take one bad experience for a consumer
to turn away from a product or brand. Expiration
dates are one tool to avoid such an experience.
Whether fresh-cut products intentionally have a
short shelf-life (e.g., less than five days) or require
the longest possible shelf-life (e.g., where products
require extra time to reach their retail destination),
expiration dates on the product package will assist
retail handlers to rotate old product off the shelf and
ensure consumers have only fresh product, with sufficient
shelf-life to accommodate likely storage time
and conditions in consumers’ homes and still provide
a high quality product at consumption.
Expiration dates will also assist consumers to avoid
product that retail handlers may have missed, or that
may have been in the consumer’s refrigerator longer
than intended and may no longer have acceptable
quality».
Under ideal conditions, any fresh-cut product
should achieve at least five days shelf-life. «Beyond
that, fresh-cut operations should undertake a realistic
study before setting an expiration date, considering
particularly the likely range of initial produce
quality and temperatures that the final product will
experience in transport, storage, display and in consumers’
hands. Overestimating shelf-life will result
in poor experiences by some consumers; underestimating
shelf-life can result in fewer sales than necessary».
Books
Bibliografia
Brody, A.L., H. Zhuang, and J.H. Han
(editors). 2011. Modified atmosphere
packaging for fresh-cut fruits and vegetables.
Wiley-Blackwell Publ., Ames,
Iowa, 302 p. (http://www.wiley.com/Wi -
leyCDA/WileyTitle/productCd-
0813812747.html)
Gorny, J. and J. Brandenburg. 2002.
62 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
Packaging Design for Fresh-Cut Pro -
duce. Electronic download. United Fresh
Produce Association. This publication
and others are available from UFPA
(http://www2.unitedfresh.org/forms/sto
re/ProductFormPublic/)
Lamikanra, O. (editor). 2002. Fresh-cut
fruits and vegetables: science, technology,
livello di CO 2 nella confezione, l’anidride carbonica si
dissolve nell’acqua producendo l’acido carbonico che
causa un abbassamento del ph e un effetto acidificante.
Tale acidificazione, insieme agli effetti antimicrobici
diretti, può reprimere la crescita di molti microrganismi
responsabili del deperimento ed è pertanto essenziale
se si vuole estendere la shelf-life».
La data di scadenza
Sull’utilità della data di scadenza quale garanzia di qualità,
abbiamo sentito David Gombas, vice presidente
Sicurezza alimentare e tecnologie della United Fresh
Produce Association di Washington DC.
«Le date di scadenza sono uno strumento per evitare ai
consumatori cattive esperienze e, quindi, per evitare che
si disamorino di un prodotto o di un marchio.
Indipendentemente dalla durata della shelf-life, la data di
scadenza sulla confezione aiuta i rivenditori a ruotare gli
articoli in modo che i clienti abbiano sempre prodotti freschi
con una durata sufficiente e tale da rispecchiare i
probabili tempi di conservazione e da adattarsi alle condizioni
presenti nelle case dei consumatori, affinché, al
momento dell’apertura della confezione, essi godano di
un prodotto di alta qualità. La data di scadenza è, infatti,
utile anche agli stessi consumatori per identificare
prodotti sfuggiti all’attenzione dei rivenditori o lasciati
erroneamente troppo a lungo nel frigorifero dopo l’acquisto
e pertanto non più accettabili da un punto di vista
qualitativo».
In condizioni ideali, spiega ancora Gombas, ogni prodotto
fresco pronto per il consumo dovrebbe avere una
shelf-life di almeno cinque giorni. «Oltre tale limite, prima
di fissare una data di scadenza, si dovrebbero effettuare
studi realistici che prendano in considerazione la possibile
qualità iniziale e la temperatura a cui sarà potenzialmente
sottoposto il prodotto finito durante trasporto,
conservazione ed esposizione, nonché dopo l’acquisto.
Una sopravvalutazione della shelf-life risulta, infatti, per
alcuni clienti una cattiva esperienza, mentre una sua
sottovaluzione potrebbe ostacolare le vendite».
(Traduzione dall’inglese di Ilaria Menna)
and market. CRC Press, Boca Ra ton, FL,
456 pp. (http://www.crc press.com/pro -
duct/isbn/9781587160301)
Martin-Belloso, O. and R. Soliva-Fortuny
(eds). 2011. Advances in fresh-cut fruits
and vegetables processing. CRC Press, Bo -
ca Raton, FL, USA. (http://www.crcpress. -
com/product/isbn/9781420071214)

28-31 march 2012/Istanbul
Private Label Istanbul 2012
28-31 marzo 2012/Istanbul
Private Label Istanbul 2012
The international 11th Private Label Istanbul 2012 for the marketing
of own-food brands will be held in the Turkish city from 28
to 31 March.
The CNR Expo Center will be the venue of the showcase event
for producers and suppliers of big retail chains selling food
and non food items. Exhibitors will be featuring the latest in
emerging trends and novelties regarding products and equipment.
At last year’s show the nearly 6,500 visitors from Turkey, the
United States, Europe, including the Balkans, the Middle East,
North Africa and central Asia saw more than 150 participating
businesses. (D.V.)
L’undicesima fiera internazionale dei prodotti di largo consumo,
“Private Label Istanbul 2012”, si svolgerà nella città turca dal 28 al
31 marzo prossimi.
La manifestazione, che avrà luogo presso il Cnr Expo exibition centre,
è dedicata ai prodotti a marchio ed è rivolta a produttori e fornitori
delle catene di vendita al dettaglio del settore alimentare e non.
Gli espositori andranno all’appuntamento presentando le ultime tendenze
e le novità in fatto di prodotti e attrezzature.
L’anno scorso più di 150 aziende hanno partecipato alla fiera, mentre
circa 6.500 sono stati i visitatori provenienti, oltre che dalla
Turchia, da Stati Uniti, Europa, Medio Oriente, Nord Africa, Asia centrale
e Balcani.
Events
Appuntamenti

commercial news
le aziende informano
Chiquita, 20 years with Rainforest Alliance
Chiquita, 20 anni con Rainforest Alliance
Chiquita celebrated 20 years of cooperation
with Rainforest Alliance, during the
recent Fruit Logistica, and it opened the
celebrations with a meeting-debate on the
importance of partnership and cooperation
in change process, to which took part:
Brian Kocher and Manuel Rodriguez,
respectively the president Europe&Middle
East and the corporate responsibility officer
at Chiquita; Tensie Whelan, president
Rainforest Alliance; Ludger Breloch, head
strategic purchasing-sustainable procurement
Rewe and Thomas Schmid, lead category
manager, Migros.
The collaboration between Chiquita and
Rainforest Alliance is one of the most
long-lived examples as regards coopera-
tion between a firm and a NGO. A fruitful
relationship that has allowed Chiquita to
carry out partnerships with first-rate institutional
and business interlocutors.
On www.chiquita.it/it/it/our-commitment.html,
there are all Chiquita’s Csr initiatives
and some of the sustainability
activities told in short films.
(English version by Ilaria Nanni)
Chiquita ha festeggia al recente Fruit
Logistica i 20 anni di collaborazione con
Rainforest Alliance e ha inaugurato le celebrazioni
con un incontro-dibattito sulla rilevanza
delle partnership e della collaborazione
nei processi di cambiamento, al quale
hanno partecipato Brian Kocher e Manuel
Rodriguez, rispettivamente president
Kanzi made its debut in Carrefour’s GS
Kanzi ha debuttato nei GS Carrefour
It was a long Immaculate Conception holiday,
full of temptations lived in 13 GS
Carrefour hypermarkets, in which Kanzi®
was the centre of some winning tasting,
the 9 th and 10 th December last. The customers
of the points of sale of the French
retailer partner of the hypermarkets
Rivalta, Massalengo and Ortofin from
Ravenna, in Piedmont, Lombardy, Veneto,
Tuscany and Friuli Venezia Giulia regions,
had the chance to discover the appealing
taste of that apple cropped in Italy by the
producers of Alto Adige Consortia, Vog and
Vip, thanks to some in-store activities.
During those two promotional days, hostesses
dressed in black offered to consumers
engaged in pre-Christmas shopping,
a delightful break made of Kanzi®,
as well as some gadgets, such as the very
sought-after books of recipes and the
practical apple cutters. Furthermore, all
the participants received a small paper
invitation to join the Facebook community
that tells the tempting world of Kanzi®,
to pursue on-line the experience started
in the real world.
It’s the first time that the most seductive
fruit of nature comes to the fruit and veg-
64 Fresh Point Magazine n.3 – march/marzo 2012
etables divisions of GS Carrefour points of
sale. A new product, eagerly welcomed
by customers of this chain, who in large
number agreed to the appealing Kanzi®
tasting. Considering the great success of
the debut, this apple may come back and
delight the consumers’ taste of the
French retailer very soon.
(English version by Ilaria Nanni)
È stato un Ponte dell’Immacolata ricco di
seduzione quello vissuto in 13 ipermercati
GS Carrefour, dove il 9 e 10 dicembre scorsi
Kanzi® è stata al centro di alcune accattivanti
degustazioni. I clienti dei punti vendita
del retailer francese associati agli iper di
Rivalta, Massalengo e Ortofin di Ravenna in
Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana e
Friuli Venezia Giulia hanno potuto scoprire,
grazie ad alcune attività in-store, il gusto
seducente della mela raccolta in Italia dai
produttori dei Consorzi altoatesini Vog e Vip.
Nel corso della due giorni promozionale,
hostess vestite di nero hanno offerto ai con-
For the first time, Kanzi® was
offered to customers at the
French retailer chain.
È la prima volta che Kanzi
viene offerto ai clienti del
retailer francese.
Europe&Middle East e corporate responsibility
officer di Chiquita, Tensie Whelan, president
Rainforst Alliance, Ludger Breloh, head
strategic purchasing-sustainable procurement
Rewe e Thomas Schmid, lead category
manager, Migros.
La collaborazione fra Chiquita e Rainforest
Alliance costituisce uno degli esempi più longevi
in materia di rapporti di cooperazione fra
una azienda e una Ong. Una relazione proficua
che ha consentito a Chiquita di sviluppare
rapporti di partnership con interlocutori
istituzionali e commerciali di primo piano.
Su www.chiquita.it/it/it/our-commitment.html
tutte le iniziative Csr di Chiquita e alcune
delle attività di sostenibilità raccontate in
brevi filmati.
Kanzi® the
protagonist
of some in-store
promotions in 13
points of sale in the
North and Central Italy.
Kanzi è stata protagonista di una serie di instore
promotion in 13 punti vendita nel Nord
e Centro Italia.
sumatori impegnati nelle spese prenatalizie
una gustosa pausa a base di Kanzi®, oltre
ad alcuni gadget come i ricercatissimi ricettari
e i pratici tagliamele. Tutti i partecipanti,
inoltre, hanno ricevuto un piccolo invito cartaceo
a unirsi alla community che su
Facebook racconta il seducente mondo di
Kanzi®, per proseguire online l’esperienza
cominciata nel mondo reale.
È la prima volta che il frutto più seducente in
natura arriva nei reparti ortofrutta dei punti
vendita GS Carrefour. Una novità di prodotto
accolta con entusiasmo dai clienti della
catena, che hanno aderito numerosi agli
intriganti assaggi di Kanzi®. E, visto il successo
del debutto, molto presto questa
mela potrebbe ritornare a deliziare i palati
dei consumatori del retailer
d’Oltralpe.