08.11.2014 Views

pag. 216-318 - Siapec

pag. 216-318 - Siapec

pag. 216-318 - Siapec

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

246<br />

COMUNICAZIONI E POSTER<br />

dulare ad eziologia nota. Abbiamo considerato il grado di differenziazione<br />

secondo Edmondson, le dimensioni, lo stadio<br />

al momento della diagnosi secondo il TNM, l’indice mitotico<br />

valutato con Ki-67, l’espressione immunoistochimica di<br />

p53 e CD34, il contenuto di DNA (ploidia), determinata mediante<br />

citometria dinamica, l’evoluzione clinica.<br />

Risultati<br />

Abbiamo osservato una correlazione positiva tra l’indice mitotico,<br />

il grado di differenziazione e la recidiva di malattia, indipendente<br />

dallo stadio e dalle dimensioni della neoplasia.<br />

CD34, valutato qualitativamente secondo il pattern di distribuzione<br />

e quantitativamente secondo 5 gradi esprimenti la percentuale<br />

di cellule endoteliali marcate in relazione alla superficie<br />

sinusoidale epatica 1 , ha mostrato la presenza di positività<br />

non solo alla periferia, ma anche all’interno dei noduli neoplastici<br />

con un’espressione aumentata rispetto al parenchima epatico<br />

circostante la neoplasia, ma con differenze non significativamente<br />

correlabili a nessuno degli alti parametri. L’espressione<br />

di p53 e la ploidia non hanno mostrato alcuna correlazione<br />

statisticamente significativa con nessun parametro.<br />

Conclusioni<br />

Nella nostra esperienza Ki-67 offre un’ulteriore informazione<br />

prognostica, ben correlabile al grado di differenziazione,<br />

ed utile soprattutto nei casi con basso stadio al momento della<br />

diagnosi. Nessuna informazione prognostica è data da p53<br />

e dalla ploidia. CD34 non rappresenta un fattore prognostico;<br />

il suo impiego è limitato alla diagnosi differenziale tra l’HCC<br />

ben differenziato ed i noduli displastici.<br />

Bibliografia<br />

1<br />

Park YN, et al. Am J Surg Pathol 1998;22:656-62.<br />

Espressione del gene MGMT nel carcinoma<br />

colo-rettale: correlazioni cliniche,<br />

patologiche e biomolecolari<br />

G. Lanza, R. Gafà, I. Maestri, L. Guerzoni, E. Miotto, S.<br />

Sabbioni, M. Negrini, L. Cavazzini<br />

Dipartimento di Medicina Sperimentale e Diagnostica, Università<br />

di Ferrara<br />

Introduzione<br />

La O 6 -metilguanina-DNA-metiltransferasi (MGMT) è un enzima<br />

di riparazione del DNA, che agisce principalmente rimuovendo<br />

gli addotti alchilici in posizione O 6 della guanina.<br />

Il gene MGMT è di particolare interesse in campo oncologico,<br />

essendo implicato sia nello sviluppo che nella terapia di<br />

numerosi tipi di tumore. Il significato clinico-patologico della<br />

inattivazione di MGMT nel carcinoma colo-rettale (CCR)<br />

è poco conosciuto. Nel presente studio è stata valutata la<br />

espressione di MGMT in una serie consecutiva di CCR in relazione<br />

a numerosi parametri clinici, patologici e molecolari<br />

ed alla metilazione del promoter del gene.<br />

Metodi<br />

La analisi immunoistochimica della espressione di MGMT e<br />

dei geni del DNA mismatch repair (MMR) MLH1, MSH2 e<br />

MSH6 è stata condotta su sezioni paraffinate con anticorpi<br />

monoclonali ed un sistema streptavidina-biotina-perossidasi.<br />

La instabilità dei microsatelliti è stata valutata con PCR fluorescente<br />

utilizzando markers mono e dinucleotidici, mentre<br />

la metilazione del promoter di MGMT è stata analizzata in 57<br />

casi mediante methylation-specific PCR.<br />

Risultati<br />

Perdita di espressione di MGMT è stata evidenziata in 44<br />

(22,4%) dei 196 tumori esaminati. La espressione di MGMT<br />

è risultata correlata alla età del paziente (P = 0,01) ed alla sede<br />

della neoplasia (P = 0,02), i tumori MGMT-negativi essendo<br />

più frequenti nei soggetti di età > 70 anni e nel colon<br />

prossimale. La espressione di MGMT non è risultata, invece,<br />

correlata al sesso, al grado di differenziazione, all’istotipo ed<br />

allo stadio. Perdita di espressione di MGMT è stata rilevata<br />

più spesso nei tumori con deficit del MMR che nei tumori<br />

con normale funzione del MMR ed in particolare nei tumori<br />

MLH1-negativi rispetto ai tumori MLH1-positivi (39% vs.<br />

19%) (P = 0,02). La espressione di MGMT è risultata, infine,<br />

correlarsi in maniera altamente significativa al pattern di metilazione<br />

del gene. Metilazione del promoter è stata evidenziata<br />

in 11/13 tumori MGMT-negativi (84,6%), mentre 38<br />

delle 44 neoplasie MGMT-positive (86,4%) sono risultate<br />

non metilate (P < 0,001).<br />

Conclusioni<br />

La inattivazione di MGMT, determinata nella maggioranza<br />

dei casi da ipermetilazione del promoter, si verifica in una<br />

percentuale significativa di CCR ed è più frequente nei tumori<br />

con inattivazione epigenetica di MLH1. Le conseguenze<br />

funzionali della inattivazione di MGMT, anche dal punto<br />

di vista della sensibilità alla terapia con agenti alchilanti, necessitano<br />

di essere ulteriormente indagate.<br />

Carcinoma gastrico: correlazioni anatomo<br />

cliniche in 902 casi<br />

P. Leocata, M. De Vito, AR Vitale, V. Ciuffetelli, D. Barbera,<br />

S. Di Rito, A. Chiominto *<br />

Università dell’Aquila, Dipartimento di Medicina Sperimentale,<br />

Cattedra di Anatomia Patologica; ** ASL4 AQ-UO Anatomia<br />

Patologica<br />

Introduzione<br />

Il carcinoma gastrico rappresenta la quinta forma più comune<br />

di cancro in Europa con circa 192.000 nuovi casi ogni anno,<br />

il 23% di tutte le neoplasie.<br />

Metodi<br />

Abbiamo esaminato 902 campioni operatori di gastrectomia<br />

totale e subtotale per carcinoma gastrico, provenienti dai presidi<br />

ospedalieri di L’Aquila, Atri ed Avezzano, nel periodo<br />

compreso fra gennaio 1969 e dicembre 2004, confrontando<br />

l’andamento della malattia nei tre decenni. I casi sono stati<br />

classificati secondo i criteri di Lauren e Ming e la malattia è<br />

stata stadiata usando il sistema pTNM.<br />

Risultati<br />

Lo studio ha evidenziato la prevalenza della forma infiltrativa<br />

secondo Ming (79%) rispetto a quella espansiva, con un<br />

andamento rimasto costante nei tre decenni. La classificazione<br />

di Lauren ha mostrato la prevalenza della forma diffusa<br />

(54%) nei confronti di quella intestinale. Tale riscontro appare<br />

in linea con i dati attesi per una area geografica come quella<br />

i esame. Per le varietà macroscopiche si è notata una netta<br />

prevalenza delle forme ulcerate (67%) rispetto a quelle vegetanti<br />

in accordo con Ming secondo cui la maggior parte delle<br />

forme ulcerate si accom<strong>pag</strong>na all’istotipo a crescita infiltrativa.<br />

Inoltre l’analisi dei dati ha messo in luce un netto decremento<br />

delle forme T3 che sono passate dal 48,5% dei primi<br />

dieci anni (1969-1980) al 26% dell’ultimo decennio (1993-<br />

2004). Alla diminuzione degli stadi T3 si è accom<strong>pag</strong>nata<br />

una riduzione, non parimenti marcata, dei T4, scesi al 7,8%<br />

dal 8,2%. Più significativa è stata la crescita delle neoplasie<br />

in stadio T1: nella nostra U.O. si è passati dal 12,6% del pri-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!