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Approccio Computazionale alla Nanomineralogia

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CAPITOLO 1. PREMESSE FISICO-MATEMATICHE 11<br />

dove q è un insieme di variabili canoniche atte a descrivere la traiettoria. Il principio di minima<br />

azione assume la forma δI = 0, ove con δI si intenda la variazione dell’integrale di azione a<br />

seguito di una variazione arbitraria della traiettoria tra gli estremi temporali t 1 e t 2 . È possibile<br />

formulare l’evoluzione di un sistema quantistico in modo analogo, costruendo opportunamente<br />

una Lagrangiana quantistica che, assunta la validità del principio di minima azione anche per<br />

un sistema quantistico, consenta di ottenere le corrette traiettorie spazio-temporali. D<strong>alla</strong><br />

corrispondenza tra le Lagrangiane classica e quantistica discendono poi le regole di traduzione<br />

delle osservabili classiche negli operatori quantistici.<br />

La trattazione dettagliata del principio di corrispondenza è molto complessa e va al di là<br />

degli scopi di queste note; seguiamo perciò una trattazione molto semplificata e parziale del<br />

principio, a partire d<strong>alla</strong> relazione di de Broglie, che supporremo nota e assunta a priori, tra<br />

impulso (p) di una particella e lunghezza d’onda (λ) dell’onda associata:<br />

dove h è la costante di Planck.<br />

λ = h/p (1.44)<br />

L’espressione generale di un’onda piana di vettore d’onda ⃗ k è ψ = e ı⃗k·⃗r . Riferendoci al<br />

caso semplice monodimensionale di un’onda che si propaga lungo x: ψ = e ıkx . Ricordando la<br />

relazione di Eulero e ıa = cos a + ı sin b, ψ = cos(kx) + ı sin(kx). A partire da una delle due<br />

componenti (reale o immaginaria) dell’onda ψ si evince facilmente che la lunghezza d’onda<br />

è data d<strong>alla</strong> relazione kλ = 2π, da cui: k = 2π/λ. Introducendo la (1.44), otteniamo:<br />

k = 2πp/h = p/¯h, dove ¯h = h/2π. In definitiva: ψ = e ıpx/¯h .<br />

Consideriamo ora la derivata rispetto a x dell’onda ψ:<br />

dψ<br />

dx = d<br />

eıpx/¯h = ıp¯h eıpx/¯h (1.45)<br />

dx<br />

Possiamo allora definire l’operatore −ı¯h d/dx che, agendo su ψ, fornisce<br />

−ı¯h d ψ = pψ (1.46)<br />

dx<br />

L’equazione (1.46) è un’equazione agli autovalori in cui un dato operatore (−ı¯h d/dx) agisce<br />

su una funzione (ψ) per dare la stessa funzione moltiplicata per una costante (p). Possiamo<br />

allora assumere che l’espressione quantistica dell’operatore impulso ˆp, nella rappresentazione di<br />

Schrödinger, sia proprio −ı¯h d/dx e ψ = e ıpx/¯h sia l’autovettore dell’operatore corrispondente<br />

all’autovalore p.<br />

In tre dimensioni l’operatore ˆp diviene un operatore vettoriale con tre componenti<br />

(ˆp x , ˆp y , ˆp z ), per cui<br />

(<br />

)<br />

ˆp = −ı¯h ∂/∂x⃗i + ∂/∂y⃗j + ∂/∂z ⃗ k ≡ −ı¯h∇ (1.47)<br />

dove (⃗i,⃗j, ⃗ k) sono tre vettori ortonormali e ∇ è l’operatore vettoriale gradiente. Si noti che ˆp 2 =<br />

ˆp·ˆp = −¯h 2 (∂ 2 /∂ 2 x+∂ 2 /∂ 2 y+∂ 2 /∂ 2 z) ≡ −¯h 2 ∇ 2 (dove ∇ 2 è l’operatore Laplaciano); l’operatore<br />

corrispondente all’energia cinetica ( ˆT ) di una particella di massa m, che classicamente è definita<br />

come p 2 /2m, è dunque −¯h 2 /2m∇ 2 .

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