pag. 216-318 - Siapec
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COMUNICAZIONI E POSTER<br />
dittivo positivo per la biopsia chirurgica (PPV), corrispondente<br />
ad un basso rapporto biopsia benigna/biopsia maligna,<br />
rappresenta uno dei parametri qualitativi più importanti di un<br />
centro di screening. Una biopsia negativa per neoplasia, pur<br />
sottendendo da un punto di vista epidemiologico un falso positivo<br />
di screening, può rappresentare dal punto di vista strettamente<br />
patologico una lesione proliferativa ad incerto rischio<br />
evolutivo verso la malignità e pertanto meritevole di<br />
asportazione.<br />
Metodi<br />
L’organizzazione del CPSMV prevede la presenza di una sede<br />
e staff medico-tecnico-amministrativo dedicato allo screening;<br />
il personale medico composto da radiologi ed anatomopatologi<br />
esegue in tempo reale gli approfondimenti diagnostici<br />
di secondo livello (ecografia, citologia, microistologia)<br />
e dà l’indicazione alla biopsia chirurgica. Abbiamo analizzato<br />
le biopsie chirurgiche negative per neoplasia eseguite in<br />
conseguenza ad un sospetto cito-radiologico formulato presso<br />
il centro programma di screening mammografico di Marzana,<br />
Verona (CPSMV), e classificare il tipo di lesione proliferativa<br />
rilevata.<br />
Risultati<br />
Nei primi 5 anni di attività (1999-2004) presso il CPSMV sono<br />
state esaminate 55.000 donne di età compresa tra i 50-69 anni.<br />
I casi inviati a chirurgia sono stati 511; 424 casi (83%) malignità,<br />
87 casi (17%) non-malignità. Il rapporto benignità/malignità<br />
è 0,2. Le biopsie “non-malignità” hanno rilevato all’esame<br />
istologico nell’86% (75 casi) lesioni a rischio e nel 24%<br />
(12 casi) lesioni benigne. Le lesioni a rischio alto, i.e. iperplasia<br />
atipica, sono 31% (23 casi); le lesioni a rischio incerto 69%<br />
(52 casi) (10 radial scars, 19 proliferazioni papillari, 1 mucocele-like<br />
lesion, 21 adenosi complex, 1 tumore fillode).<br />
Conclusioni<br />
Le lesioni ad incerto potenziale di malignità contribuiscono a<br />
formare quel 10% circa di lesioni mammarie che necessitano<br />
di asportazione chirurgica per una corretta classificazione 1 .<br />
In esse sono presenti processi proliferativi con accertato rischio<br />
per lo sviluppo di neoplasia e il loro riconoscimento all’interno<br />
di uno screening dovrebbe ricadere tra i parametri di<br />
qualità.<br />
(Supported by Fondazione Cassa Risparmio VR-VI-BL-AN.<br />
Bando 2004. Progetto Cr. Mammella).<br />
Bibliografia<br />
1<br />
Linee guida europee per la qualità in anatomia patologica nello screening<br />
mammografico, 2004.<br />
Carcinoma infiammatorio della mammella<br />
maschile. Descrizione di un caso<br />
E. Manfrin, A. Remo, G.P. Pollini * , F. Pellini * , D. Reghellin,<br />
D. Dalfior, A. Eccher, F. Bonetti, F. Menestrina<br />
Istituto di Anatomia Patologica, Università di Verona; * Dipartimento<br />
di Scienze Chirurgiche, Università di Verona<br />
Introduzione<br />
Il carcinoma infiammatorio è una forma molto aggressiva di<br />
carcinoma mammario che rappresenta tra l’1% e il 6% di tutti<br />
i casi di cancro mammario 1 . Tale lesione tra la popolazione<br />
maschile è rarissima rappresentando circa lo 0,5% dei cancri<br />
mammari maschili. A differenza della forma femminile<br />
che si manifesta in donne più giovani rispetto all’età media<br />
del carcinoma mammario, nella forma maschile si manifesta<br />
in pazienti sensibilmente più anziani 2 .<br />
Metodi<br />
Il paziente è un uomo di 86 anni che da circa un anno riferiva<br />
un dolore ciclico al capezzolo di destra. Nel 2004, viene sottoposto<br />
ad esame polifasico dove la clinica e la mammografia<br />
non riportano alterazioni significative. Nel 2005 in seguito a<br />
un nuovo episodio di dolore viene sottoposto ad esame clinostrumetale<br />
che mostra un’area eritematosa e una spiccata dolorabilità<br />
alla digitopressione del capezzolo ed ecograficamente<br />
una area edematosa con un aspetto spiculato del parenchima<br />
stromale retroareolare ed aumento di volume di alcuni linfonodi<br />
in cavo ascellare. L’esame citologico non viene eseguito<br />
a causa della dolorabilità della mammella. Si esegue una risonanza<br />
magnetica che evidenzia una lesione di 9 mm con fase<br />
contrastografica sospetta per carcinoma. Si decide per una biopsia<br />
chirurgica con esame estemporaneo della lesione che conferma<br />
la presenza di un carcinoma infiltrante. La mastectomia<br />
successiva riporta un carcinoma duttale infiltrante del diametro<br />
di cm 0,8 moderatamente differenziato con una spiccata angioinvasività<br />
anche dei linfatici subdermici (carcinomatosi<br />
dermica linfatica) e metastasi in cinque dei sette linfonodi<br />
ascellari. All’esame imunoistochimico la neoplasia mostra un<br />
basso indice replicativi con espressione dei recettori ormonali<br />
e iperespressione dell’HER2-neu (Hercep Test). Il paziente<br />
viene sottoposto a radio-chemioterapia.<br />
Risultati<br />
Il caso che riportiamo è uno dei pochi casi descritti in letteratura<br />
di carcinoma infiammatorio della mammella maschile<br />
e conferma l’età tardiva di insorgenza di tale malattia. Questa<br />
esperienza evidenzia l’importanza della risonanza magnetica<br />
come esame diagnostico in tale forma neoplastica e ne<br />
consiglia l’utilizzo. La negatività mammografica ed ecografica,<br />
in questa forma di carcinoma mammario possono determinare<br />
un ritardo diagnostico, che in questo caso è stato di<br />
molti mesi.<br />
Bibliografia<br />
1<br />
Chang S, Parker S, Pham T, Budzar A, Hursting SD. SEER 1975-1992<br />
Inflammatory breast carcinoma. Incidence and Survival. Cancer<br />
1998;82:2366-72.<br />
2<br />
Stalsberg H, Thomas DB. Age of distribution of histologic types of<br />
breast carcinoma. Int J Cancer 1993;54:1-7.<br />
Caratteristiche patologiche del cancro della<br />
mammella in Sudan: paragone con una<br />
ampia casistica italiana<br />
A. Marchetti * ** , D. Campani *** , M. Barbareschi **** , F.<br />
Buttitta * ** , L. Brancone * , A. Mohamadani ***** , K. Dafaallah<br />
Awadelkarim ***** , G. Aceto ** , S. Veschi ** , A. Cama ** ,<br />
P. Battista ** , E. Elgaili ***** , A. Balal ***** , F. Cuccurullo ** ,<br />
M. Di Gioacchino ** , N. Eldin Elwali ***** , R. Mariani-Costantini<br />
**<br />
*<br />
Dipartimento di Oncologia e Neuroscienze, Università di<br />
Chieti; ** Aging Research Center (CeSI), “G. d’Annunzio”<br />
University Foundation, Chieti; *** Dipartimento di Oncologia<br />
dei Trapianti e delle Nuove Tecnologie in Medicina; ****<br />
Unità di Anatomia Patologica, Ospedale di Trento, Italy; *****<br />
Università di Gezira, Wad Medani, Sudan<br />
Ben poco è noto delle caratteristiche clinico-patologiche del<br />
cancro della mammella nell’Africa sub-Sahariana. Da studi<br />
epidemiologici condotti su serie di tumori raccolti in ospedali<br />
sudanesi emerge che il carcinoma mammario rappresenta<br />
la forme neoplastica più frequente.