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Approccio Computazionale alla Nanomineralogia

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CAPITOLO 4. APPLICAZIONE ALLE STRUTTURE CRISTALLINE 49<br />

e, perciò, l’operatore ˆR l trasla di R j + R i . Combinando la (4.27) con la seconda delle (4.26),<br />

si ottiene:<br />

ˆR i ˆRj ψ(r) = ˆR i χ(R j )ψ(r) = χ(R j )χ(R i )ψ(r) = ˆR l ψ(r) = χ(R i + R j )ψ(r) (4.28)<br />

da cui si ottiene l’importante relazione tra i caratteri degli operatori traslazione:<br />

χ(R j )χ(R i ) = χ(R i + R j ) (4.29)<br />

Data una base reticolare B = {a i } i=1,3 , ciascuna traslazione reticolare R j sarà esprimibile come<br />

combinazione lineare (a coefficienti interi, n i ) dei vettori di B:<br />

R j = ∑ i<br />

n i a i (4.30)<br />

da cui, d<strong>alla</strong> (4.29), segue che:<br />

χ(R j ) = χ(a 1 ) n 1<br />

χ(a 2 ) n 2<br />

χ(a 3 ) n 3<br />

(4.31)<br />

Scrivendo in notazione esponenziale ciascun χ(a i ), per cui χ(a i ) = e 2πık i<br />

, abbiamo:<br />

χ(R j ) = e 2πı(n 1k 1 +n 2 k 2 +n 3 k 3 ) = e 2πık·R j<br />

(4.32)<br />

dove k = ∑ l k la ∗ l , con i nuovi vettori a∗ definiti dalle relazioni a ∗ l · a i = δ li . Riconosciuti nei<br />

k i vettori appartenenti allo spazio reciproco, possiamo dire che esiste una rappresentazione<br />

irriducibile del gruppo di simmetria delle traslazioni per ogni vettore k dello spazio reciproco.<br />

Si noti che due vettori k e k ′ che differiscano per un vettore K del reticolo reciproco identificano<br />

la stessa rappresentazione; si ha infatti: K = ∑ i m ia ∗ i (con m i interi), K·R j = ∑ m i n i (quindi<br />

il prodotto K · R j è un numero intero) e<br />

χ k′ (R j ) = e 2πık′·R j<br />

= e 2πık·R j<br />

e 2πıK·R j<br />

= χ k (R j ) (4.33)<br />

per cui, per ogni ˆR j ∈ T , i caratteri delle due rappresentazioni k e k ′ sono uguali e identificano<br />

la stessa rappresentazione. Ci si può allora limitare a considerare le sole rappresentazioni (non<br />

equivalenti) etichettate da vettori k appartenenti <strong>alla</strong> prima zona di Brillouin.<br />

Le autofunzioni degli operatori di traslazione (che, ricordiamo, sono anche autofunzioni<br />

dell’Hamiltoniano) saranno esse stesse etichettabili con i vettori k dello spazio reciproco;<br />

richiamando la seconda delle (4.26), abbiamo<br />

ˆR j ψ k (r) = e 2πık·R j<br />

ψ k (r) (4.34)<br />

L’equazione (4.34) è il teorema di Bloch e la funzione ψ k viene detta funzione di Bloch.<br />

È d’uso introdurre le condizioni cicliche al contorno di Born-Von Karman che conferiscono al<br />

cristallo infinito la topologia di un 3-toro. In pratica, scelti tre interi N j (j = 1, 2, 3), si pone<br />

ψ k (r + N j a j ) = ψ k (r) (4.35)

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