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pag. 216-318 - Siapec

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242<br />

COMUNICAZIONI E POSTER<br />

stensione della malattia (pancolite) con un DAI che subisce<br />

un parallelo incremento nel tempo (11 casi) (p = 0,048).<br />

Conclusioni<br />

I risultati confermano l’ipotesi che il mantenimento dell’omeostasi<br />

cellulare nei confronti delle noxae patogene della<br />

malattia è l’elemento più importante che condiziona non solo<br />

l’evoluzione verso le complicanze quanto la progressione<br />

della malattia.<br />

Bibliografia<br />

1<br />

Chigara Hagiwara, et al. J Gastroenterol Hepatol 2002;17:758-64.<br />

2<br />

Campieri M. Aliment Pharmacol Ther 2003;17:1471-80.<br />

Descrizione di un caso di tumore pleomorfo<br />

della testa del pancreas: limiti della<br />

diagnostica estemporanea in corso di CPRE<br />

V. Arena, P. Federico, G. Petrone, E. Stigliano, F. De<br />

Giorgio * , A. Capelli<br />

Istituto di Anatomia Patologica; * Istituto di Medicina Legale,<br />

Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma<br />

Introduzione<br />

La diagnosi intraoperatoria delle lesioni pancreatiche non è<br />

agevole nei casi di adenocarcinomi ben differenziati e nei casi<br />

di pancreatite cronica con notevole distorsione architetturale.<br />

Solitamente la ricerca di invasione perineurale e l’attento<br />

esame dei caratteri citologici delle formazioni ghiandolari<br />

può essere d’aiuto. Nel caso di neoplasie a pattern non adenocarcinomatoso,<br />

le caratteristiche istomorfologiche sono di<br />

solito di aiuto nel formulare una diagnosi corretta.<br />

Materiali metodi e risultati<br />

Descriviamo un caso di un tumore pleomorfo della testa del<br />

pancreas la cui diagnosi è stata possibile solo dopo autopsia<br />

in quanto l’esame estemporaneo in corso di CPRE ha documentato<br />

solo frammenti di tessuto fibroso costituiti da elementi<br />

fusati non atipici a pattern storiforme, con una buona<br />

quota di infiltrato flogistico inglobante porzioni di tessuto<br />

pancreatico atrofico. Il paziente giungeva all’exitus senza<br />

una diagnosi di natura ed in sede di riscontro diagnostico si<br />

confermava a livello della testa del pancreas, una neoformazione<br />

di 11 x 9 x 7 cm intimamente adesa alla C duodenale.<br />

Macroscopicamente la neoplasia appariva costituita da aree<br />

di colorito bianco giallastro con aree di necrosi ed istologicamente<br />

trattavasi di un tumore pleomorfo costituito da una duplice<br />

popolazione cellulare: la prima fusata, atipica, organizzata<br />

in pattern storiforme. La seconda formata da larghi elementi<br />

multinucleati.<br />

Conclusioni<br />

La diagnosi etiologica delle ostruzioni biliari in caso di lesioni<br />

pancreatiche sospette per neoplasia, è richiesta nei casi<br />

di non resecabilità o quando si renda necessaria una radiochemioterapia<br />

palliativa. L’approccio diagnostico percutaneo<br />

mediante US o TAC mostra dei limiti operativi e solitamente<br />

viene evitato per il rischio di disseminazione intraaddominale.<br />

La CPRE è considerata una metodica più sensibile, e lo<br />

dovrebbe essere ancor di più nel caso di tumori pancreatici<br />

non convenzionali. Il caso da noi descritto mostra però che vi<br />

sono ancora limiti nella metodica, in relazione al fatto che<br />

spesso tali neoplasie sono circondate e frammiste a tessuto<br />

infiammatorio e fibrotico. Pertanto una negatività del reperto<br />

cito-istologico ottenuto mediante CPRE non può essere presa<br />

come elemento diagnostico di certezza se contrasta col sospetto<br />

clinico o radiologico. Si deve pertanto pensare o ad altre<br />

procedure invasive o ad una ripetizione dell’esame con un<br />

più esteso campionamento.<br />

Espressione di EGFR negli adenocarcinomi del<br />

colon: analisi immunoistochimica (IHC)<br />

comparativa tra metodica DAkOCytomation<br />

(EGFRpharmDx ® ) e ventana (CONFIRMAnti-<br />

EGFR) e assetto molecolare in FISH<br />

L. Baron, M. Postiglione, P. Beltotti, N. De Stefano, F.<br />

Quarto<br />

U.O. di Anatomia ed Istologia Patologica e Citopatologia<br />

P.O. “S. Leonardo”, Castellammare di Stabia (NA), Italy<br />

Introduzione<br />

Il significato clinico della sovraespressione di EGFR è legato<br />

più che al suo ruolo prognostico a quello predittivo della<br />

suscettibilità all’immunoterapia con cetuximab.<br />

Metodi<br />

Abbiamo comparato l’espressione di EGFR in 118 adenocarcinomi<br />

del colon avvalendoci di due diversi test IHC (EG-<br />

FRpharmDx ® DAkOCytomation e CONFIRMAntiEGFR<br />

Ventana). Per entrambe le metodiche l’immunoreattività, valutata<br />

come positività di membrana con o senza diffusione citoplasmatica<br />

è stata gradata con metodica semiquantitativa<br />

come % di cellule positive con un cut-off di positività<br />

dell’1% come indicato dallo score consigliato. Tutti i campioni<br />

sono stati inoltre sottoposti a metodica molecolare, FI-<br />

SH, (LSI-EGFR/CEP7, Vysis ® ) per evidenziare l’eventuale<br />

amplificazione/delezione genica del recettore. Abbiamo poi<br />

correlato la sovraespressione di EGFR ai parametri istomorfologici<br />

classici. L’analisi statistica è stata effettuata utilizzando<br />

il test del χ 2 .<br />

Risultati<br />

Con il test EGFRpharmDx ® -DAkOCytomation su 118 casi<br />

da noi analizzati il 12% ha mostrato solo una debole e focale<br />

positività ed è stato pertanto considerato negativo. L’88%<br />

dei casi positivi si distribuisce in modo eterogeneo in 3 diversi<br />

classi di positività: il 65,3% (68) ha mostrato solo diffusione<br />

citoplasmatica, il 24% (25) una diffusione citoplasmatica<br />

accom<strong>pag</strong>nata da una positività di membrana e solo<br />

il 10,7% (11) esclusivamente positività di membrana.<br />

Nella metodica IHC CONFIRMAntiEGFR-Ventana la %<br />

dei casi negativi sale dal 12% al 19% a danno della classe di<br />

immunoreattività del tipo diffusione citoplasmatica mentre<br />

rimangono sostanzialmente immodificate le altre 2 classi di<br />

positività.<br />

L’analisi molecolare in FISH dei campioni positivi ha evidenziato<br />

solo un 2,5% di amplificazioni geniche; pertanto, a<br />

differenza di quella di HER2, la sovraespressione di EGFR<br />

non è altrettanto evidente e non sembra guidata tanto dall’amplificazione<br />

genica ma piuttosto da molteplici pathway<br />

di attivazione che codificherebbero per una forma mutata del<br />

recettore. Inoltre la sovraespressione proteica di EGFR non<br />

ha mostrato alcuna correlazione statisticamente significativa<br />

con i parametri istomorfologici considerati.<br />

Conclusioni<br />

L’espressione di EGFR ha mostrato una tale eterogeneità, indipendente<br />

dalla metodica, da rendere troppo riduttiva l’esclusiva<br />

indicazione di un cut-off di positività dell’1% che<br />

comprenda un ventaglio di neoplasie ad espressione recettoriale<br />

certamente non sovrapponibile.

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